CULTURA & SOCIETA'

L’ultima impresa di Gianni Sasso raccontata dalle foto

Presso la Villa La Colombaia di Luchino Visconti a Forio, è stata inaugurata la mostra fotografica “Passi di inclusione, il mio cammino” che racconta il viaggio del noto atleta paralimpico isolano lungo il Cammino di Santiago di Compostela

L’ultima grande sfida di Gianni Sasso non è passata inosservata. Il nostro atleta, tra il luglio e l’agosto dello scorso anno, ha infatti percorso i 900 chilometri del celebre Cammino di Santiago di Compostela, affrontando l’intero tragitto su una sola gamba e con l’ausilio delle stampelle. L’incredibile impresa, spalmata in cinquantacinque giorni di avventure tra temperature roventi e grandi soddisfazioni personali, è stata l’ennesima dimostrazione della resistenza fisica e mentale di Gianni, uomo dalle mille risorse che ha sempre risposto con forza alle difficoltà della vita. Va sottolineata anche la finalità di questo cammino: raccogliere fondi per l’acquisto di macchinari da destinare alle persone con gravi disabilità. La mostra “Passi di inclusione, il mio cammino”, inaugurata l’8 marzo nella suggestiva cornice di Villa La Colombaia a Forio,è una specie di sunto dell’esperienza del nostro atleta paralimpico e resterà aperta al pubblico fino al 30 marzo. L’esposizione è un viaggio esperienziale nella storia umana di Gianni Sasso ed è caratterizzata da fotografie scattate da viandanti e pellegrini provenienti da ogni parte del mondo che lo incontravano lungo il percorso, fermandosi a scambiare due chiacchiere con lui. L’obiettivo, come si può intuire, è quello di trasmettere agli osservatori il senso di resilienza di Gianni e la voglia di non arrendersi mai nemmeno davanti alle sfide più grandi della vita perché come ci ricorda lui stesso i limiti stanno solo nella nostra mente.All’inaugurazione della mostra erano presenti cittadini, supporter di Gianni Sasso e diversi esponenti delle sei amministrazioni locali. Stani Verde (sindaco di Forio), a cui hanno fatto eco le parole del consigliere comunale Davide Laezza e del Presidente del consiglio comunale Gianni Mattera, ha voluto ribadire la stima nei confronti dell’atleta paralimpico isolanoche con il suo esempio riesce sempre a smuovere le persone: «Parlare di Gianni Sasso è sempre una grande emozione perché con le sue performances sportive rappresenta un orgoglio non solo per Forio, ma per tutta l’isola d’Ischia. Lui è l’esempio vivente che un uomo mosso dalla forza di volontà può fare tutto, scavalcando ogni ostacolo. La vita di Gianni Sasso è la testimonianza che non ci si deve mai arrendere e che l’essere umano, se veramente motivato, può andare oltre i propri limiti. L’iniziativa di oggi è rivolta soprattutto ai giovani, troppo spesso disorientati e impauriti dalle sfide del futuro. Ecco, il mio auspicio è che Gianni possa dare l’esempio alle nuove generazioni affinché affrontino la vita con forza e determinazione». A margine dell’evento abbiamo intervistato Gianni Sasso, dettosi entusiasta dell’inaugurazione della mostra e del calore del pubblico:

Gianni, parlaci del Cammino di Santiago di Compostela, un percorso di pellegrinaggio conosciuto in tutto il mondo che da secoli attrae tantissimi pellegrini. Giusto?

«Il Cammino di Santiago è un percorso spirituale, culturale e paesaggistico che attraversa principalmente la Spagna settentrionale. È un pellegrinaggio che affonda le sue radici nel Medioevo quando i pellegrini percorrevano questo lungo tratto di strada per giungere alla Cattedrale di Santiago di Compostela, presso la quale si troverebbero le reliquie dell’Apostolo San Giacomo il Maggiore. Si parte da Saint-Jean-Pied-de-Port, sui Pirenei francesi, fino alla città di Santiago, per poi proseguire verso Finisterre, un luogo iconico considerato nell’antichità ‘la fine del mondo’. È stato un viaggio indimenticabile che porterò per sempre nel mio cuore perché non si tratta di una gara agonistica, ma di un’esperienza interiore che ti cambia e ti migliora come persona. Almeno nel mio caso è stato così».

Con quale spirito si affronta un percorso di oltre 900 chilometri e quali sono state le tue motivazioni?

