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L’opinione – Il fascismo politico riemerge, il socialismo ce ne liberi!

di Domenico Savio*

La controriforma costituzionale approvata dal parlamento italiano in questi giorni ad opera della destra politica, economica, sociale, vaticanista, reazionaria e dittatoriale oggi rappresentata degnamente da personaggi della falsa sinistra e del centrodestra, quali Bersani-Renzi-Alfano-Verdini-Berlusconi e loro simili, ha profondamente stravolto la Costituzione democratica del 1948, scaturita direttamente dalla lotta antifascista durante il ventennio mussoliniano, dalla eroica e martire Resistenza al nazi-fascismo e dalla vittoriosa lotta di Liberazione dell’Italia dal nazismo, dal fascismo e dalla monarchia.

Per tanto tale controriforma Assieme alle controriforme elettorali per l’elezione del parlamento e dei consigli regionali, provinciali, metropolitani e comunali; con lo svuotamento dei poteri delle assemblee elettive, leggi legge Bassanini del 1997, approvata da uno dei passati governi dell’odierno Partito Democratico; col favorire il ruolo politico, istituzionale e legislativo individuale degli eletti piuttosto che dei partiti, a cui la Costituzione affida il governo del paese; coi collegi elettorali uninominali; con l’elezione di organismi amministrativi cosiddetta di secondo grado, come l’elezione dei consigli delle città metropolitane, che sostituiscono i consigli delle ex Province e che avviene con la nomina da parte dei consiglieri comunali dei comuni rappresentati e non più col voto dei cittadini; col presidenzialismo che porta all’elezione diretta dei sindaci, dei presidenti delle regioni e domani anche del presidente della repubblica; con la nomina, e non l’elezione, di cento deputati da parte delle segreterie dei partiti, alla faccia del rispetto della sovranità popolare; coi premi elettorali di maggioranza, attraverso i quali ai vari livelli istituzionali vengono attribuite decine di punti percentuali di voti in più al partito o alla coalizione che ha avuto più voti espressi dagli elettori; con gli sbarramenti elettorali per tenere lontano dal parlamento le opposizioni più piccole numericamente; con la modifica del regolamento delle assemblee elettive per contenere e vanificare il ruolo delle opposizioni al regime dominante e  chissà a quante altre degenerazioni fasciste del nostro sistema costituzionale e istituzionale dovremo assistere nei prossimi anni. Chiaramente si tratta di controriforme elettorali che hanno quasi del tutto smantellato il democratico sistema elettorale del proporzionale puro, scaturito dalla promulgazione della Costituzione del 1948 e ciò è stato fatto per legittimare un potere politico, di centrodestra o di centrosinistra, sempre più autoritario, alleato delle potenti lobby economiche nazionali e internazionali e repressivo dei diritti e dei bisogni di vita delle masse lavoratrici e popolari del nostro paese. Inoltre, consideriamo che tali controriforme elettorali sono più autoritarie e repressive della volontà popolare di quelle promulgate dal regime fascista a partire dal 1923.svuota la nostra Costituzione repubblicana, redatta dall’Assemblea costituente eletta nel 1946, dei suoi contenuti democratici, progressivi e antifascisti.

Tale scellerata controriforma stravolge i precedenti equilibri istituzionali, nel senso che elimina la garanzia democratica e popolare del bicameralismo cosiddetto perfetto, ovvero della doppia approvazione delle leggi, abolisce l’elezione diretta e politica dei senatori sostituendoli con 74 consiglieri regionali e 21 sindaci più votati, oltre a 5 nominati dal capo dello Stato, riduce il numero dei senatori da 315 a 100, il senato non potrà più votare la fiducia ai governi in carica, è abolito il Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro (Cnel), le firme per la presentazione di una proposta di legge popolare passano da 50.000 a 150.000 e quelle per promuovere un referendum da 500.000 a 800.000 limitando di fatto l’intervento popolare in materia legislativa e referendaria, rispetto a prima e alle competenze legislative delle regioni lo Stato delimiterà la sua competenza esclusiva in politica estera, immigrazione, rapporti con la chiesa, difesa, moneta, burocrazia, ordine pubblico, energia, infrastrutture strategiche, grandi reti di trasporto, eccetera riappropriandosi di certe competenze.

