CRONACAPRIMO PIANO

L’ultimo schiaffo di Calise

A Casamicciola lo storico bar da martedì è aperto soltanto dalle 6 alle 15: è il primo segnale della crisi denunciata da Il Golfo, ma ad essere veramente patetiche sono le motivazioni addotte dai gestori

Abbiamo scritto determinate cose qualche tempo fa. E non è mancato chi ha voluto marciarci sopra, facendo finta che il problema non esistesse. Il problema esiste, invece, ed è reale. Le crepe si sono aperte e manifestate e la crisi – si, signori, la chiamiamo così, e non ci venissero a chiedere di definirla diversamente – adesso si manifesta in tutta la sua drammaticità. E rischia di far male ad un paese come Casamicciola che già è stato duramente colpito dal terremoto del 21 agosto 2017. Da martedì lo storico bar Calise di Piazza Marina opera nella cittadina termale a mezzo servizio, ma non ce ne voglia nessuno per farlo ha scelto una modalità che offende l’intero popolo casamicciolese e vogliamo augurarci che dal palazzo municipale che ironia della sorte è a pochi metri (l’ex Capricho, altra coincidenza per anni gestito proprio da Emiddio Calise) non voglia rimanere a guardare quella che è una vera e propria offesa.

Già, perché il cartello con il quale i gestori del Bar Calise hanno motivato la propria decisione è assolutamente un’offesa all’intelligenza della gente comune, anche della persona meno sveglia di questo mondo. Lo vedete nella foto riportata in pagina e recita testualmente: “Da martedì 19 novembre 2019 a causa dell’impossibilità di parcheggiare per i nostri clienti, osserveremo il seguente orario: dalle ore 6 alle ore 15”. Se qualcuno spera in un nostro errore di battitura si sbaglia di grosso, avete letto benissimo. Cioè, per Calise il problema è legato all’impossibilità di parcheggiare e allora per questo motivo è meglio fare mezza giornata e chiudere la bottega. E allora, visto che a nessuno piace essere preso per il culo, permetteteci una serie di considerazioni, senza che il cronista abbia la pretesa di vederle condivise da chi legge. La prima è fin troppo scontata: secondo questo modo di ragionare, tutte le attività sparse lungo Corso Luigi Manzi, fino all’altezza del distributore di benzina, dovrebbero chiudere i battenti o restare aperti poche ore al giorno, dal momento che le strisce blu sono disseminate lungo tutta l’area. Ieri pomeriggio abbiamo fatto una veloce passeggiata, osservando che per tutti gli altri esercenti la vita ed il lavoro continuano regolarmente.

Affisso un cartello con una puerile scusa: l’impossibilità di parcheggiare per i clienti impedisce lo svolgimento dell’attività, come dal mattino fino al primo pomeriggio le strisce blu fossero invece gratis. Il peggior canto del cigno per un marchio che ha scritto la storia dell’isola

