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“Vogliamo la piscina per disabili di via Morgioni”

di Sara Mattera

Avrebbe dovuto avere una vasca dalle dimensione di 6 metri x 12, un sollevatore centrale, rampe di accesso, spogliatoi e locali tecnici. Stiamo parlando della piscina per disabili che avrebbe dovuto essere costruita a via Morgioni, nei pressi del mercato comunale di Ischia. Era il 2012, infatti, quando il sindaco, Giosi Ferrandino, comunicò, con grande orgoglio, alla comunità isolana che ad Ischia sarebbe presto stata costruita una struttura adatta a contenere una piscina per i diversamente abili con tanto di sala medica e attrezzature adatte per la fisioterapia fuori e dentro dall’acqua. Un punto di riferimento-come dichiarò lo stesso Ferrandino all’epoca- non solo per il Comune di Ischia, ma per l’isola intera che avrebbe potuto, così, finalmente colmare la mancanza di strutture ad hoc per i disabili o per chi, affetto da patologie di vario tipo, necessitava di idroterapie. Eppure, oggi, dopo 4 anni, quel progetto già definito, giace chissà dove, in qualche cassetto degli uffici comunali di Via Iasolino, forse dimenticato e sotto strati di polvere. Tutte le buone intenzioni e proclami degli anni passati, infatti, si sono dissolti nel nulla, insieme al milione di euro che sarebbe dovuto andare a finanziare il progetto d’avanguardia, lasciando così, deluse e disilluse le tante famiglie isolane che avevano creduto fermamemente alle parole dell’amministrazione di Ischia e che speravano di  poter dare  maggior supporto ai proprio disabili che dalle acque della piscina avrebbero certamente tratto beneficio. Proprio come Antonietta Trani, mamma di Carmela, una ragazza disabile che, purtroppo, anche a causa della mancanza di una struttura adeguata a soddisfare le esigenze fisiologiche legata alla propria disabilità, ha subito un aggravemento del proprio quadro clinico.  «Nel 2012- ci racconta Antonietta- Giosi Ferrandino, insieme all’archittetto Silvano Arcamone e con l’ausilio del dottore-fisioterapista Marco Barile, progettò questa piscina d’avanguardia, con tanta soddisfazione e fierezza.  Il progetto, poi, fu inserito nel piano triennale delle opere pubbliche del Comune di Ischia e avrebbe dovuto essere realizzato nel 2014 con i fondi provenienti dalla Regione Campania. Appariva, infatti, tra le opere che sarebbero state costruite nel primo anno del trienno 2014-2016. Poi, però, quando sono usciti i bandi regionali, il progetto della piscina è stato messo da parte per dare priorità alla realizzazione della rete fognaria e quindi, non c’erano più abbastanza fondi disponibili per poter realizzare entrambe le opere».  Ancora una volta, quindi,  i disabili sono stati messi da parte da un sistema che ha ritenuto, evidentemente, più urgente attuare il progetto dell’impianto fognario, certamente  di grande utilità per l’isola, ma che, purtroppo, ha fatto passare in secondo piano le esigenze di tante famiglie che da anni erano in attesa della realizzazione di una piscina ad hoc.  Questa battaglia per una struttura adeguata per  le esigenze di chi soffre di patologie fisiche, è infatti, di lunga data, cominciata già negli anni ‘90 anche da Rosa Iacono, presidentedell’associazione Croce Rosa di Ischia e dell’Associazione Disabili. Quest’ultima, infatti, nel 1996, stipulò una convenzione con il Comune di Ischia per la concessione, in uso esclusivo, di un locale sito all’interno della struttura di via Michele Mazzella, dove risiedeva e risiede tutt’ora l’unica piscina comunale del territorio isolano, per la costruzione di un impianto terapeutico da adibire a piscina per disabili.  Convenzione che, però, in questi anni, ha incontrato numerosi ostacoli e, ad oggi,  l’impianto risulta poco funzionale alle esigenze effettive di persone con disabilità. «Quella piscina- ci dice Antonietta- non è adatta per chi soffre di disabilità, perché è alta. Per lo più potrebbe essere utilizzata per i bambini. Anche molti esperti hanno detto che non è idonea. Inoltre, ci vorrebbero molti altri soldi per sistemarla in modo adeguato e renderla funzionale per tutte le esigenze dei disabili».  