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Fermi tutti: pulizia locale!

 

di Graziano Petrucci

Il dovere deve chiamare gli amministratori a una svolta. Una sola, drastica. Oltre a trovarmi d’accordo con l’amico Franco Borgogna, il quale attraverso le sue opinioni – che condivido con piacere- ha rilanciato tra le altre cose l’istituzione di una Polizia locale unica sull’isola, alla sua, aggiungo, tempo fa proposi di “richiamare in servizio” il Generale Bertolini cui affidare questo compito o almeno chiedergli un suo apporto concreto. Paracadutista incursore oggi in congedo è l’attuale Presidente Nazionale dell’Associazione Nazionale Paracadutisti d’Italia (ANPdI). Uomo d’esperienza, molta, è quello più adatto per ridare senso e sostanza a una cosa che avrebbe già dovuto assumere i connotati di un’efficiente “polizia locale” con personale preparato e all’altezza. L’unificazione, o meglio la creazione, è uno degli strumenti inevitabili e necessari su cui bisogna cominciare a discutere. Sia per rispondere alle nuove esigenze come per la gestione di certi servizi ma soprattutto per finirla di delegare i compiti di pattugliamento e controllo del territorio, e tanto altro, con una serie interminabile di spallucce da parte di agenti e locali comandanti, alla Polizia o ai Carabinieri. Questo “dovere” che si materializza in capo ai Sindaci e non esclude chi è parte dei governi locali nei sei comuni è un treno che porta con sé anche altre questioni ed è arrivato il momento di accoglierlo in stazione dopo aver stappato la testa dalla sabbia. Lo ripeto, ancora una volta. L’isola d’Ischia nei prossimi anni, quasi certamente, vedrà aumentare i flussi turistici. Se qualcuno di voi ci ha fatto caso, i più attenti se ne saranno accorti, da qualche anno si è amplificata la presenza di persone con nazionalità francese. Viaggiatori provenienti dagli Usa che non mancano si trovano poi con turisti tedeschi o svedesi o inglesi, segno evidente di un cambiamento lento ma dinamico. La tendenza all’esperienza del viaggio e perciò comprensiva del voler vivere un luogo attraverso la conoscenza delle tradizioni e del suo folklore, quasi ridotto quindi l’ambito della “semplice” vacanza, è la nuova inclinazione. Una tendenza che deve accendere qualche lampadina – ossia parliamo di “riflessione” per chi se la può permettere – nella testa di noi tutti e in specie nell’attività di chi l’isola deve governarla mediante il proprio contributo amministrativo. Nelle settimane scorse s’è verificato, di nuovo, un fatto spiacevole. Un tassista, uno di quelli cui andrebbe sospesa la licenza immediatamente perché il peso della sua figura – immaginate di quale sto parlando – grava su tutti e in particolar modo sui lavoratori onesti della categoria, per meno di quattro chilometri ha chiesto a un cliente la modica cifra di cinquanta euro. Ovviamente la scena segue lo schemetto di altre figure fatte in passato, senza tassametro e per nulla in linea con le cifre di una corsa di rito. La polizia municipale “locale”, invece, cosa fa? Quando arriva, se e quando, a qualche agente l’ordine di compiere un controllo nella verifica delle autorizzazioni per gli operatori di servizio pubblico, e qualcuno passa per il rotto della cuffia, la polizia locale fa spallucce. Quando arriva il controllo, ho detto. Di notizie che ci avvertono di verifiche da parte dei vigili non ne abbiamo, o se qualcuna c’è stata non ne abbiamo avuta la pubblicità che evidentemente meritava. Idem non abbiamo notizie su una possibile attività d’indagine per scoprire l’autore di questa “magra” figura e neppure per affermare che la polizia locale, in fondo, c’è ed esiste. Tassisti di altri comuni che operano in territori diversi da quello che gli ha rilasciato la licenza – la legge cui si rifanno tutti i regolamenti comunali parla chiaro – e senza tassametro ormai sono una consuetudine. Lo stesso si può dire sulla chiusura di un occhio, in certi casi si tratta di entrambi, da parte di agenti municipali durante le verifiche. È vero, bisogna lavorare e nessuno si sognerebbe di rompere le scatole in questi pochi mesi di guadagno, salvo che non si tratti di qualche fatto veramente clamoroso. Il problema, tuttavia, non è degli operatori di servizio pubblico. Se vogliamo, non è neppure di quei coglioni che rubano ai clienti, sminuendo lo sforzo dei loro colleghi onesti. Il problema, al contrario, ha una fonte diversa. La mancanza di una decisa e ferma determinazione da parte dei Sindaci, e delle amministrazioni che conducono. Si tratta di temi intrecciati a matassa che uno per volta dobbiamo sciogliere. Perché generano complicazioni a cascata. Regolamento unico per la gestione del servizio taxi sull’isola, con la tutela del compito che hanno nel meccanismo dell’economia, e unificazione della Polizia locale. Speriamo che l’amministratore medio, normalmente lungimirante quanto un pesce rosso in una boccia d’acqua torbida, sia capace di leggere tra le righe. Senza pretese però, può bastare anche solo leggere.

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