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L’isola, il teatro e le polemiche

Di Antonio Lubrano

 

Temporale forza dieci per tutta la giornata di lunedì scorso  fino a tardissima sera  sulle pagine facebbok del sottoscritto e dei responsabili del Teatro Ischia, Corrado Visone, Enzo Boffelli  e Cenzino Di Meglio, dopo l’arrivo nelle edicole de il Golfo che pubblicava lo speciale sul teatro a Ischia di ieri e di oggi curato da me e da mio fratello Michele. L’articolo d’apertura  firmato da chi scrive, riportava il lamento  di Gianni Vuoso pubblicato su Il Dispari  di mercoledi 18 novembre, esattamente  5 giorni prima del mio intervento, con cui metteva in evidenza che gli isolani snobbavano il Polifunzionale rimarcando che “anche stavolta la sala mezza vuota” e se ne doleva aggiungendo “Ma come siamo fatti in quest’isola”  ed infine sferrando il colpo di grazia all’indirizzo degli ischitani  con la lapidale frase “Lo ripetiamo ancora, il Premio Aenaria e Ischia Teatro sono le solite perle ai porci”. E vi pare poco ?  Questa è un’offesa a buon mercato ! Nell’articolo non avevo fatto il nome del Vuoso, identificandolo però  usando le virgolette con la parola “portavoce”, visto che egli scriveva con assidua frequenza per la Rassegna. Apriti cielo: fulmini e saette (per modo di dire) al’indirizzo del sottoscritto e de il Golfo. Cenzino Di Meglio ci fa sapere con forza che il portavoce ufficiale del Premio Aenaria e di Ischia Teatro era egli medesimo e mai aveva scritto o pronunciato quelle parole così forti ed offensive all’indirizzo degli ischitani. Vista la foga, l’ho dovuto tranquillizzare rispondendogli così:  “ Infatti non le hai pronunciate tu, e nè io te le ho attribuite. Quando ho citato il termine “portavoce” mi riferivo a Gianni Vuoso che scrive e commenta con assiduità la vostra attività teatrale al polifunzionale sul quotidiano locale Il Dispari” E ancora Cenzino: “Allelujia…ha scritto un pezzo al limite della querela, si rende conto? Stia più attendo e venga a teatro, sono sicuro che si divertirà”. Corrado visone non è stato da meno che ha così saettato, quasi che gli avessimo fatto cadere giù il Polifunzionale:  “.Caro Antonio Lubrano smentiamo con fermezza che il portavoce della Rassegna o altro iscritto all’associazione Amici del Teatro (che organizza Premio Aenaria, Ischia Teatro Festival e Rassegna del Teatro Isolano) abbia mai pronunciato e/o scritto quelle parole, così come si può anche leggere sui vari comunicati stampa che avete in redazione, o consultando il nostro sito. Poi non capiamo perché un giornale serio e autorevole come Il Golfo, che tra l’altro è accreditato a tutte le nostre attività, possa pubblicare certe notizie senza cercare un chiarimento con i diretti interessati. Noi Amici del Teatro investiamo passione, tempo e soldi in quella struttura, mal ridotta fino a pochi anni fa. Da Sala l’abbiamo trasformata in Teatro Polifunzionale Ischia e lo abbiamo fatto per gli ischitani e mai  ci sogneremo di offenderli. Con questo chiudiamo una polemica che è un po’ degenerata sui social network e ha reso qualche click

