ISCHIA – «Per troppe volte abbiamo subito sulla nostra pelle scelte che parlano di cambiamento ma che puntano solo a conservare il potere nelle mani di pochi. Voto no perché questa riforma non supera affatto il bicameralismo paritario ma pasticcia le competenze del Senato. Contrariamente allo slogan della semplificazione la riforma sostituisce gli attuali due iter con almeno dieci contorti meccanismi delineando un bicameralismo di “confusione”. Voto no perché il diritto a decidere per le comunità locali è sacrosanto. Questa riforma non innova ma limita qualsiasi forma di autonomia locale calpestando le istituzioni territoriali che non avranno più voce in capitolo su ambiente, infrastrutture e grandi opere. Voto no principalmente perché questa riforma non comprende qual è il problema vero: anche la più perfetta delle Costituzioni è destinata a funzionare male se in mano ad una classe politica inadeguata. Il problema non è istituzionale, ma politico. Il problema non è la velocità, ma la qualità della produzione normativa. Alcuni mi dicono: “Almeno cambia qualcosa, vedi il bicchiere mezzo pieno”. Io il bicchiere mezzo pieno lo vedo, sì, ma di acqua sporca».
