L’ultima trovata elettorale: «Siamo tutti della stessa parrocchia»
In attesa di presentazione delle liste, comizi e appuntamenti ufficiali ed istituzionali, la campagna casamicciolese si combatte all’insegna di colpi bassi e lontani dai “riflettori”
Tutti dicono che sia pronta a decollare, eppure chissà perché resta sempre con le ruote ben salde sulla pista. Parliamo delle elezioni amministrative di Casamicciola Terme, che però sembrano aver preso una piega ben definita.
Per adesso, e il dettaglio è tutt’altro che trascurabile, si lavora sotto traccia. Nel senso che ci troviamo davanti le due compagni – quelle guidate da Giovan Battista Castagna ed Arnaldo Ferrandino – che sulla carta dovrebbero essere le più accreditate (non ce ne vogliano Luigi Mennella e Caterina Iacono) che sono all’opera per recuperare il maggior pacchetto di voti possibili ma lo fanno senza uscire almeno per adesso allo scoperto. Probabilmente le presentazioni delle liste “Per Casamicciola” e “Rispetto per Casamicciola” avrebbero risvegliato ardori e alzato i toni, ma per adesso la battaglia rimane sotterranea. E in particolare, dal palazzo municipale del Capricho non mancano i malumori verso i diretti avversari, che vengono ritenuti responsabili di un comportamento “anti sportivo” per una serie di motivi.
Ma proviamo a spiegare i motivi di detto malumore. Il primo scaturisce dalla recente sentenza relativa al processo sull’alluvione di Casamicciola, che ha portato alla condanna in primo grado per l’ex primo cittadino Vincenzo D’Ambrosio, che ovviamente ha già annunciato ricorso in Appello. Ufficialmente dagli avversari politici non sono arrivati commenti, né di solidarietà né di altro tenore ma un messaggio whatsapp indirizzato a diversi cittadini casamicciolesi con il sistema “broadcast” (ossia a tutti i contatti telefonici di chi lo spedisce) c’era il riferimento a questo incidente giudiziario e soprattutto una bufala clamorosa, quella legata all’ineleggibilità del noto pediatra. Il quale, invece, non soltanto può candidarsi ma laddove eletto potrà anche tranquillamente sedere in consiglio comunale, giacché la Legge Severino non si applica assolutamente – ed anche un bambino di terza elementare può appurarlo di persona – per il reato che è stato contestato a Vincenzo D’Ambrosio. Una vera e propria “catena” contenente un fake che proprio non è andato giù a Giovan Battista Castagna ed alla sua squadra, ma i malumori non sono mancati nemmeno a proposito di altri rumors circolati su una vicenda decisamente delicata. Sempre all’amministrazione uscente non è andato giù il fatto che nei tour elettorali “porta a porta” alcuni fuoriusciti dall’attuale maggioranza vadano millantandosi che la delibera per sbloccare i primi due condoni sia un successo o un merito da attribuire a loro. Ed è proprio per questo che nel palazzo municipale del Capricho, raccontano le leggende metropolitane, sarebbe stata recuperata la delibera dell’epoca e in molti avrebbero provveduto a farsi un mucchio di fotocopie. Giusto per ricordare che quell’atto, lo dicono le carte, venne firmato dai soli Giovan Battista Castagna, Peppe Silvitelli e Annalucia Miragliuolo.
Ma queste sono ancora schermaglie, l’ultima trovata che caratterizza il “sottobosco” di questa campagna elettorale molto dietro le quinte ha qualcosa di davvero geniale. E’ chiaro che la fuoriuscita dall’attuale maggioranza di due esponenti di primo piano della stessa, gli ex assessori Ignazio Barbieri e Loredana Cimmino, abbia inizialmente lasciato sorpreso parte dell’elettorato. Quello che adesso preoccupa non poco Castagna e i suoi è che nel corso di alcune visite presso le abitazioni di cittadini casamicciolesi (da premettere che non tutti sono a conoscenza della “geopolitica”, anzi magari la vivono con distacco anche notevole). A qualche elettore che avrebbe espresso il proprio disagio ad esprimere la sua preferenza per chi si è allontanato da “Casa Castagna”, la risposta che sarebbe arrivata dalla controparte sarebbe stata davvero originale, forse più unica che rara: “Non vi preoccupate, non vi fate problemi, tanto alla fine siamo della stessa parrocchia”.
Insomma, né più e né meno alcuni candidati della fazione arnaldiana andrebbero raccontando che ci sarebbe già un accordo con i “rivali” per governare insieme all’insegna del “volemose bene”. Se nei primi due casi i malumori erano rimasti sotto traccia almeno come questa campagna elettorale, stavolta le cose potrebbero andare in maniera diversa. Il sospetto che si voglia “campare” di luce riflessa alla ricerca del consenso è un qualcosa che ieri mattina al Capricho agitava non poco gli animi dei presenti. E così c’è chi pensa a cosa dire al primo comizio, chi è convinto che bisogna replicare con la stessa moneta (sottoponendosi ad un tour de force porta a porta per smontare il teorema che non sta né in cielo né in terra) e chi vuole ricorrere al più classico – e verosimilmente funzionale – dei mezzi: l’affissione di un manifesto pubblico, anche se poi non manca un’ulteriore fazione che rimarca come sia inutile smentire pubblicamente un qualcosa che è stato “sussurrato” soltanto all’orecchio dei cittadini elettori. Beh che dire, meglio i comizi, i palchi, microfoni megafoni e quant’altro: tra poco, almeno, si giocherà a carte scoperte. E davvero non vediamo l’ora…