POLITICAPRIMO PIANO

La stoccata di Di Vaia: Salire e scendere per convenienza, il Pd a Ischia non sia più un tram»

Dalla maggioranza alle elezioni europee, passando per le dimissioni di De Siano e gli ammiccamenti tra Giosi e Gianluca Trani. Poi Universiadi ed altro: lunga intervista de Il Golfo al vicesindaco d’Ischia

Se ne sono andati due anni di mandato per questa amministrazione. Una compagine di governo che, inutile negarselo, ha saputo essere straordinariamente camaleontica cambiando più volte pelle ed abito. Cosa c’è da salvare di questo primo biennio?

«Gli abiti sono cambiati ma a ben pensarci adesso – che la situazione pare essersi stabilizzata – il vestito è tutto sommato rimasto lo stesso con l’aggiunta di qualche accessorio importante che lo ha notevolmente impreziosito. Insomma, è certamente positivo da un punto di vista squisitamente politico che la maggioranza resta quella che ha espresso l’elettorato due anni fa, con l’innesto di due consiglieri comunali dal mio punto di vista assolutamente in grado di dare un contributo al paese. Non solo, mi piace pensare che Antonio Mazzella e Antonello Sorrentino rappresentino il meglio che la squadra di Gianluca Trani ha saputo proporre e produrre nelle elezioni del 2017».

Una delle cose più singolari di questi due anni è certamente il rientro con la coda tra le gambe dei consiglieri di Vivere Ischia, che pure avevano abbandonato la maggioranza “sbattendo la porta”. A posteriori, che idea ti sei fatto di quegli eventi?


«L’appoggio di Gianluca Trani a Giosi Ferrandino? Il problema è che il Pd così assume le sembianze di un tram: saliamo a bordo per arrivare alla fermata che ci interessa e poi scendiamo dicendo “buonanotte e arrivederci”. Questo non dovrebbe succedere. La maggioranza? Nessun ulteriore allargamento, sta bene così»

«In politica ognuno si gioca le proprie carte in funzione degli obiettivi che ci si prefigge e il discorso vale ancora di più se non si parla di singoli ma di gruppi politici, che per vocazione si muovono all’unisono. Secondo me non sono rientrati con la coda tra le gambe, hanno compreso che le agibilità politiche si conquistano con il lavoro amministrativo che va fatto ogni giorno con abnegazione e spirito di appartenenza. E’ chiaro che sono contento dell’epilogo che ci consente di poter contare su quattro validi consiglieri: dal momento del loro rientro l’amministrazione ha oggettivamente cambiato passo, questo credo è davanti agli occhi di tutti. Ed è stato anche merito loro…».

Passiamo a qualcosa di più recente. Ne ha già parlato Lello Pilato, che non ci ha visto nulla di strano. Le recenti elezioni europee hanno segnato il ritorno di fiamma tra Gianluca Trani e Giosi Ferrandino, col primo che ha chiaramente appoggiato la candidatura del secondo. Il problema è che lo stesso hanno fatto anche Enzo Ferrandino e i suoi, che Trani in consiglio comunale ce lo hanno come avversario tra i banchi di minoranza. Non è una promiscuità un po’ eccessiva?

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«Partiamo da un presupposto: molti addetti ai lavori sull’isola hanno colto l’occasione di capire l’importanza di avere un rappresentante ischitano in seno al parlamento europeo. Credo che il filo conduttore che ci ha tenuto uniti sia stato questo, ma il mio rammarico è che tutti i personaggi menzionati fanno parte del Partito Democratico o ne sono riconducibili. Il problema è che il Pd così assume però le sembianze di un tram: saliamo a bordo per arrivare alla fermata che ci interessa e poi scendiamo dicendo “buonanotte e arrivederci”. Questo non dovrebbe succedere ma in fondo l’esempio che ho portato vale anche su scala nazionale ed è alla base dello stato di sofferenza che il partito sta vivendo negli ultimi anni. Insomma, è chiaro che a queste condizioni io non ci sto…».

