POLITICA

Maria Grazia tra Barano e il bis alla Regione: «Troppe ombre in municipio, pronta a ricandidarmi»

In una lunga intervista, l’esponente politico del Comune collinare attacca senza mezzi termini l’amministrazione guidata da Dionigi Gaudioso. Critiche anche a Vincenzo De Luca poi l’auspicio di un’inversione di tendenza anche a Palazzo Santa Lucia per poter meglio rappresentare le istanze della comunità isolana. E ancora…

Partiamo dall’ultimo consiglio comunale e dal bilancio di previsione che l’ha vista polemizzare e non poco.

«Come ho già detto nel corso della seduta, a mio parere sono emersi una serie di dati che confermano la falsità e l’inattendibilità del bilancio di previsione. É un bilancio che chiude in disavanzo, motivo per il quale l’amministrazione deve fare ricorso continuamente alle anticipazioni di cassa. Il fondo di dubbia esigibilità di cui ha parlato il dottor Nicola Pascale non è poi altro che un modo per far pareggiare i conti ma di fatto si tratta di soldi che il Comune non potrà recuperare o comunque potrà recuperare solo in pare. Basti pensare che ci sono oltre quattro milioni di euro, di residuo attivo per la Tari non riscossa negli ultimi dieci anni. Se consideriamo che molti di questi crediti sono ormai andati in prescrizione e quindi impossibili per il Comune da recuperare, ne deriva la falsità dei dati in questione».

Nel consiglio del mese scorso ha avuto molto da eccepire proprio riguardo alla Tari.

«Si, non mi stancherò mai di ripeterlo: l’aumento della tassa rifiuti non è assolutamente giustificabile. La maggioranza ha sostenuto che ci sia stato un incremento di oltre settecento mila euro di costi, ma non ci è stato detto, però, a quale titolo questi costi sarebbero aumentati. Il piano economico finanziario presentato in consiglio non è altro che un prestampato, scritto anche in maniera molto confusa proprio per lasciare dubbi su molteplici aspetti.  Come dicevo prima, lo scandalo comunque è che il Comune per gli anni che vanno dal 2010 al 2018, ha oltre 4 milioni e mezzo di euro di residuo attivi. Questa è la dimostrazione che a Barano sono sempre i soliti “fessi”, perdona il termine, che si attengono alle regole pagando le tasse, mentre i furbetti vengono coperti dall’amministrazione. In questi giorni, comunque sto predisponendo un manifesto per i cittadini proprio in relazione alla Tari».

A mente fredda, come commenta quanto si è detto in consiglio sulla Barano Multiservizi?

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«Dopo aver consultato ancora una volta sia gli atti portati in Consiglio, con in aggiunta quelli del bilancio di previsione, resto ferma ancora di più sui dubbi che ho sollevato insieme all’opposizione tutta. La Barano Multiservizi è assolutamente inadeguata al ruolo che svolge. È una società partecipata pubblica, ma con una gestione di fatto fallimentare perché non è possibile che abbia il proprio conto pignorato per più di cinquecentomila euro e alla domanda che ho rivolto, in un’interrogazione, alla Di Costanzo di conoscere il motivo di questo debito non è stata data risposta. Ci è stato solo detto che il conto corrente della società non è gravato da vincoli perché la sua amministratrice avrebbe ottenuto formale piano di rateizzo del debito iscritto al ruolo. Questa non è una risposta sufficiente perché io avevo chiesto a quanto ammontasse questo debito, quale fosse la sua motivazione e soprattutto per quale motivo ancora oggi gli stipendi degli operatori venissero pagati in ritardo. Soltanto in Consiglio Comunale mi sono state date alcune risposte, ma la cosa scandalosa è proprio questa: che la Di Costanzo, alla mia interrogazione aveva riferito che i contributi ai dipendenti fossero stati versati, mentre Nicola Pascale, ha detto che questi non sono stati del tutto versati. Tutto ciò è molto grave. Alla fine la Barano Multiservizi si è rivelata per quello che è: essere cioè soltanto un “carrozzone” che serve al Comune per apparare, perdonami il termine, rapporti di debito credito che non si vogliono fare uscire fuori».

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Restando in tema di salassi, che idea si è fatta sulla famosa e sotto certi aspetti surreale vicenda legata ai trenini della Torquato Tasso e sulla richiesta di risarcimento danni di 150.000 euro che quest’ ultima avrebbe avanzato recentemente all’amministrazione di Barano?

