POLITICAPRIMO PIANO

A Lacco Ameno si litiga anche per la Santa

Non c’è pace all’ombra del Fungo dove la tensione sale anche quando si tratta di organizzare i festeggiamenti della patrona. Spaccatura politica (e non) nel comitato, dove tra l’altro salta la testa della cassiera. E nemmeno l’intervento del sindaco serve a ricomporre la frizione. La volontà del parroco di unire le forze e cancellare il “nonnismo”

Santa Restituta in Piazza e le polemiche religiose in Chiesta classe, ci risiamo: si litiga anche sulla Santa. E’ tempo di celebrare la patrona dell’Isola d’Ischia ed ecco come ogni anno la diatriba sulle preghiere, le luminarie, le bancarelle, i testi sacri, le recite, le benedizioni e i comitati e quest’anno anche cassieri del comitato. Da una parte la frangia storica degli organizzatori che da decenni sono assiepati sugli scanni della Basilica dedicata alla Santa Africana, dall’altra i nuovi arrivi, i fedeli che richiamano ai valori della condivisone e del rinnovamento nel culto e nella fede. Sulle barricate il Parroco che non manca di farsi paladino. Dall’altra parte laici, atei, agnostici, sostenitori di una società aconfessionale persuasi che la fede debba essere interiore e intima. Le prime scintille si sono già registrate quest’anno. Neppure il tempo di cominciare che già non si fermano le polemiche per i festeggiamenti in programma nei prossimi giorni di maggio a Lacco Ameno. Quest’anno Santa Restituta si apre col botto in seno al neo-comitato promotore delle celebrazioni. Dopo le polemiche sulle ingerenze politiche in sagrestia e dopo il primo tentativo di creare un organismo organizzatore unico tra i vari comitati presenti i piedi del sacro altare, la prima testa a saltare è quella dellostorico cassiere del Santuario. Stando così le cose a Lacco Ameno orami si litiga su tutto anche per la Santa per antonomasia. Un clima di tensione e divisioni che non risparmia nessun ambito da quello propriamente politico, passando per il sociale, civile, religioso. Così scende in campo sul terreno della battaglia tra bande lacchesi anche il nascente Comitato per i festeggiamenti di Santa Restituta. Un comitato che al contrario, in questa edizione 2024 per volontà del nuovo parroco Don Pasquale Mattera doveva distinguersi per rinnovamento, unione e spirito fraterno.

UN COMITATO NUOVO PER UNA FEDE RINNOVATA

Ma andiamo a raccontare i fatti. Il nuovo parroco, diversamente da come accadeva ogni anno fin qui, aveva condiviso con i fedeli l’intento di creare, unendo le forze degli uomini e delle donne di buona volontà, una entità unica tra i vari comitati. Mattera aveva inteso radunare gli uomini e le donne di buona volontà locali per partecipare alla organizzazione della festa. Nella settimana che precede quella della Santa Pasqua è stato radunato in basilica il gregge ed in una riunione preliminare si era inteso sondare gli umori di ognuno e creare il “comitato”. Al consesso si sono presentati né più e né meno tutti quelli che hanno fatto parte del comitato pro Santa Restituta di norma, sin dalla notte dei tempi e chi da qualche notte in meno. Un complesso fondamentalmente formato da tutta una serie di persone, tra cui molti esponenti politici e tanto sottobosco elettorale. Poi varie realtà associative sul modello della storica Le Ripe e vere e proprie cariatidi delle celebrazioni sul modello di Giacomo Pascale e William Vespoli per dirne alcuni dei più noti. Negli anni scorsi, bene o male, era solito che nell’organizzare la festa prevalesse all’interno del vecchio comitato e nella Chiesa, una fazione, diciamo, più vicina a Giacomo Pascale. Prevaleva nel senso che, dovendo essere forte il sostegno amministrativo era chiaro che l’amministrazione in carica con il Sindaco, dettavano gli indirizzi della spesa. Insomma, era quella fazione sindacale a decidere come si dovevano poi spendere i soldi e come organizzare la festa. Cosa è successo, invece, quest’anno con l’avvento di Don Pasquale? Quest’anno, un po’ perché a Lacco Ameno prevale proprio un’atmosfera brutta con tutte queste situazioni conflittuali, tra guerre a destra e a sinistra, tra famiglie, tra gruppi di potere (ce ne sono davvero tante) un po’ perché non si riesce a trovare la spinta opportuna per organizzare la festa.

