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Cantone affonda Pascale e le fogne di Lacco Ameno

LACCO AMENO – Questo giornale ha avvisato il lettore, malgrado il trionfalismo del Sindaco di Lacco Ameno che aveva dichiarato: “È un’occasione da non perdere. Non è la classica opera pubblica con tempi biblici, perché dovremo tassativamente terminare i lavori e  rendicontarli entro il 31.12.2015, altrimenti perderemo i finanziamenti.” Avevamo previsto che i lavori di costruzione delle fognature, del costo di un milione e 850 mila euro, che l’ing. Gaetano Grasso ha affidato alla I.C.I. Impresa Costruzioni Industriali Srl, di Venafro, il 21 settembre con propria determina n. 18, si sarebbero presto fermati per le irregolarità nell’appalto.

Avevamo segnalato che l’impresa (di proprietà di Aniello Patriciello, il cui fratello Aldo è eurodeputato di Forza Italia, lo stesso partito del Senatore De Siano) avrebbe dovuto fare miracoli per realizzare un lavoro per il quale occorrevano 11 mesi  in soli 90 gg, e ci meravigliavamo che l’ing. Grasso, che è un tecnico anziano e navigato, potesse credere che quei lavori si potessero realizzare in 3 mesi.

Inoltre sostenevamo, nell’articolo del 4 ottobre scorso,  che il vincitore della gara, se le cose fossero state fatte in regola, non doveva essere I.C.I. bensì la ditta DI MAIO geom. Francesco srl che aveva offerto uno sconto di 299 mila euro. Dicevamo che invece a Lacco Ameno hanno fatto vincere I.C.I., che ha fatto lo sconto di soli 51 mila euro, perché hanno applicato una formula che sottovaluta l’incidenza dell’offerta economica e che non è quella dell’allegato G della legge. Continuavamo dicendo che la formula lacchese per la valutazione dello sconto non rispetta il principio base secondo il quale chi offre di meno come sconto deve avere molti punti in meno di chi offre il massimo ribasso, al quale va assegnato il punteggio pieno. Con la formula lacchese, invece, pochi punti a tutti e senza molte differenze. Concludevamo dicendo che la cosa era stata segnalata anche all’Autorità Anticorruzione, che potrebbe pure svegliarsi da un momento all’altro.

Adesso possiamo garantirvi che la bomba è scoppiata, l’Autorità Nazionale Anticorruzione si è svegliata ed ha mandato al Comune di Lacco Ameno la sua sentenza prot. 0144291 del 30.10.2015 con la quale ha così deciso:

UNO. In merito ai tempi di esecuzione l’ANAC ha osservato: “… si rileva come nella determina di aggiudicazione sia stata introdotta una consistente riduzione dei tempi di esecuzione dell’appalto: si passa da 330 giorni offerti dal concorrente, e pari al minimo consentito dal disciplinare di gara, a 90 giorni. Tale consistente contrazione appare eccessiva e potrebbe ingenerare una scarsa qualità delle lavorazioni o, addirittura, una non corretta esecuzione delle stesse.”. E conseguentemente l’ANAC ha chiesto al Comune “di fornire chiarimenti al riguardo, supportati da idonea documentazione, con particolare riferimento al rispetto della corretta esecuzione della qualità delle lavorazioni previste in progetto.

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DUE. In merito alla formula per il calcolo del punteggio relativo all’offerta economica, l’ANAC ha osservato che l’allegato G prevede che i coefficienti di valutazione del prezzo, devono essere determinati attraverso interpolazione lineare tra il coefficiente pari a uno, attribuito ai valori più convenienti per la stazione appaltante, e coefficiente pari a zero, attribuito ai valori degli elementi offerti pari a quelli posti a base di gara. Quindi ha osservato che “la formula riportata al punto 4.1 del .. Disciplinare …. non rispetta le suddette condizioni … ha determinato l’assegnazione di punteggi molto vicini tra loro … appare in contrasto con le previsioni di cui all’allegato G del D.P. R. 207/2010”. Pertanto l’ANAC ha richiamato il Comune di Lacco Ameno “al rispetto delle disposizioni violate come sopra indicate.”

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Questa risoluzione dell’Autorità Nazionale Anticorruzione è una vera bomba per il Comune di Lacco Ameno che per rispettare le disposizioni violate deve rideterminare la graduatoria e aggiudicare i lavori alla ditta DI MAIO geom. Francesco srl.

Quindi, come avevamo previsto, l’affidamento alla ditta I.C.I. deve essere annullato e i lavori in corso devono essere immediatamente interrotti.

L’Impresa I.C.I., con ogni eventualità, farà causa al Comune e chiederà oltre al valore delle opere realizzate anche il 10% del mancato utile. Di conseguenza incasserà la bellezza di 180.000 € che non potranno andare sui finanziamenti regionali ma cadranno sulla testa dei cittadini lacchesi come debito del Comune.

Al Comune di Lacco Ameno resterà qualche centinaio di metri di tubo sotto il suolo. E questo è un altro aspetto delicato da esaminare attentamente.

A Lacco le fogne esistenti presentano due punti critici: il primo è lungo il Corso Angelo Rizzoli. Quando le pompe del Pignatiello non ce la fanno a scaricare a mare, la fogna rincolla e la cacca esce in mezzo alla strada o in mare. E’ successo anche questa estate. Il secondo punto è a Piazza Rosario dove, in caso di forte pioggia, abbiamo l’allagamento di alcuni esercizi commerciali, per un fiume d’acqua che viene da monte.

Considerate queste due incresciose situazioni, c’era da presumere che la ditta I.C.I. stesse lavorando, da un mese a questa parte, in uno di questi due punti critici o su entrambi visto il poco tempo a disposizione. E invece? Invece sta realizzando un tratto di fogna lungo la via provinciale che porta a Forio e che si trova a monte di Piazza S. Restituta. Guarda caso su quella strada affacciano l’Albergo San Montano (attraverso l’affluente via Montevico) e l’Albergo San Lorenzo, entrambi di proprietà della famiglia De Siano.

Tutte queste considerazioni, insieme a quelle relative al vero estensore del progetto di cui abbiamo detto nell’articolo precedente, le poniamo all’attenzione della Polizia Giudiziaria che in questo articolo trova altre notizie di reato.

Vedremo nei prossimi giorni cosa accadrà a Lacco Ameno, crediamo che saranno dolori e stridor di denti.

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