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Ossia, per essere più chiari?

«Bisogna avere il coraggio di rivendicare un’identità del Pd, a prescindere dalle persone. Sotto un progetto politico devono muoversi delle persone, non si può invertire il ragionamento: non si può essere gruppo e poi decidere la linea in base all’obiettivo che si è proposto tizio o caio».

«Il chiosco alla Mandra? Saremo attenti e vigili affinché non si deturpi nuovamente quel luogo, che ritengo uno dei più belli al mondo; ma sono convinto che contemperando tutte le esigenze, troveremo una soluzione adeguata e soddisfacente»

Insomma, detto in parole povere il fatto che si sia andati a cercare il sostegno di Gianluca Trani che – pur provenendo da quell’estrazione politica – da un po’ di tempo si era chiaramente tirato fuori, è una cosa che non ti ha fatto assolutamente piacere.

«E’ esattamente così, io con questi presupposti ne avrei fatto a meno: ecco perché diventa difficile tenere unite le persone, anche perché poi si arriva al paradosso che dopo dieci giorni ci si siede in consiglio comunale e si torna ad essere avversari. Paradossi che il Pd ha consentito a livello locale e nazionale, ma che gli si sono ritorti contro con un effetto boomerang».

Secondo te quanto successo proprio in occasione delle Europee è l’avvisaglia per un ulteriore allargamento della maggioranza o pensi che resterà un episodio isolato?

«Credo che la maggioranza stia bene così, ora c’è soltanto da lavorare. Auspico che i giochetti della politica siano finiti, i gruppi in consiglio siano chiari e definiti. Insomma, voltiamo pagina e pensiamo ad altro».

Dietro le dimissioni di Domenico De Siano può essere un “assist” a Enzo Ferrandino? Insomma un intento di rafforzare la maggioranza con l’ingresso in consiglio di Gennaro Scotti dopo che qualcuno l’ha tradito per dare fiducia a Giosi?

«Non credo ci sia un automatismo tra le due cose. Penso che De Siano era un autorevole esponente del civico consesso, e con il suo addio mi pare evidente che Forza Italia esca nettamente ridimensionata e indebolita, senza nulla togliere a Gennaro Scotti».

Sta facendo molto discutere la questione del chiosco alla Mandra.

«E’ un tasto sensibile. Io sono dell’idea che sia giusto affidare gli spazi pubblici, specialmente quelli di particolare pregio, a gestori di attività commerciali che siano in grado di valorizzarli al meglio rendendoli fruibili particolarmente ai turisti. Una piazza vuota è una tristezza a prescindere, ecco perché ritengo che bisogna ragionare su un progetto che dal punto di vista paesaggistico non abbia quell’impatto che ha caratterizzato la struttura che precedentemente insisteva in loco. Saremo attenti e vigili affinché non si deturpi nuovamente quel luogo, che ritengo uno dei più belli al mondo; ma sono convinto che contemperando tutte le esigenze, troveremo una soluzione adeguata e soddisfacente».

Non sono mancate le polemiche relative alle domeniche in festa su Corso Vittoria Colonna. Lo stesso Lello Pilato, in un’intervista a Il Golfo, aveva parlato di un suk dove si friggono panzarotti. Un giudizio non proprio lusinghiero…

«Partiamo da un presupposto che non è assolutamente da trascurare: queste iniziative partono dalle attività commerciali dei luoghi interessati. Gli stessi hanno inteso mettere in piedi il progetto e noi come amministrazione abbiamo dato il nostro avallo. Credo sia utile che gli operatori prendano delle iniziative e si assumano la responsabilità di quello che fanno. A noi, ovviamente, resta il compito di vigilare: ma in ogni caso, credo che allo stato attuale sia davvero ancora presto per poter esprimere un giudizio definitivo sull’evento. In fondo, anche Borgo in Festa è un continuo work in progress, eppure va avanti da quattro anni: insomma, nulla esclude che si possano apportare degli accorgimenti. Ma il coraggio e lo spirito di iniziativa, ci tengo a sottolinearlo, vanno lodati».

