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Malmenava la nonna per estorcerle il denaro, condannato a quattro anni

Quattro anni di reclusione e 4mila euro di multa. È questa la condanna emessa ieri dal Tribunale per Vincenzo Ladinetti, il giovane isolano accusato di maltrattamenti e di estorsione ai danni della propria nonna, con la quale conviveva. Il responso è arrivato ieri in tarda mattinata, quando il giudice Capuano ha letto il dispositivo che stabilisce appunto una pena di quattro anni di prigione,  per il reato previsto dall’articolo 572 del codice penale, recante la rubrica di maltrattamenti contro familiari o conviventi, e per il delitto di estorsione previsto dall’articolo 629 dello stesso codice. Di quest’ultimo reato, sono due gli episodi accertati dal giudice. A ciò si aggiunge la multa citata, mentre sono state concesse le attenuanti generiche prevalenti. Inoltre, il giudice ha stabilito anche una pena accessoria, quella prevista dall’articolo 28 del codice penale, consistente in cinque anni di interdizione dai pubblici uffici. Revocata la misura del divieto di dimora sull’isola. Per conoscere le motivazioni della decisione occorrerà attendere sessanta giorni, quando il giudice depositerà la sentenza. Intanto, il primo atto di una brutta storia si è chiusa con una condanna che, paradossalmente, dal punto di vista della difesa, sostenuta dall’avvocato Luigi Tuccillo, può considerarsi finanche positiva nelle sue dimensioni rispetto alle accuse.

La vicenda, dal punto di vista giudiziario, iniziò nel maggio 2016, quando i carabinieri della Compagnia di Ischia, guidati dal capitano Andrea Centrella trassero in arresto il giovane ischitano con le accuse di estorsione, maltrattamenti in famiglia, minacce e lesioni personali. L’uomo, finito in manette al termine di un’operazione condotta dagli uomini del Nucleo Operativo Radiomobile e della Stazione di Ischia, coordinati dal luogotenente Michele Cimmino e Sergio De Luca,  risulta residente in via Mandarino ma domiciliato in via Pontano. Da tempo, secondo l’accusa, Ladinetti aggrediva e picchiava la nonna anziana, cui estorceva somme di denaro tratte dai suoi risparmi oltre che la stessa pensione. I militari tra l’altro lo trovarono in possesso di una somma pari a 4.100 euro, che vennero restituiti alla povera donna. Dopo l’ultima aggressione subìta, la donna venne refertata al Rizzoli, dove i medici constatarono un trauma cranico con ecchimosi e contusioni su varie parti del corpo, giudicandola guaribile in sette giorni.

I Carabinieri portarono così alla luce una situazione familiare più che degradata, dove l’allora trentacinquenne arrivava a malmenare la propria anziana congiunta pur di ottenere quel denaro che reputava essergli in qualche modo dovuto per sostenere il proprio stile di vita. Un’attitudine che, oltre alle aggressioni condotte a volte anche con corpi contundenti, aveva provocato il prosciugamento quasi completo dei risparmi della signora. Al nipote non è servito negare gli addebiti, arrivando persino ad affermare di non aver mai messo le mani addosso alla nonna, i cui problemi fisici non sarebbero stati originati dai suoi maltrattamenti: di fronte alle prove emerse, il giudice non gli ha creduto. Tra due mesi si conosceranno le motivazioni.

Francesco Ferrandino

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