Antonietta, però, non si da per vinta e non ha messo di credere nel progetto della piscina di Via Morgini che potrebbe essere d’aiuto a tante famiglie isolane che, oggi giorno, sono costrette a ricorrere a strutture private per poter aiutare i propri figli disabili, sobbarcandosi anche di costi eccessivi. Come, d’altronde ne guadagnerebbe giovamento anche lo stesso Comune di Ischia. «Il progetto del Comune di Ischia era all’avanguardia. Avrebbe potuto aiutare, oltre che le famiglie isolane, anche chi abita altrove e che, magari, per far fare fisioterapia ai propri parenti disabili è disposto anche a spostarsi verso mete che hanno strutture adeguate. La piscina avrebbe potuto essere, quindi, un trampolino di lancio per un nuovo tipo di turismo isolano indirizzato anche alle persone disabili. Gli albergatori si lamentano sempre qui sull’isola non abbiamo un turismo di qualità  e allora perché, data la situazione, non si battono con noi per questa giusta causa?” Ed infatti all’epoca dei fatti lo stesso sindaco Ferrandino asserì che, se da un lato la struttura in questione avrebbe consentito il recupero fisico degli ischitani afflitti da patologie che potevano essere curate con terapie in acqua, al contempo avrebbe rappresentato anche un surplus nell’offerta turistica dell’isola che, tra mare, terme, ed acque curative sarebbe diventata, ancor di più, uno dei luoghi simboli della balnoterapia italiana. Un progetto, quindi, davvero utile e adatto a soddisfare le esigenze di più parti e che, però, oggi rischia di cadere nel dimenticatoio. Un’eventualità questa, che getterebbe ancor più nello sconforto le tante famiglie isolane che desiderano fermamente una struttura per disabili e che, potrebbe, essere anche utilizzata dai tanti appassionati di sport acquatico. Ecco perché, Antonietta, con tenacia, è disposta a continuare questa battaglia per la quale ha lanciato un accorato appello all’amministrazione di Ischia: «La mia richiesta è questa: Qualora fosse scaduto il progetto della piscina per disabili di Via Morgioni, chiedo che lo stesso sia riportato in commissione paesaggistica, oppure che sia sottoposto all’attenzione della sovraintendenza. Chiedo che sia completato, qualora dovrebbero essere apportati dei cambiamenti nel progetto iniziale, in modo tale da farci trovare pronti per i bandi di finanziamento dei fondi europei e regionali per questo nuovo anno.  Se Giosi davvero ha creduto in questo progetto e non ci ha preso in giro, deve allora  agire nuovamente su questo fronte. Anche perché, il nuovo presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, ha spesso detto di voler dare priorità ai disabili e agli anziani.  Noi vogliamo che tutte queste chiacchiere si trasformino in fatti.  I politici isolani devono battersi per il nostro territorio, e non  restare seduti n un ufficio!» Nella speranza che questo accorato appello venga accolto dall’amministrazione di Ischia e dallo stesso Giosi Ferrandino che tanto si era dato da fare per dare luce a questo progetto, l’invito ad aderire alla causa di Antonietta e a quella di tante altre famiglie isolane nella stessa condizione è rivolto anche a tutti i cittadini isolani. Quest’anno, infatti, l’associazione Uildm di Ischia e Procida ha lanciato“Io Sono Filippo”, un nuovo progetto che ha come obiettivo  quello di sensibilizzare la comunità alla disabilità. Attraverso la pagina facebook del progetto in questione, Raffaele Brischetto, responsabile della Uildm isolana e Antonietta Trani stanno cercando di diffondere questa problematica della piscina, sperando che possa servire anche da incentivo alle istituzioni ad agire a tal proposito. Chiunque, quindi, voglia manifestare il proprio supporto morale a questa nobile causa, potrà farlo condividendo semplicemente la pagina del progetto, facendola così conoscere a più persone, affinchè il grido di aiuto di mamma Antonietta e di tanti genitori come lei non rimanga inascoltato

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