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Maria SS racconta la Notte Santa del Natale

“Figli prediletti, vivete con Me, nel silenzio e nella preghiera le trepide ore della vigilia. Camminate col mio castissimo sposo Giuseppe e con la vostra Mamma Celeste sulla lunga strada, che da Nazareth ci sta conducendo verso Betlemme. Sentite anche voi la fatica del viaggio, la stanchezza che ci prende, la fiducia che ci porta, la preghiera che accompagna ogni passo, mentre la beatitudine sovrumana riempie i nostri cuori, uniti ormai in comunione perfetta col cuore del Padre Celeste, che sta per aprirsi al dono del suo Figlio Unigenito. Non ci turba il rumore della numerosa carovana, né sconforto ci prende di fronte a tutte le porte che si chiudono alla nostra domanda di essere accolti. La mano pietosa di un pastore ci indica una povera Grotta, che si apre al più grande e divino prodigio. Sta per nascere alla sua vita umana l’Unigenito Figlio del Padre. Sta per scendere sul mondo il suo Amore Misericordioso, fatto uomo nel Figlio che nasce da me sua Vergine Madre. Dopo lunghi secoli di attesa e di orante implorazione, finalmente giunge a voi il Salvatore ed il vostro Redentore. E’ la notte santa. E’ l’alba che sorge sul nuovo giorno della vostra salvezza. E’ la Luce che risplende nella tenebra profonda di tutta la storia.

Il mio sposo Giuseppe cerca di rendere più ospitale la gelida Grotta e si dà da fare per trasformare una povera mangiatoia in una culla. Io sono assorta in una intensa preghiera ed entro in estasi col Padre Celeste, che mi avvolge della sua luce e del suo amore, mi riempie della sua pienezza di vita e di beatitudine, mentre il Paradiso, con tutte le sue schiere angeliche, si prostra in atto di adorazione profonda. Quando esco da questa estasi, mi trovo fra le braccia il mio divino Bambino, miracolosamente nato da me sua vergine Madre. Io lo stringo al mio cuore, lo ricopro di teneri baci, lo riscaldo col mio amore di mamma, lo avvolgo di candidi panni, lo depongo nella mangiatoia ormai pronta. Il mio Dio è tutto presente in questo mio Bambino. La misericordia del Padre traspare nel neonato che emette i suoi primi gemiti di pianto. La Divina Misericordia ha dato a voi il suo frutto: prostriamoci insieme e adoriamo l’Amore Misericordioso che è nato per noi”. E’ un Messaggio testuale della Madre della Vita a Don Stefano Gobbi nel volume “Ai Sacerdoti figli prediletti della Madonna” del 24 dicembre 1995, con imprimatur della Chiesa Cattolica.

 

DIES  DOMINICA – QUARTA DOMENICA DI AVVENTO – NATALE DEL SIGNORE (ANNO B)

“Questa sua prima venuta raggiunge il suo pieno significato solo nella sua seconda venuta. Questa santa notte è ordinata al giorno radioso senza tramonto che porterà alla sua pienezza il tempo e la storia col trionfo del Cuore Immacolato della vostra Mamma Celeste nel definitivo e glorioso trionfo di suo figlio Gesù” (Messaggio di Maria Madre di Dio Bambino a Padre Stefano Gobbi del 24 dicembre 1997, con imprimatur, dal Libro “Ai Sacerdoti figli prediletti della Madonna”).

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L’umile ascolto della Parola di Dio, l’obbedienza della fede, l’adesione perfetta alla volontà di Dio: ecco le condizioni per ricevere e rivivere la grazia del Natale. Il grande modello è la Vergine Maria, nel cui grembo purissimo il Verbo di Dio si riveste di carne mortale per virtù dello Spirito Santo Dio. Nella prima lettura dal secondo libro di Samuele (2Sam 7, 1-5. 12, 14-16) Davide vuole costruire una casa per il Signore, ma Dio non lo permette, poiché sarà Dio a fare una casa per l’uomo, dove potrà trovare serenità e pace. Nella seconda lettura dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani (Rm 16, 25-27) finalmente con la nascita di Gesù di Maria si rivela il piano di Dio. San Paolo lo chiama il “mistero taciuto per secoli eterni, ma rivelato ora”. Nel Vangelo secondo san Luca (1, 26-38) Maria è stata da Dio da sempre immensamente amata, per questo è “piena di grazia”. All’annunzio dell’angelo non si ritrae, non diffida. Ascolta il piano divino e si affida alla sua potenza e alla forza del suo Spirito Santo Dio: “Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te”.

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NON C’ERA POSTO

Incredibile ma vero:

Dio che entra nella storia,

varca il suo Cielo immenso

e si fa piccolo in una stalla:

neppure una pietra avrà a guanciale.

Un Dio Salvatore.

assume corpo da umile Donna ignota,

per loro non c’era posto,

i suoi non l’accolgono:

sul Natale l’ombra di croce di spada.

Condivide il pianto degli ultimi.

Un Dio Bambino.

Costretto da censimento a migrare,

adorato in festa da poveri nomadi,

propone Manifesto beato di poveri,

si annienta per niente in ignobile nullità.

Un Dio povero.

Invita a banchetto di Natale

chi disprezzato non può ricambiare:

poveri, storpi, zoppi, ciechi.

Cristo dei dolori più vivo e vero

di sazi simboli di festa e allegria.

Dio Amore rivela (Ap 3,19):

“Io tutti quelli che amo

li rimprovero e castigo”.

Sceglie un pescatore a suo custode,

contro ogni logica umana capovolta.

Dio Giudice alla comune frontiera:

consola Lazzaro, tormenta Epulone.

Gloria a questo Dio Pace a esuli amati!

A cura del professor Pasquale Baldino, responsabile diocesano Cenacoli Mariani, docente Liceo, poeta (e-mail: prof.pasqualebaldino@libero.it)

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