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Malvarosa, il “sapore” della comunicazione

Trasmissioni televisive con chef e food influencer, blog belli e accattivanti, pronti ad acchiappare sempre più followers attraverso immagini succulenti e trasudanti di bontà. Il tema “cibo” è ormai ovunque, naviga sul web, corre veloce sul filo della comunicazione. Eccessiva spettacolarizzazione? Forse, o meglio, forse troppo. Anche perché spesso si fotografa un piatto senza gustarlo veramente con gli occhi prima che con reflex o cellulare quando si è seduti al tavolo di un ristorante, lasciando che l’estetica prenda il sopravvento sul gusto. L’antica diatriba tra il bello e il buono, insomma. Ci sarà pure tanto internet da consultare per ricette insolite e gustose ma come non considerare il fascino della vecchia carta stampata in questo meraviglioso mondo fatto di sapori e profumi? Se lo chiedeva anche Rossella Guarracino quando nel 2008 fondò a Forio la casa editrice Malvarosa, facendo del food, il più grande aggregatore della storia dell’umanità, una materia narrativa di gusto, senso e bellezza che da Ischia varcò presto i confini naturali di una piccola isola per imporsi tra le più attive publisher e food agency nazionali. D’altronde, intorno al cibo, c’era ancora tanto da parlare. E da scrivere.

Con l’aiuto di Anna Baldini in redazione, Roberta Gatta al marketing e Annalisa Serpe alla grafica, Malvarosa inizia dapprima a pubblicare collane e monografie, prodotti editoriali di altissima qualità con immagini stupende e autori di grandissimo richiamo nel mondo del food, da Renato Ardovino al nutrizionista Giorgio Calabrese, solo per citarne alcuni. Basti pensare che l’idea del primo libro italiano sul cake design nasce dalla mente geniale di Rossella Guarracino e diventa un successo tale da meritare nel 2014 il Gourmand Awards, il riconoscimento internazionale che premia i migliori libri gastronomici del mondo. In Italia però si scrive tantissimo ma si legge pochissimo e in questo mare magnum di foto, blog e parole occorre continuamente reinventarsi per non rimanere un nome qualsiasi. Soprattutto per chi di una passione intende farne il proprio futuro lavorativo. Il mercato del cibo cambia, è in continua evoluzione e, accanto alle edizioni curate in ogni dettaglio, occorre accompagnare le aziende, gli chef, i ristoranti verso un nuovo percorso. Ha un nome inglese ed è puro marketing, si chiama “food experience”: l’emozione o la storia legata al territorio in cui un prodotto è nato e cresciuto da mettere a totale disposizione dei consumatori sempre più esigenti, i cosiddetti foodies.

Da qui nasce l’altra anima di Malvarosa, il marketing e la comunicazione, collaborando con famosi marchi nazionali e testate online, una food agency, insomma, che coniughi l’amore per la cucina con l’imprenditoria delle idee “buone e belle” e valorizzare così il branding a supporto del food. Sono diversi i “piatti forti” dell’agenzia, oltre alla cura nell’immagine e il forte e convincente storytelling: il Food Blog Award, ad esempio, l’oscar che Malvarosa dedica ogni anno ai migliori blogger italiani, selezionati nelle diverse categorie che vanno dal best food writing alla migliore fotografia, dalla cucina regionale al turismo enogastronomico. Per non parlare del bellissimo blog Cake, sul canale cucina del Corriere.it gestito direttamente dallo staff di Malvarosa con ricette legate alla più vera tradizione italiana mentre è di imminente pubblicazione il prossimo libro di un mito della pizza, Gino Sorbillo. Una chicca poi è il magazine curato sul sito del Napoli Pizza Village ma per avere un’idea di cosa significhi dare maggiore sapore alla comunicazione del cibo, basta andare sul loro sito, raffinato, originale, curioso. Niente food porn né complesse preparazioni ma solo un ingrediente segreto, il senso del bello e del buono tra design, stile e ricerca.

Malinda Sassu

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