Marina di Casamicciola, nuovo “ossigeno” dalla rimodulazione del debito
Si è svolta ieri in pieno pomeriggio la conferenza stampa voluta dall’amministrazione di Palazzo Bellavista per fare il punto sul percorso di risanamento di Marina di Casamicciola, la partecipata in liquidazione che gestisce la portualità e il servizio dell’elisuperficie. Presso la sala consiliare del Municipio la situazione della società è stata illustrata dall’avvocato Lucio Visciano e dall’attuale amministratore liquidatore, l’avvocato Gelsomino Sirabella. Il sindaco Giovan Battista Castagna ha aperto la conferenza ringraziando i due professionisti ma anche l’impegno del vicesindaco Silvitelli e di tutti coloro che si sono impegnati per l’obiettivo dell’amministrazione, che è quello di «salvare il porto, lasciandolo nella disponibilità del Comune. Non è ancora il momento per cantare definitivamente vittoria», ha continuato il primo cittadino, «ma quel momento è ora molto più vicino. Se si pensa che qualche anno fa tutti davano ormai per morta la società, i risultati fin qui raggiunti sono certamente ragguardevoli. Non posso poi dimenticare di ringraziare tutti i dipendenti, che hanno accettato di ridursi lo stipendio del 30% pur di contribuire al risanamento». Il sindaco ha poi lasciato la parola al suo vice Peppe Silvitelli: «L’avvocato Visciano ha dato forma alla nostra testardaggine. Eravamo convinti di poter salvare la società, e i risultati ci stanno dando ragione. Il fatturato è in costante e netta crescita, e iniziamo a intravedere l’uscita dalle sabbie mobili».
È poi toccato proprio all’avvocato Lucio Visciano illustrare il piano di ristrutturazione del debito. Grazie alle previsioni della legge fallimentare è infatti possibile cercare un accordo con le agenzie fiscali e con gli enti previdenziali. Marina di Casamicciola ha deciso di intraprendere una ristrutturazione del debito con l’Agenzia delle Entrate, l’Inps e l’Inail. Una strategia, ha spiegato Visciano, resa ancor più necessaria dalla profonda crisi del settore nautico degli anni scorsi, soprattutto tra il 2008 e il 2014. Un periodo nel quale la crisi economica mondiale accompagnata da scelte di politiche nazionali inefficaci, ha portato a un calo dei fatturati anche del 40%. L’azione di ristrutturazione è iniziata due anni fa ed è ancora in corso. L’accordo con tali enti permetterà di stralciare sanzioni e interessi ottenendo al contempo la dilazione di pagamento a medio-lungo termine, cioè dieci anni e centoventi rate con l’Agenzia delle Entrate, e cinque anni e sessanta rate con l’Inps e Inail. La massa debitoria complessiva rimodulata è pari a circa 2 milioni, con 800mila euro d’interesse. L’avvocato Visciano ha spiegato che in futuro i lavoratori potranno tornare a percepire il 100% dello stipendio, ma ha anche dichiarato di non poter fare previsioni precise in merito a un eventuale reimpiego dei lavoratori a suo tempo licenziati (a partire proprio dal 1 agosto di due anni fa).
In ogni caso, ha affermato il professionista, l’azione di ristrutturazione del debito resta un’azione virtuosa perché mette al sicuro quindici posti di lavoro, fonte di sostentamento per altrettante famiglie, ma anche perché consente allo Stato di recuperare i propri crediti. Per un’eventuale ripresa delle assunzioni bisognerà attendere l’evoluzione del risanamento, la cui condizione essenziale è quella di un nuovo affidamento della gestione dei servizi portuali alla società partecipata per il tramite di una gestione diretta del porto e dell’elisuperficie. Questo punto è stato sottolineato anche dall’avvocato Gelsomino Sirabella che nel redigere il prospetto dei costi aziendali ha ribadito che per conseguire una sana gestione della società è necessaria la gestione diretta per almeno due anni, che consentirebbe alla partecipata di registrare economie utili, con un incremento del volume di affari, necessarie per far fronte alla regolarità dei pagamenti, coprire interamente gli oneri della gestione nell’auspicio di comprimere la spesa e sanare quanto prima il debito.
Altre condizioni imprescindibili secondo l’avvocato Sirabella sono rappresentate dalla riduzione degli oneri del costo del lavoro, che da sempre hanno inciso in eccesso sul valore della produzione, quindi prevedendo per i dipendenti del settore porto un’occupazione a tempo determinato per sei mesi a turni (o in alternativa un part time come per quelli dell’elisuperficie al 70%) gestendo le risorse del personale in maniera equa durante i periodi stagionali, commisurate a una giusta articolazione del periodo lavorativo nel pieno rispetto di un efficiente servizio. Una “contrarietà” contabile è rappresentata dai 300mila euro di risarcimenti a cui è stato condannato l’ente per i licenziamenti di qualche anno fa. Sirabella ha avuto anche modo di ribadire la posizione della Marina di Casamicciola riguardo la questione-Tari. Infatti il Comune aveva notificato alla società partecipata una cartella con cui si pretendeva il pagamento della tassa sui rifiuti solidi urbani. «Continuiamo a ritenere di non dover pagare alcunché: noi effettuiamo la gestione per conto del Comune stesso, quindi è il classico caso del cane che si morde la coda. Se il Comune nelle tariffe di ormeggio ha incluso anche la stessa tassa sullo smaltimento, e noi versiamo direttamente l’incasso all’ente, è quest’ultimo che deve provvedere a scorporarla dalla cifra incassata», ha dichiarato Sirabella.
Francesco Ferrandino