«Anche questa è una situazione assurda per la quale sto interrogando il Comune da oltre dieci anni. C’è solo da mandare tutti gli atti alla magistratura contabile perché faccio delle interrogazioni lunghe di tre pagine ma mi vengono mandate risposte di tre righe e nelle quali nulla mi viene detto. Sono anni che sto dicendo che quei trenini sono stati un acquisto scellerato fatto con i soldi pubblici. Li hanno annunciati in pompa magna come la soluzione al problema della viabilità dei Maronti e alla mancanza dei parcheggi, però, poi sono risultati inutilizzabili e sono stati svenduti alla Tasso che nel mentre li ha potuti usare bellamente sul territorio di Sorrento. Adesso poi si vanno a fare delle cause civili che andranno a pesare ancora di più sulle tasche dei cittadini. Questo è semplicemente il risultato di un sistema classico con il quale si gravano i cittadini di scelte scelleratamente adottate dal dirigente di turno che si diverte, evidentemente, a sprecare i soldi pubblici».

Ma c’è qualche merito che riconosci all’attuale amministrazione comunale?

«Guarda, io per l’abitudine non faccio opposizione criticando a prescindere tutto e tutti. Se l’amministrazione avesse fatto delle scelte condivisibili e qualcosa di serio per il territorio io avrei sicuramente apprezzato e plaudito pubblicamente. Invece, quello di Barano è un ente che guarda solo all’orticello dei singoli amministratori. Basta dare un’occhiata all’albo pretorio per rendersene conto: le licenze e i permessi a costruire vengono rilasciati in favore di consiglieri comunali, assessori e dei loro parenti; al Comune continuano a lavorare i soliti tecnici di maggioranza con esclusione di tutti gli altri che possono solo raccogliere le briciole di quello che l’amministrazione concede loro. E poi… »

E poi?

«Che dire poi delle decine e decine di delibere di conferimento per incarichi legali, per una paga poi tra l’altro misera. Se il Comune avesse istituito una commissione apposita, come avevamo chiesto già lo scorso anno, non sprecherebbe inutilmente tanti soldi e potrebbe valutare con maggiore criterio quali sono le questioni importanti per le quali l’ente deve ricorrere alla giustizia. Questo invece non viene fatto dall’amministrazione comunale.  Mi trovo pienamente d’accordo, quindi, con quanto affermato dalla capogruppo dell’opposizione, Clotilde Di Meglio nell’ultimo Consiglio Comunale. Due anni di amministrazione in cui non è stato fatto niente e le replica del sindaco a queste osservazioni, in verità, mi è parsa molto debole. D’altronde come opera questa amministrazione lo si capisce già dall’istituzione della figura del presidente del Consiglio Comunale. Pare, infatti, che questa sia stata la premessa per far sì che Paolino Buono, sindaco uscente si ricandidasse come Consigliere nel 2017. Intanto il ruolo che svolge è assolutamente inutile. In Consiglio abbiamo soltanto due gruppi consiliari e non c’era davvero bisogno di una figura istituzionale che dovesse coordinare le due controparti, per di più venendo pagata profumatamente».

Parliamo del Comune Unico, una questione a lei molto cara. Pensa che, vista anche la campagna di sensibilizzazione portata avanti dall’ACUII negli ultimi mesi sul territorio, con un nuovo referendum, i cittadini isolani si esprimerebbero diversamente rispetto a quello del 2011?

«Certamente. Io sono convinta che i tempi ora siano maturi. Tra l’altro penso che all’epoca del primo referendum non è che il Comune Unico fu bocciato, ma semplicemente la gente fu convinta in maniera becera di non andare a votare perché furono sparse in giro una serie di dicerie. Del tipo che sarebbero venuti meno certi servizi etc.  È assolutamente errato credere a certe cose, tanto è vero che ho visto sindaci di altri territori che, pur essendo contrari inizialmente alla fusione dei Comuni, alla fine ne sono rimasti entusiasti riuscendo perfino a risanare le posizioni economiche degli enti in fallimento. Alcuni di loro mi hanno anche ribadito che se avessero l’opportunità adesso di votare nuovamente a favore, lo farebbero senza pensarci su due volte. Credo che ormai anche gli ischitani stiano, pian piano, acquisendo questa convinzione e che con la giusta percezione, in futuro, non solo si recheranno in maggior numero alle urne a votare sul referendum in questione, ma si esprimeranno anche a favore dell’istituzione del Comune Unico».

A che punto è l’iter burocratico per l’indizione del referendum in questione?