Ma c’è un secondo aspetto che – non ce ne voglia Emiddio Calise – rende davvero patetica la motivazione addotta. Se il problema è legato al costo delle strisce blu, vorremmo ricordare a lor signori che la sosta è a pagamento anche dalle ore 6 alle ore 15, ossia nella fascia oraria di apertura del bar. Per quale motivo allora il problema subentra soltanto a partire dalle tre del pomeriggio? Siamo seri e sinceri, troppo facile ospitare clientela nelle fasce di maggiore affluenza e chiudere le serrande quando magari in inverno in una determinata fascia oraria è meno numerosa o si conta col contagocce. Insomma, siamo davanti ad una gaffe clamorosa ma anche a un’iniziativa che nella migliore delle ipotesi sembrerebbe quasi una sorta di ricatto: o consentite all’avventore di parcheggiare a titolo gratuito, oppure io lascio quest’angolo di Piazza al buio dal pomeriggio in poi. Dimenticandosi poi di quando, fino a prima dell’istituzione della sosta a pagamento, in determinate aree c’erano persone che parcheggiavano la vettura alle prime luci dell’alba e magari la rimuovevano nel tardo pomeriggio. Tutti sappiamo benissimo come stanno le cose nell’azienda Calise, quando abbiamo parlato di scricchiolii e possibili chiusure qualcuno si è preso la briga anche di riderci addosso, ma purtroppo – e vogliamo sottolineare purtroppo, perché siamo davanti ad uno di quei casi in cui aver preso una cantonata ci avrebbe fatto enormemente piacere – i nodi piano piano stanno venendo al pettine e a pagarne le spese comincia ad essere proprio Casamicciola. Dispiace davvero, perché un marchio come Calise ha fatto per più di mezzo secolo la storia di quest’isola diventandone un simbolo di qualità ed eccellenza nel mondo: ridursi a questi tristi “giochetti” per limitare al minimo i costi di gestione dell’attività è un qualcosa che purtroppo, in questa epopea, lascia una macchia a nostro avviso indelebile. Tutto ha un inizio e tutto ha una fine, ma per quello che nel contesto sociale ed economico di Casamicciola e dell’isola d’Ischia rappresenta un marchio come Calise, forse sarebbe il caso di passare la mano se non si è più in grado di garantire e offrire determinati standard. E’ vero, sono decisioni nelle quali chi guarda e opera dall’esterno non dovrebbe mettere bocca, ma è chiaro che quanto sta succedendo è un qualcosa di assolutamente inaccettabile. E, quel che è peggio, potrebbe essere soltanto l’inizio. Ma che dire, speriamo di sbagliarci ancora una volta. Nel frattempo, siamo certi che i soliti “filosofi”, stavolta, avranno molto meno da ridere. A meno che, ovviamente, il tasso di “taratura” (letteralmente essere tarati) non abbia raggiunto il livello di irreversibilità.

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luciamanna

Conoscendo “l’Etica del lavoro” di Emidio Calise, crediamo che il Suo sia stato un modo elegante e dignitoso x non esprimere esplicitamente l’impossibilità di sostenere i costi di gestione data la crisi economica in atto. Locale. Mondiale. Quello del Calise non rimane un raggiro o presa di fondelli. ma semplicemente una dura scelta. sofferta che seppur raggirata con un’ impossibilità di “sosta auto” non dovrebbe irrigidirci lasciando spazio ad un mal tolto confort giornaliero.I così detti: viveri di “confot” non essenziali alle 26000 calorie giornaliere che ci servono. Un servizio di mera facciata consumistica. E commerciale che se pur delinea una caduta di stile sotto il profilo commerciale e turistico non può e non deve essere fonte di rammarrico data la guerra economica in atto.In guerra e in Amore tutto é concesso! Emidio: mamma Tu salvi Roma …ma perdi un figlio”|

Giorgia

Articolo ridicolo, ancora mi chiedo che razza di giornalismo fate se mettete come main news una notizia becera come questa invece di dare spazio a informazioni più concrete. Sembra di leggere una rivista di gossip. Cosa non si fa per guadagnare 4 spicci…

luciamanna

Incominciamo dall’ABC .Gentile Giorgia, Calise …un nome-un Istituzione un Imprenditoria locale.L’imprenditoria fa parte di quel ramo denominato economia. Per cui il Calise Bar rientra nell’ assetto socio- economico della terra di Casamicciola e si espande nell’intera isola d ‘Ischia . L’informazione chiarisce a varie lettere come va il mercato turistico -locale ed é tenuta a pubblicare notizie inerenti ad esso Nel caso specifico non si tratta di gossip( sempre se lei ne conosca il significato) ma di concreta e reale informazione giornalistica. L’economia è il cardine di tutte le informazioni e se viene a mancare il supporto di un colosso economico locale come il Calise bisogna metterlo in evidenza in più passaggi per capire cosa succede e come rimediare. Il vero giornalismo é proprio questo ossia informare il cittadino di cosa sta accadendo in politica. In economia . E nel caso specifico cosa comporti una perdita di servizio Calise con tutte le altre sinergie che ruotano attorno ad esso nel comparto turistico -termale dell’isola d’Ischia. saluti distinti

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