Maria Grazia atto secondo
Domani l’avvocato baranese rientra ufficialmente in consiglio regionale dopo le dimissioni presentate da Stefano Caldoro. In un’intervista a Il Golfo racconta obiettivi, ambizioni, tematiche che la vedranno protagonista. E poi guarda già al futuro, con le elezioni che sono (più o meno) dietro l’angolo…

Maria Grazia Di Scala, a pochi mesi dalla fine della consiliatura, arriva il suo ingresso in consiglio regionale. Una notizia più attesa o inaspettata?
«Non ho dubbi, rispondo che era inaspettata. Se ne era già parlato una volta l’anno scorso ma in maniera molto generica e senza che vi fossero elementi che lasciavano dare adito a qualcosa di concreto. Poi, invece, è arrivata la conferma: l’onorevole Stefano Caldoro si è dimesso e questo mi consente di entrare in consiglio. Saranno pochi mesi se come credo si voterà a ottobre, a meno che le elezioni non slittino a marzo come sta chiedendo ad esempio il governatore del Veneto. Comunque sia, saranno mesi intensi, nel corso dei quali spero comunque di riuscire a portare qualche istanza dell’Isola in consiglio, anche se non sarà facile perché in caso di voto in autunno si entrerà a breve nel cosiddetto semestre bianco e sappiamo come funziona in quell’arco temporale nel corso del quale non si opera attività politica ma si fa solo campagna elettorale»
Chiederlo a Maria Grazia Di Scala significa attendersi una risposta scontata, ma la domanda la faccio lo stesso: quanto è mancata una voce di Ischia e per Ischia in questi quattro anni da Palazzo Santa Lucia?
« Forse la risposta è scontata, ma di certo è obiettiva e indiscutibile: la voce di Ischia in questo lungo arco di tempo è assolutamente e completamente mancata, è stata del tutto assente, ma in fondo questo è nell’ordine naturale delle cose quando manca un rappresentante locale in seno al consiglio regionale, che diventa fondamentale per far sentire con forza la voce di un territorio su tematiche come sanità e trasporti. In fondo, a chi volete che importi di Ischia? Per farla breve, istanze sui tavoli che contano non ne sono state portate, e questo ha prodotto anche un negativo effetto domino».
In che senso?
«Nel senso che è calato anche l’interesse degli altri consiglieri regionali verso l’isola e su tutti faccio il nome di Saiello dei 5Stelle che ogni tanto pure si faceva vedere dalle nostre parti. Adesso è sparito e frequenta altri lidi, anche in politica vige il cosiddetto regime di concorrenza: se vedo che qualcuno si interessa di un territorio voglio andare a metterci il cappello sopra pure io ed era quello che succedeva con me a Ischia. E invece…».
Invece?
«Siamo stati completamente abbandonati al nostro (triste) destino. La situazione dei trasporti l’ho vista se possibile addirittura peggiorata, perché se non c’è nessuno che faccia da pungolo e da spina nel fianco nei confronti di chi deve occuparsene, è chiaro che questi se ne fregano».
L’isola ha la maturità prima ancora che i numeri di puntare alle prossime regionali su uno, massimo due buoni “cavalli” provando così ad eleggere un suo rappresentante in Regione?
«Così dovrebbe essere se volessimo fare politica seria, senza giochi di potere e di partito ed a prescindere dall’appartenenza politica. E’ chiaro che la possibilità di poter sedere un rappresentante in consiglio regionale dovrebbe portare tutti a sedersi attorno a un tavolo, valutare chi ha le maggiori possibilità di essere eletto e puntare su quel candidato, nell’interesse del paese, ma purtroppo questa non viene considerata una priorità. Con tutto quello che ne consegue, mi pare ovvio…».
Alle ultime elezioni regionali si è candidata con Forza Italia ma da allora ne è passata di acqua sotto i ponti ed è approdata in Fratelli d’Italia. Le chiedo innanzitutto se sarà della partita alle prossime consultazioni e se la corrente alla quale fa riferimento è quella di Cirielli.
«Sulla mia appartenenza c’è poco da discutere, sono tesserata di Fratelli d’Italia. Per il resto, ritengo sia prematura dire quale sarà la mia dichiarazione di appartenenza al gruppo, perché lo deciderò direttamente lunedì prossimo 10 marzo (domani, ndr) quando è stato convocato il consiglio che dovrà per l’appunto sancire il mio ingresso. E’ ancora troppo presto soprattutto per dire se mi ricandiderò o meno, perché questo deriva da una serie di scelte non soltanto del partito ma dettate anche da quello che faranno gli altri movimenti politici e soprattutto dalla sentenza della Corte Costituzionale che dovrà decidere sul terzo mandato cui aspira l’attuale governatore Vincenzo De Luca. Se ricordo bene la decisione arriverà ai primi di aprile, fino a quel momento sarà difficile ipotizzare determinati scenari e di conseguenza capire chi saranno i candidati del centro destra e di conseguenza come saranno confezionate le liste. Se il centro sinistra dovesse andare spaccato con De Luca da una parte e quello che rimane dall’altra, è chiaro che il centro destra avrebbe davanti a sé un’occasione storica per tornare alla guida della Regione Campania».
Quali sono i nomi di papabili candidati del centro destra, non solo di Fratelli d’Italia, che stuzzicano la fantasia di Maria Grazia Di Scala?
«I nomi spendibili sono quelli che si sono fin qui già fatti e si tratta in primis dell’onorevole Cirielli (che è già sottosegretario del partito di Fratelli d’Italia), poi dell’onorevole Gianpiero Zinzi della Lega ma anche quello dell’attuale ministro Piantedosi rappresenta un nome di valore e spessore che potrebbe apportare un contributo ad un’eventuale vittoria della coalizione di centro destra. E non dimentico la figura del senatore Rastrelli, nome storico della destra, figlio d’arte, valente professionista le cui qualità sono note a tutti. Insomma, il ventaglio di soluzioni non manca e questo fa ben sperare in prospettiva futura».
Il suo impegno in Regione inizia con il problema della giustizia a Ischia, problema che lei avverte doppiamente essendo anche avvocato. Una brutta gatta da pelare, non c’è che dire…
«Vabbè, questo è un qualcosa che prescinde dal mio impegno in Regione, questo è un compito di cui dobbiamo farci carico noi avvocati e non certo nell’interesse della categoria quanto della cittadinanza tutta. L’ho sempre detto e lo ribadisco con forza, spogliarci del Tribunale significa compiere un primo passo verso l’inevitabile sottrazioni di tante altre attività accessorie e connesse che si verificherebbero in futuro, quindi bisognerà lottare per mantenere il presidio giudiziario attivo e riempirlo di contenuti senza lasciarlo un contenitore vuoto. Ma ribadisco, qui non c’è nessuna competenza regionale, anche se sarà senza dubbio utile avere un rappresentante politico che possa far sentire la propria voce. A tal proposito ho già informato proprio il senatore Rastrelli su quanto sta accadendo, sugli ultimi sviluppi e quindi in particolare sul parere del Consiglio giudiziario che ha accolto la richiesta di trasferimento a Napoli del settore penale di competenza del giudice togato. Il mio interlocutore ha preso impegno a recarsi personalmente dal ministro Nordio per accelerare il percorso di stabilizzazione e spero che, come peraltro mi ha preannunciato, potrà essere presente alla prossima assemblee che convocheremo di qui a tre settimane».