Per ridurre le spese dell’attività delle assemblee parlamentari non c’era assolutamente bisogno di abolire il Senato, così come previsto dalla Costituzione, ma bastava semplicemente abolire gli stipendi d’oro di senatori e deputati e i tanti privilegi di cui immeritatamente e autoritariamente godono. Il resto sono solo menzogne per convincere gli italiani che è stato giusto svuotare il Senato del compito legislativo affidatogli dalla Carta costituzionale, ciò quando i deputati continuano a godere di un tenore di vita aristocratico e in 24 ore i partiti del sistema politico borghese e clericale si sono assegnati altri 45 milioni di euro per continuare ad esistere e massacrare di tasse e disservizi il popolo italiano. Quello di Renzi-Alfano-Verdini-Berlusconi è un governo che sta continuando la tragedia della privatizzazione della ricchezza pubblica del popolo italiano, che continua la svendita della proprietà collettiva accumulata col lavoro e i sacrifici degli italiani per consentire ai capitalisti nazionali ed esteri di sfruttare il nostro paese anche con la privatizzazione dei servizi pubblici statali, regionali e comunali. La svendita in questi giorni di circa il 40% di Poste italiane, in attesa della svendita, per il momento di parti importanti, di Finmeccanica e della Rai, dopo la svendita criminale di banche, apparati industriali – dall’automobile all’acciaio -, Enel, Telecomunicazioni, compagnie armatoriali marittime, trasporti, assicurazioni, eccetera è un crimine contro gli interessi nazionali dell’Italia. Un giorno i responsabili ne dovranno rispondere.

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La dannata controriforma elettorale e costituzionale accentra ulteriormente il potere antipopolare borghese, clericale e capitalistico rendendolo più spietatamente autoritario, repressivo dei diritti e dei bisogni popolari, decisionista, interventista militarmente e braccio operativo degli affari delle potenti lobby economiche e finanziarie nazionali, europee e mondiali, aumenta i poteri dell’esecutivo rispetto alla democrazia parlamentare, limita il diritto di voto degli italiani, accresce l’integrazione dell’Italia capitalistica nelle strategie economiche e militari dell’imperialismo americano ed europeo e con la riassunzione di taluni poteri lo Stato indebolisce il ruolo costituzionale delle regioni. E’ in costruzione un nuovo Stato più accentratore, autoritario e reazionario, che volta definitivamente le spalle alle conquiste democratiche e progressiste del ‘900, alle speranze – per la verità un pò ingenue delle masse lavoratrici e popolari senza aver compiuto prima la propria rivoluzione socialista e conquistare il potere politico alla classe lavoratrice – di avviare la costruzione di un nuovo e superiore ordine sociale, alle lotte e alle conquiste della Resistenza, della guerra di Liberazione e della Costituzione democratica.

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Non esageriamo se diciamo che con Renzi-Alfano-Verdini-Berlusconi e le loro controriforme giunge a conclusione quel processo scellerato di superamento delle diversità e contrapposizioni ideologiche, politiche e sociali tra fascismo e antifascismo, tra i combattenti e i morti antifascisti e i caduti sostenitori del fascismo e della repubblichina di Salò mettendo sullo stesso piano i morti della Resistenza e della Liberazione dell’Italia dai carnefici nazisti con i morti fascisti e assassini della repubblichina di Salò, alleati dei  boia tedeschi che rapivano, deportavano e assassinavano antifascisti ed ebrei italiani nei campi di sterminio nazisti sparsi per l’Europa.