«Nel 2017 è stata depositata nuovamente la proposta di legge e nei mesi scorsi sono stati acquisiti i pareri dei Consigli Comunali che non sono vincolanti ma soltanto consultivi. Manca il parere del Comune di Casamicciola e speriamo che il nuovo sindaco, chiunque esso sia, vorrà pronunciarsi in favore del Comune Unico. Una volta che si sarà espresso anche l’ente di Casamicciola, saremo pronti per andare in Commissione regionale e poi in Consiglio. Però, ad essere sincera, non credo che riusciremo a far indire il referendum tanto presto – non prima di un anno comunque – anche perché  nel 2020 ci saranno  le elezioni regionali».

Trasporti e sanità. Pur dai banchi dell’opposizione, ha intrapreso qualche altra iniziativa recentemente e se si quale?

«Purtroppo, come hai detto tu stessa, dai banchi dell’opposizione posso fare ben poco se non sollevare una serie di problematiche che riguardano l’isola non solo in termini di sanità e trasporti ma anche di turismo ed altro.  C’è da dire che la sanità campana è commissariata e c’è quindi poco da fare a riguardo. Anzi, dobbiamo ringraziare il cielo che qui ad Ischia abbiamo ancora un pronto soccorso. Stessa cosa vale per il settore trasporti. Questo non è commissariato, ma è come se lo fosse, visto che stiamo vivendo un regime di monopolio per il quale anche l’antitrust ha scritto alla Regione Campania. Non c’è la garanzia di concorrenza. A tal proposito ho interrogato di recente la Regione, per sapere quali iniziative siano state adottate per mantenersi nei dettami stabiliti dall’Antitrust. Inoltre, a seguito di alcune indagini che ho effettuato, ho preparato degli atti che ho inviato alla Procura della Repubblica, all’Anac e all’Autorità europea per le comunicazioni, l’unica competente ad emanare sanzioni di natura economica. Ad ogni modo, resto convinta che dalle problematiche della sanità e dei trasporti non ne usciremo se il governo nazionale non adotterà una valida normativa che possa mettere in deroga le aree insulari».

Ormai siede in consiglio regionale da quattro anni. Qual è la sua opinione in merito all’operato di De Luca, rispetto a territori come Ischia?

«Purtroppo, come ho ribadito già molte volte, i fondi destinati dalla comunità europea e dal governo, alla Regione Campania sono stati quasi interamente investiti nel territorio salernitano. Vincenzo De Luca ha reso Salerno caput mundi, trascurando tutte le altre esigenze territoriali. È ovvio che per Ischia si sarebbe potuto fare molto, ma molto di più, ma ci sarebbe voluto un governatore della Regione di altra pasta e di altro zona. Io credo che alla fine anche gli stessi napoletani si siano pentiti di aver votato De Luca e speriamo che corrano ai ripari con le prossime elezioni».

I tempi forse sono ancora maturi, ma pensa che l’anno prossimo si candiderà nuovamente alle elezioni regionali?

«Assolutamente sì. Se il partito mi riconfermerà la fiducia che mi ha dato nel 2015, io sono pronta. Spero che questa volta, però, le cose vadano diversamente e che potremo fare qualcosa di più, con me da tramite, per l’isola».

Il mese prossimo si andrà alle elezioni europee. La domanda sarà forse banale, ma qual è il suo auspicio per Forza Italia?

«Ovviamente, si spera sempre di ottenere risultati positivi. Purtroppo, però, siamo in una fase politica molto delicata ed è difficile ipotizzare quali saranno le risultanze. Spero solo che il mio partito mantenga gli ottimi risultati riscontrati in Campania che ci consentiranno di portare avanti la nostra ideologia e il nostro approccio imprenditoriale anche in Europa. Spero, inoltre, che non si sfoci nel populismo a cui stiamo assistendo anche a livello nazionale ed in una maggiore presa di coscienza degli italiani e degli europei».

Giosi Ferrandino è l’unico candidato isolano in corsa per il parlamento europeo. C’è qualcosa che vorresti dirgli?

«Da isolana e anche da conoscitrice personale della persona, sicuramente gli faccio un in bocca al lupo. Gli auguro che in caso di elezione porti avanti battaglie fondamentali per l’isola perché che anche in Europa, in fondo, possono essere adottate delle scelte che avrebbero ricadute positive anche su Ischia. Spero, quindi,che non si dimentichi del suo territorio di origine, ma sono assolutamente certa che non lo farà».

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