LA FEDE VACILLA E LE RIUNIONI SONO DESERTE

Dopo le prime riunioni sul tema, agli incontri di Santa Restituta non si è presentato quasi più nessuno.Ad un certo punto lo stesso clero ha cominciato a chiedersi come mai questa gente che tanto entusiasmo avrebbe dovuto mostrare, non si è presentata più! Evidentemente gli assenti non hanno condiviso le posizioni dei notabili del comitato dei festeggiamenti. Perché? Perché non gli piace l’atteggiamento di quelli la che forti del radicamento e del potere pensa che il Santuario è loro così come la festa di Santa Restituta e la loro. Un atteggiamento che non va. La cosa è giunta all’orecchio di Don Pasquale. Il parroco compreso il problema è intervenuto e ha messo le cose in chiaro: chi decide sulle celebrazioni è il parroco. Don Pasquale ha detto “no” alle ingerenze politiche ed al nonnismo da comitato definendo una volta e per tutte, in favore di chi forse non lo aveva capito, che adesso il pastore del gregge è lui e chi decide su come si deve fare la festa, su che cosa si debba fare e come è il parroco. Messa in chiaro questa situazione poi cosa è successo? E’ successo che dopo i primi tentativi è stata convocata una nuova riunione per definire la complessa vicenda della fede e della festa.

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LA NUOVA RIUNIONE E IL LITIGIO SULLA CARICA DI CASSIERA

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Nella riunionei nuovi aderenti al Comitato hanno preteso per così dire “tutto”. Una parte di questi ragazzi che è intervenuto per ridefinire l’assetto all’interno del nuovo comitato nascente ha preteso, infatti, che prima di ogni cosa per cominciare con il piede giusto la prima carica ad essere cambiata doveva essere quella del cassiere. Hanno preteso che Cristina Calise la storica cassiera di Santa Restituta si dimettesse e che “non faccia la cassiera”. Questa richiesta perentoria ha portata quasi ad un vero e proprio scontro fisico tra chi aveva chiesto la testa della Calise, facendosi portavoce della volontà dei più, tale Claudio (profeta) Schiano e la Cristina Calise stessa che aveva ritenuto la richiesta quasi una offesa. “Cosa vuoi dire che io rubo?”avrebbe sbottato la Calise alla richiesta di Schian. Questi dal suo canto con tono serafico avrebbe invece risposto: “La questione, non è se tu rubi o no. Il problema è che voi non siete le proprietarie della Chiesa e della Santa e tutto questo è un comitato. Il comitato deve decidere. E per la maggioranza tu non devi essere più la cassiera – avrebbe sottolineato senza peli sulla lingua il Profeta -noi stiamo facendo un comitato, il presidente viene eletto a maggioranza di tutti quanti e poi dobbiamo decidere tutti insieme quelle che sono le cariche. Non è che uno sia nato con il titolo”.

PREVALE IL “NO”. A SANTA RESTUTUTA SI CAMBIA

Nonostante le scene, tra l’imbarazzo, tra il sacro ed il profano, quasi tutti quanti gli aderenti al nuovo comitato hanno appoggiato la richiesta di non rinnovare l’incarico alla cassiera Calise che ha rimediato un sonoro “no”. Un “no” che non si è stati in grado di ribaltare nonostante il problema posto in seno ai festeggiamenti con Le Ripe che di fatto organizza la scena di Santa Restituta a mare. Qualcuno ha tentato di preservare lo status quo, penando di farsi forte della vicinanza per i “per cento” del Sindaco Pascale de Le Ripe e sostenendo che la festa si faceva anche coni soldi dell’associazione che realizza lo sbarco della Santa nella baia di San Montano. L’evento clou. Su questa situazione però non si è riusciti a far breccia a scalfire la netta volontà di rinnovare. Così dopo il litigio con Schiano, la Calise acclarata l’assenza dei numeri per mantenere potere e cassa anche puntando sulla carta Le Ripe, ha chiesto a Giacomo Pascale di intervenire per ribaltare i numeri della disfatta, per mantenere il titolo di cassiere. Neppure l’arrivo in chiesa di Pascale è bastato a placare gli animi e a ristabilire gli equilibri. Ogni tentativo di mediazione è definitivamente fallito. C’è stato proprio un colpo di spugna su tutto: “La festa non è la vostra, la Chiesa non è vostra. Qua se veniamo e siamo tutti quanti uguali, bene, magari ci impegniamo e lavoriamo di più per fare festa, altrimenti restate soli”. E’ stato questo il paradigma della rivoluzione di Santa Restituta. Non si è potuto fare altro che prendere atto della volontà di rinnovamento.

La realtà è che c’è una conflittualità enorme anche nella nell’organizzazione della festa. La politica e i litigi di potere ad un anno dal voto si insinuano anche nel Santuario. Ed anche i muri della sacra casa di Santa Restituta all’inizio sono totalmente bianchi, si riempiono pian piano di paramenti e scene poi arrivano i simboli del potere e la fede si distorce. L’arricchimento di questi spazi dovrebbe essere al contrario crescita. Oggi, invece, anche nella chiesa di Lacco Ameno si ragiona per sottrazioni: “Santa Restituta” per qualcuno è l’inizio della Campagna Elettorale o della stagione turistica per altri è l’inizio delviaggiodella fede . Non c’è mai la possibilità di pensare ad una somma. La Chiesta, i luoghi di culto, alla società come le tradizioni non possono andare avanti a colpi di esclusioni.

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