L’omaggio di Francesco Mattera a Procida

“Per più di 24 anni ho lavorato sulla nostra isola sorella, Procida, guadagnandomi tante belle amicizie e non pochi apprezzamenti per il contributo dato ad una sorta di Rinascimento dell’agricoltura locale. L’omaggio a questa terra meravigliosa, con tanta parte della sua storia, specialmente contadina, che si incrocia intimamente con Ischia e oggi lo faccio con un piatto emblematico della condizione del bracciantato storico dell’isola di Graziella: l’insalata di limoni! Nelle primavere ed estati roventi del passato, povere di mezzi e generi di conforto, non ancora all’orizzonte il consumismo sfrenato e sfacciato di oggi, aggiogati al lavoro dei limoneti, i paysans procidani trovavano in questa pietanza povera ( oggi ricca per i ristoratori che la offrono a ottimi prezzi !) quiete all’appetito indotto dalla dura fatica, insieme a vitamine, sali minerali, e ben poche proteine, aggiustate a volte da companatici di occasione.


Ecco, qualche giorno fa, ho avuto due bei limoni giganti di Procida e, memore delle indicazioni raccolte a volo in tantissime occasioni propizie, mi sono cimentato nella ricetta. Oltre ai limoni, opulenti e maturi, con spesso strato di albedo, la cipollina bianca, che altri sostituiscono con spicchi d’aglio, cimette di mentuccia, peperoncino piccante, sale, olio buono rigorosamente extra e un pizzico di fantasia. quella a cui non erano tenuti affatto ad indugiare i sudati braccianti, perché per loro non era un momento celebrativo, ma di soddisfazione di un bisogno primario: una sorta di sosta premio (!) prima di riprendere il duro lavoro. Mi sono divertito nel comodo della mia casa, ma il mio pensiero era rivolto a loro, ai contadini procidani, gli inventori e custodi della tradizione della loro terra. Il risultato? Ho accostato il sapore della mia preparazione, a quello stratificato nella mia memoria nelle tante occasioni in cui, non a casa mia, ma a Procida e con i procidani, ho avuto il piacere di gustarla. E con me tanti ospiti illustri dell’isola, chef stellati, giornalisti e scrittori. Insomma un universo piegato alla nobiltà povera ( perdonatemi l’ossimoro!) di un’isola che spesso dimentica che la Cultura la puoi cercare e trovare anche nelle cose semplici di un popolo in mezzo al mare ricco di storia e di grandi intelligenze!”