Il tentativo, purtroppo sino ad oggi riuscito, è quello del superamento definitivo anche nel nostro paese dei riflessi positivi della grandiosa epopea della Rivoluzione Socialista d’Ottobre, dell’eroica  costruzione dell’Unione Sovietica e del mondo del socialismo realizzato, delle lotte e delle conquiste sociali del movimento operaio nazionale e internazionale del secolo scorso. L’obiettivo del potere politico, economico e clericale dominante è quello si assuefare, manomettendo e occultando la memoria storica, la coscienza delle masse lavoratrici e popolari al nuovo dominio capitalistico e imperialistico sul mondo servendosi pure della formazione scolastica e dell’informazione stampa-radio-televisiva pubblica e privata di regime, in modo da diffondere e rafforzare nelle masse popolari lo sciagurato convincimento che “il mondo è sempre stato così e non cambierà mai” oppure che “i padroni ci sono sempre stati e sempre ci saranno”. Sono ingannevoli e spregiudicate menzogne che servono ai potenti per continuare a tenere sottomesse le masse ed evitare che esse si rivoltino contro le loro nefandezze politiche, economiche e sociali.

L’illusione, il mascheramento della realtà e le minacce palesi o celate che siano, unitamente alle complicità e alla rinuncia ad una lotta concreta, incisiva e vincente da parte dei sindacati di regime, sono le armi con le quali il governo capitalistico riesce a convincere e neutralizzare la ribellione e la lotta popolare. Tra l’altro Renzi si vanta che nel 2015 ci sono stati più 90.000 assunti a tempo indeterminato, quando la verità è che con la disgraziata controriforma dell’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori sono stati aboliti i posti di lavoro a tempo indeterminato, perché ai padroni è stata data la possibilità di legge di poter licenziare quando vogliono. Anzi i padroni con le assunzioni solo apparentemente a tempo indeterminato usufruiscono pure di ampie agevolazioni previdenziali e fiscali da parte del loro governo! I contratti di lavoro non vengono più rinnovati per adeguare i salari e gli stipendi alle nuove esigenze di vita e quando avvengono non risolvono i pressanti problemi dei lavoratori e delle loro famiglie. Intanto lo sfruttamento del lavoro nelle aziende cresce vertiginosamente, unitamente alle minacce di licenziamento quando i lavoratori rivendicano i diritti negati. Ai lavoratori pubblici, come a quelli dei musei, a cui non resta che la lotta per rivendicare diritti calpestati e salario dignitoso, si cerca di negare il diritto costituzionale alle assemblee sindacali e allo sciopero, così come avveniva durante il fascismo, cosicché agli sfruttati dello Stato capitalistico non rimarrebbe che “obbedir tacendo”: vergogna!

Purtroppo da 70 anni viviamo in uno Stato borghese e clericale mai ripulito da culture e politiche della dittatura fascista, con la conseguenza tragica che anche la conquista più importante della lotta al fascismo, al nazismo e alla monarchia, cioè la Costituzione democratica borghese, oggi viene progressivamente smantellata a pezzi consecutivi per essere adeguata alla restaurazione di un potere politico e istituzionale autoritario, reazionario e repressivo come quello che regnava in Italia prima della Resistenza e della lotta di Liberazione. Nessuno si illudi di poter fermare questa deriva autoritaria e fascista rimanendo all’interno di questo sistema marcio, che sta divorando tutte le conquiste democratiche del secolo scorso e che avanza verso scenari bui e imprevedibili.

Oggi l’Italia, l’Europa e il mondo intero stanno scivolando lentamente verso regimi sempre più autoritari e reazionari all’interno della globalizzazione imperialistica che grava sul pianeta e che, come è avvenuto in passato, sta creando le condizioni per la terza guerra mondiale, perché il capitalismo e l’imperialismo possono tentare di continuare a sopravvivere e uscire dalla loro crisi solo con la rapina e la distruzione delle risorse del mondo, come stanno facendo, con il massacro di popoli interi e con la guerra. Le situazioni di guerra create in Africa e in Medio Oriente tra nazioni e popoli possono rappresentare la scintilla di una nuova e devastante guerra interimperialistica. Il capitalismo, avvolto dalla sua crisi irreversibile e pressato da popoli affamati e in marcia alla ricerca di migliori condizioni di vita, non esiterà a tentare di risolvere i suoi problemi di sopravvivenza con lo strumento tradizionale della guerra e della distruzione di paesi e popoli.