al giornale. Cordialmente. A Visone ho risposto molto semplicemente così: Caro Visone, pare di aver scritto anche che il vostro lavoro è notevole. Non vi ho denigrato. Ho fatto delle considerazioni legittime su come si muove il pubblico isolano nei riguardi del teatro. Esso va capito e non offeso come ha fatto Gianni Vuoso sul Dispari. Mi considero anch’io, modestamente, uomo di teatro (amatoriale), per averlo fatto e vissuto in gioventù. Quindi apprezzo il vostro impegno augurandovi il successo che meritate. Ricambio gli abbracci. L’ultima risposta a Cenzino Di Meglio: “Ripeto,ho scritto “portavoce” fra virgolette senza l’intenzione di riferirmi al portavoce ufficiale dell’Oganizzazione che tra l’altro non conoscevo. Il mio rilievo su quanto di sgradevole è stato scritto voleva ricondursi al suo autore che non era nessuno di voi, ma colui che scrive per il vostro impegno teatrale su Il Dispari,quel Gianni Vuoso che non è nuovo a “sparate” di questo tipo, Di quel Vuoso di cui volutamente nel mio articolo ho omesso di citarne il nome sapendo che si poteva immaginare di chi si fosse trattato. Presumo che quell’articolo, con quella frase, l’abbiate letto qualche giorno fa alla sua uscita e che ne foste oggi a conoscenza, prima di averlo appreso da Il Golfo. In ogni modo calma. So cosa ho scritto e so pure che penso bene del vostro lavoro e della vostra passione per il teatro. Abbiamo voglia di divertirci, E per questo contiamo su di voi” . Fin qui la maratona di incazzatura e precisazioni sostenuta su facebook per difendermi da attacchi fuori luogo ed immotivati dal momento che avendo rilevato le parole offensive del Vuoso all’indirizzo degli ischitani rei di disertare il teatro al Polifunzionale,  ben cinque giorni dopo la pubblicazione su Il Dispari, si presume, anzi ne sono sicuro, che gli interessati Corrado Visone, Enzo Boffelli, Cenzino  Di Meglio e Compagnia bella, erano a conoscenza della personalissima “perla” del loro amico Vuoso giustamente sostenitore della loro impegnativa attività teatrale sull’isola. Ebbene se ne erano davvero a conoscenza, perche tanta premura e determinazione a dichiarare che quanto da me rivelato su il Golfo non era…farina del loro sacco ? La cosa triste è che nessuno di loro si è dissociato dalla irriverente posizione del Vuoso. Mi aspetto in proposito  la diffusione di un comunicato ufficiale  con cui i responsabili del Premio Aenaria e di Ischia Teatro dichiarino di non condividere l’espressione offensiva usata dal Vuoso nei confronti degli ischitani. I quali amano il teatro, lo seguono e pretendono che si capiscano i loro gusti nella loro naturale varietà. Ho scritto che il teatro per certi versi è divertimento, quando questo elemento viene a mancare, diventa noia. E’ una opinione da rispettare. Le rappresentazioni teatrali del Premio Aenaria con chiara

matrice culturale, sono più da teatro d’essai che da commedia vista, goduta, applaudita  e basta. E’ un concetto che mi piace ribadire. Ci si chiede il perchè  di tanto flop agli spettacoli dei sabato sera con compagnie teatrali che vengono da fuori. La risposta è semplice e spontanea: la gente, quella che dovrebbe riempire per intero la sala, non si diverte. Tutti coloro a cui piace andare a teatro non sono dotati degli stessi identici gusti. C’è chi stravede (la maggioranza) per la commedia popolare fatta di brio, scioltezza, comicità, inciucio e chi invece ama il lavoro teatrale impegnato, di denuncia e ideologicamente etichettato come se lo immmagina l’autore, c’è chi preferisce il varietà, le canzoni, la mossa, lo spogliarello (altra maggioranza) e chi invece gradisce  lavori teatrali d’essai per un pubblico da dibattito tipo quello che frequenta… il circolo Sadoul, per intenderci. Non si può pretendere di riempire la sala richiamando un pubblico al completo ma con piacenze differenti. E’ vero, la rassegna Aenaria al Polifunzionale sta offrendo lavori teatrali di rilievo, però scarsamente seguiti, per via anche del fatto che le compagnia “straniere” non portano pubblico locale a sufficienza, per lo più fatto di famigliari degli attori ed amici, ed amici degli amici. E questo conta tanto sull’economia di una gestione.

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