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Marianna Di Meglio, un anno fa la morte della 14enne

 

di Isabella Puca

ISCHIA – Un tonfo. Un rumore sordo, improvviso, che ha squarciato il cielo di una fine giornata di primavera strappando una vita ancora troppo giovane per finire così. È un anno, oggi, da quel tragico giorno che portò via Marianna Di Meglio, 14 anni, finiti così, esalando l’ultimo respiro sull’asfalto di una strada a pochi passi da casa sua. Un incidente stradale, l’ennesimo, un giovane di 24 anni che correva per arrivare puntuale a lavoro su di una Fiat di colore grigio e che prese in pieno il corpo di Marianna che attraversava una strada centrale come via Antonio Sogliuzzo. Ischia rivive oggi quel momento, in modo sommesso, nel pieno rispetto del dolore dei familiari che hanno visto, in una sola sera, cambiare completamente la loro vita, privata tragicamente del sorriso della dolce Marianna. Marianna aveva un sogno, diventare una guardia forestale e lo scorso dicembre il colonnello Marciano del Corpo Forestale di Napoli, insieme con la preside della scuola media Scotti di Ischia, la dott.ssa Monti, consegnarono ai genitori di Marianna lo stemma del corpo  per realizzare così quel suo piccolo desiderio. Fu una cerimonia molto sentita nel cortile di quella che era e rimarrà sempre la sua scuola; Marianna avrebbe dovuto sostenere l’esame di terza media per poi iscriversi al neonato istituto agrario.

Aveva le idee chiare, dimostrando così quella maturità estranea alla sua età, che da sempre la contraddistingueva. In quella mattina di dicembre, durante la festa degli alberi, un ginko bilboa è stato piantato a pochi passi dall’ingresso della scuola una pianta scelta, non a caso, per sottolineare la forza e la saggezza della giovane pronta a fare della sua vita un vero capolavoro. «Dobbiamo ricordarci di Marianna quando siamo in strada  e ricordandoci di lei potremmo lavorare affinché ciò che è accaduto a lei non accada ad altri». Furono queste le toccanti parole del vescovo Lagnese pronunciate dinanzi all’intera comunità scolastica e ai genitori di Marianna, Giuseppe e Annarita, abbracciati dal grande affetto di chi Marianna l’aveva conosciuta davvero. Un forte applauso accompagnò le parole di mamma Annarita pronunciate a quel microfono con la forza che sono una madre può avere, «quell’albero deve essere per voi ragazzi un promemoria, ciascuno deve fare la sua parte. Non abituiamoci all’idea che tanto non succede niente. Tutto questo deve procurare un’ondata di bene». Tra gli altri era presente anche Giosi Ferrandino che sottolineò l’impegno da parte dell’amministrazione a mantenere al meglio le strade del comune. Eppure, oggi come allora e come ogni volta che un giovane perde la vita sulle nostre strade ci si chiede se è stato fatto abbastanza per evitare questi tragici epiloghi.

A cominciare dallo stato delle strade, oggi sempre più dissestate; ci è voluta una gara ciclistica per vedere un po’ d’asfalto ricoprire pericolose buche che hanno accompagnato gli isolani lungo tutto l’inverno. Per fortuna nulla di tragico è accaduto. Ogni qualvolta che un giovane muore sulle nostre strade si pensa alla velocità alla guida o al consumo di alcolici o di droghe prima di mettersi al volante. Per quel che riguarda quest’ultimo punto, grazie alla campagna attuata dalle forze dell’ ordine denominata “movida sicura” si è limitato di molto il mettersi alla guida dopo aver fatto uso  di alcool e droghe. La paura di essere fermati a un posto di controllo ha preso il sopravvento sullo sballo, evitando così pericolosi e irrimediabili incidenti. Eppure, la morte di una giovane di 14 anni che null’altro faceva che attraversare una strada nel pieno centro del comune di Ischia, deve far riflettere ancora di più. C’è bisogno che venga attuata una rivoluzione culturale che parta dai più giovani ancor prima che questi abbiano l’età per mettersi al volante. Solo così si può sperare di avere in futuro guidatori responsabili che al volante, riescano a pensare alla propria vita e a quella degli altri.

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