«Per me nella vita la cosa più importante è partire e mettersi in viaggio. Ognuno di noi, al netto di problemi e preoccupazioni, deve trovare la forza interiore e il coraggio di andare sulla linea di partenza per costruire il proprio percorso. Non è necessario giungere alla fine del Cammino di Santiago di Compostela per dire di aver fatto un’impresa perché la vera sfida con noi stessi è sconfiggere le ansie e i timori di tutti i giorni.Molto spesso le persone non si mettono in gioco per paura di fallire, ma la paura è il primo ostacolo di ogni viaggio. Tuttavia è anche un’opportunità perché ci mette alla prova e, solo affrontandola, scopriamo quanto siamo forti. Sul Cammino, come nella vita, la paura non va evitata, ma vissuta e attraversata».

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Cosa ti è rimasto più impresso di questa avventura e cosa la rende diversa dalle altre grandi imprese della tua vita?

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«Durante il viaggio ho avuto la possibilità di conoscere tante persone.Molti di loro mi hanno parlato della propriavita e del motivo per cui si mettevano in cammino. Alcuni affrontavano questa sfida per colmare un senso di vuoto interiore, altri per superare drammi personali, altri ancora per mettersi alla prova e migliorarsi. Per andare avanti, metro dopo metro, mi sono nutrito delle loro storie e dei loro racconti di vita perché ogni passo lungo il Cammino di Santiago di Compostela non è solo un metro in più verso la meta, ma un’occasione di scambiare sguardi, parole e sorrisi con le persone che condividono con te la stessa strada. Con i pellegrini si crea un rapporto di condivisione e solo in quel momento ci si rende conto del concetto di integrazione. Lungo il Cammino siamo tutti uguali, non contano la provenienza, l’etnia, il colore della pelle o l’estrazione sociale. Non ci sono differenze e pregiudizi. Ecco, il senso di uguaglianza è stato sicuramente l’aspetto che mi ha colpito di più di questo grande viaggio. Rispetto agli altri traguardi che ho tagliato, penso che questo abbia un gusto diverso. Mentre ai Giochi paralimpici, alle gare sportive e alle maratone a cui ho partecipatoc’è sempre un aspetto legato alla competizione, qui, invece, si cammina nella storia ed è tutto così intimo e personale. Il Cammino di Santiago di Compostela, come ho già detto, con la sua magia riesce a migliorati come persona ed è sicuramente una delle più grandi esperienze della mia vita».

Come nasce l’idea di realizzare questa mostra e qual è il messaggio che ti senti di lanciare ai visitatori?

«La mostra nasce con l’obiettivo di trasmettere ai visitatori le emozioni che ho vissuto in prima persona. Tutte le foto mi ritraggono durante il Cammino e sono state scattate dai pellegrini che incontravo di volta in volta. L’esposizione parte dal giorno 1 e prosegue in ordine cronologico, dispiegando davanti agli occhi degli osservatori un mix di sensazioni ed emozioni. Accanto ad ogni scatto, poi, c’è una breve didascalia in cui potrete leggere interessanti informazioni. Oggi c’è l’inaugurazione, ma per me la vera mostra inizierà quando nei prossimi giorni verranno tutte le scuole dell’isola d’Ischia. È alle nuove generazioni che dobbiamo rivolgerci perché oggi molti giovani si sentono spaesati davanti alle sfide del futuro in un mondo sempre più competitivo. Ai ragazzi e alle ragazze dei nostri istituti voglio dire di credere nei loro sogni, di mettersi sulla linea di partenza e di costruire il proprio percorso senza paura. È quello che farò in questi giorni con dei discorsi motivazionali che spero possano essere utili. Infine, vorrei ringraziare tutta la giunta del Comune di Forio per aver creduto in questo progetto e un grazie speciale va al mio amico Enzo Economico che ha curato la mostra nei minimi particolari. Il ringraziamento più grande, però, va ai miei familiari, ai miei amici, alle persone qui presenti e a tutte quelle che decideranno di visitare la mostra».

Sempre a margine dell’inaugurazione abbiamo parlato con Enzo Economico, curatore della mostra: «Durante il Cammino di Santiago di Compostela mi sentivo con Gianni tutti i giorni per scambiarci le ultime novità in merito al percorso e, allo stesso tempo, gli curavo le pagine social, raccogliendo e postandole foto e i video che mi mandava in diretta. Io e Gianni siamo amici da tempo e sono contento che mi abbia coinvolto in questa grande avventura perché per me era come stare acconto a lui. È stata sua l’idea di realizzare la mostra con l’obiettivo di trasmettere emozioni ai visitatori che verranno a farci visita. Il mio lavoro è stato semplice perché mi è bastato selezionare le foto più interessanti, disponendole in ordine cronologico con una breve didascalia a fianco che descrive il momento immortalato. Tutte le foto che vedete, sembra opportuno dirlo, sono state scattate dai pellegrini incontrati da Gianni durante il percorso. Persone comuni che si emozionavano nel vedere la forza e l’entusiasmo del nostro campione». La mostra resterà aperta fino al 30 marzo, rispettando gli orari di apertura de La Colombaia.

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