Il proletariato – operai ed impiegati dell’industria, del commercio, del terziario e dell’agricoltura, medici, paramedici e operai della sanità, accademici delle varie discipline universitarie, scienziati, intellettuali d’avanguardia delle diverse branche del sapere, pensionati, piccoli e medi imprenditori dell’artigianato, del commercio, dell’indotto in generale e di tutte le altre attività sociali – italiano e di tutti gli altri paesi della Terra potranno fermare il processo degenerativo in atto, l’attacco spietato portato alle condizioni di vita delle masse lavoratrici e popolari e la corsa verso la terza guerra mondiale solo mobilitandosi e lottando coi rispettivi partiti comunisti e rivoluzionari marxisti-leninisti per annientare il sistema capitalistico e la sua espansione imperialistica e sulle sue ceneri costruire la società socialista ed edificare quella comunista. Dobbiamo essere capaci di trasformare l’involuzione reazionaria e la preparazione della terza guerra mondiale in atto in rivoluzione proletaria per il socialismo.

Alla rivoluzione socialista non c’è alternativa per uscire dalla disumanità, dalla violenza e dall’inciviltà della società capitalistica, per costruire una nuova società, dove a governare non sono più i padroni sfruttatori bensì l’intero popolo lavoratore attraverso i propri lavoratori operai e intellettivi delegati, dove i mezzi di produzione e la ricchezza nazionale prodotta appartiene in parte uguale a tutti i membri della collettività, dove tutti lavorano e non esiste disoccupazione, dove le crisi economiche sono totalmente sconosciute, dove ad ogni individuo che nasce è già garantito il diritto sociale all’assistenza sanitaria completa, allo studio sino ai massimi livelli dell’apprendimento universitario, al lavoro, ad un orario di lavoro giornaliero da ridurre progressivamente sino a 5 ore al giorno per 25 alla settimana, alla casa, alla pensione dignitosa da 50 a 60 anni, dove gli invalidi che non possono lavorare godono degli stessi diritti degli altri, dove il tempo libero e le strutture sportive per goderlo sono a disposizione gratuita  di ognuno e dove la vita è piacevole viverla e non è più un inferno di preoccupazioni e di bisogni come nella società capitalistica. Questo era il socialismo realizzato nel ventesimo secolo in Unione Sovietica e nell’intero mondo socialista.

Nel nostro paese con la rivoluzione socialista scaraventeremo nella fogna della storia l’intero apparato legislativo e giudiziario borghese, che è una sovrastruttura della società capitalistica, basata sullo sfruttamento del lavoro umano e sul potere politico ed economico dei ricchi, e costruiremo un nuovo ordinamento statale, dove il governo della collettività sarà affidato direttamente e concretamente ai lavoratori del braccio e dell’intelletto e dove l’apparato legislativo, l’ordinamento giudiziario e il controllo della sicurezza corrisponderanno al governo popolare della società e alla nuova esistenza dei cittadini. Insomma, si passerà dall’inciviltà e disumanità capitalistica alla civiltà e umanità socialista, dalla democrazia padronale a quella proletaria e dall’oscurantismo religioso alla luce della conoscenza scientifica e razionale del mondo circostante. Il Partito Comunista Italiano Marxista-Leninista esiste e lavora per contribuire a costruire questo nuovo mondo a livello nazionale, terrestre e planetario. Siano certi i capitalisti e i clericali, nemici del socialismo, che i comunisti di oggi e quelli di domani, unitariamente alle masse proletarie, riusciranno a costruire la nuova società prima socialista e poi comunista.

Forio (Napoli), 17 ottobre 2015.

* Segretario generale del P.C.I.M-L. – info@pciml.org

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