Passiamo alla Festa di Sant’Anna. Mai come quest’anno la macchina organizzativa si era mossa in netto anticipo, poi negli ultimi tempi tutto pare essersi misteriosamente arenato. E’ soltanto (spero) un’impressione?

«Con un impegno di circa tremila euro a Comune, l’isola ha di fatto inaugurato le Universiadi agli occhi non solo del mondo ma di oltre 150 addetti ai lavori offrendo loro il meglio della tradizione gastronomica ischitana. Sfido chiunque a dimostrare che con un investimento così limitato si potesse fare meglio»

«In tutta sincerità muoverci per tempo ci sta aiutando a fare un po’ di luce su quello che dovrebbe essere il futuro della festa. Sono determinato a perseguire l’idea che debba nascere una scuola dei costruttori a Ischia, perché l’impressione è che le nuove generazioni non seguano le orme dei loro padri. Attenzione, non dobbiamo far morire questo filone, ecco perché occorre un qualcosa che non trasmetta soltanto competenze tecniche ma anche e soprattutto passione. Comunque non si è arenato nulla, semplicemente abbiamo dovuto far coincidere i nostri tempi con quelli della Regione Campania e mi riferisco alla pubblicazione del bando sul turismo: sostenere la festa con i soli fondi comunali sarebbe stato un onere non da poco, per cui si è andati un po’ per le lunghe. Ma sono tranquillo e soddisfatto di come stanno andando le cose».

L’ultimo passaggio, inevitabile, è sulle Universiadi. L’isola è stata coinvolta in maniera degna o poteva andare meglio?

«Diciamoci la verità, da queste parti le polemiche sono un po’ il sale di ogni giornata. Non mancano mai, e spesso sono davvero fuori luogo ma capisco che facciano parte del gioco. Le isole sono state penalizzate, e lo dico dopo aver incontrato anche le alte sfere del comitato organizzativo, soprattutto da un problema di logistica: c’è un protocollo che impone che debbano esserci dei tempi contingentati anche per recarsi dalla struttura alberghiera nella quale alloggiano all’impianto nel quale devono allenarsi. Ed è chiaro che, con questi presupposti, Ischia, Capri e Procida hanno l’handicap del mare da attraversare, un ostacolo evidentemente insormontabile. Fatta la premessa, mi piace sottolineare una cosa…».

Prego.

«Con un impegno economico di circa tremila euro a Comune, l’isola ha di fatto inaugurato le Universiadi agli occhi non solo del mondo ma di oltre 150 addetti ai lavori (cariche istituzionali, giornalisti e ambasciatori) offrendo loro il meglio della tradizione gastronomica ischitana. Non a caso, il prossimo 10 luglio oltre cento giornalisti verranno a fare un tour sulla nostra isola, accolti dai sei sindaci ai piedi del Castello Aragonese: capirete che per Ischia si tratta di un momento di visibilità davvero straordinaria se si considera l’investimento fatto. Ora la domanda che io vorrei rivolgere a tanti è la seguente: come avrebbe potuto un Comune spendere meglio tremila euro a fronte di un tale ritorno d’immagine? Francamente, credo che abbiamo fatto il massimo e soprattutto ci siamo cimentati in un vero e proprio atto di coraggio: qualcuno dimentica che abbiamo dovuto confrontarci con un’organizzazione come quella delle Universiadi, chi si occupa dei servizi dello stadio San Paolo ed anche con la sicurezza del presidente della Repubblica. Non credo sia stata roba da poco, onestamente…».

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Valerio Fusco

Siete e resterete SEMPRE dei buffoni.
E ancora più buffoni quelli che vi hanno votato e non parliamo poi dei traditori che dovrebbero vergognarsi davanti ai loro figli per il modo viscido in cui hanno tradito i loro elettori..Ma si sa uno sgabello non si rifiuta mai.
Siete patetici e inadatti. State distruggendo il comune d’Ischia
VERGOGNATEVI

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