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Maronti, arriva il dissequestro per tre ristoranti

Arrivano buone notizie nella complicata partita della baia dei Maronti. Come si ricorderà, numerose strutture balneari e ristorative sono state colpite negli ultimi tempi da misure di sequestro preventivo. Le misure furono applicate a seguito delle  indagini, espletate dalla Guardia Costiera e coordinate dalla Quinta Sezione reati ambientali della Procura di Napoli: secondo gli inquirenti  tali  strutture si discostavano dai progetti originari che prevedevano la temporanea realizzazione di strutture interamente smontabili, stagionali ed a carattere provvisorio. Per la Procura, esse sarebbero realizzate con elementi di difficile rimozione, in assenza dei titoli previsti;  inoltre non venivano smontate al termine della stagione balneare e non presentavano più il carattere della provvisorietà, recando pregiudizio anche per la visuale panoramica della Baia. Altre contestazioni riguardavano il rispetto delle normative in tema di servizi igienici. I processi di merito sono ancora in corso, ma nel frattempo nelle ultime ore il pubblico ministero, dottor Giuseppe  Visone, ha disposto il dissequestro di tre strutture: “Ottomano” di Fioravante Cenatiempo, “Il Nettuno” di Francesco Conte e “Da Mario” di Agostino Ferrandino. Dissequestro che è stato notificato ai titolari dagli uomini della Capitaneria di Porto.

Vi è comunque una differenza di non poco conto nella “ratio” dei tre provvedimenti, al di là dell’effetto. Nel caso dell’“Ottomano”, il titolare Fioravante Cenatiempo, difeso dall’avvocato Lorenzo Bruno Molinaro, ha correttamente ottemperato a tutte le prescrizioni dell’Asl, come accertato con verbale dalla stessa Azienda sanitaria locale, nel quale si conferma espressamente che la parte ha provveduto ad ottemperare alle prescrizioni impartite con il verbale del 5 ottobre 2017, realizzando una nuova pavimentazione di tipo vinilico della quale viene esibita la scheda tecnica di sicurezza, e adeguando alle normative attuali i servizi igienico-assistenziali per i lavoratori. Di conseguenza l’intero stabilimento è stato definitivamente dissequestrato e non sarà mai più smontato sino alla scadenza della concessione fissata, come per tutti gli stabilimenti italiani, al 31 dicembre 2020. Già all’esito del ricorso presso la 12° sezione del Tribunale del Riesame, i giudici avevano accolto la prospettazione difensiva quando affermava che nella concessione non si legge mai che l’occupazione del suolo è limitato alla sola stagione balneare, e di conseguenza non c’è alcun obbligo di rimuovere la struttura al termine della stagione stessa, ma solo le pedane accessorie. Il Riesame infatti ammise che la concessione non fa riferimento alla “stagionalità”, bensì alla “provvisorietà”, cioè alla possibilità di rimuovere le strutture, per le quali fra l’altro il provvedimento concessorio non prescrive mai la rimozione a fine stagione, ma solo al termine della concessione stessa. È la stessa linea che l’avvocato Molinaro ha sostenuto durante l’arringa, una settimana fa, in difesa di altri due stabilimenti balneari dei Maronti, il lido Olmitello e il bagno Muga, per i quali la sentenza di merito è attesa nella giornata di venerdì, quando si deciderà anche sull’istanza di dissequestro. Tornando ai recenti provvedimenti, anche per “Il Nettuno” di Francesco Conte, difeso dall’avvocato Giancarlo Di Meglio, e  “Da Mario” di Agostino Ferrandino, è stato disposto il dissequestro, ma  in questo caso il motivo va individuato nel fatto che i titolari hanno reso smontabili le rispettive strutture.

Adesso gran parte della partita si deciderà nella citata udienza di dopodomani: se il giudice Capuano dovesse accogliere le tesi dell’avvocato Molinaro, automaticamente ne beneficierebbero anche gli altri stabilimenti, che potrebbero così evitare di smontare ogni anno le proprie strutture fino alla scadenza della concessione. È in gioco l’intera convenienza economica, e quindi la stessa sopravvivenza, di gran parte degli stabilimenti della baia dei Maronti, che in caso di condanna dovrebbero annualmente montare e smontare le strutture con grande dispendio di denaro che renderebbe antieconomica l’attività stagionale. Ecco perché sull’udienza che si svolgerà venerdì mattina presso la sede di Ischia del Tribunale in via Michele Mazzella sono puntati molti occhi. Intanto grande soddisfazione per i provvedimenti di dissequestro è stata espressa anche da Giuseppe La Franca, della Fiba Confesercenti: «Siamo felici dei dissequestri operati dalla Procura, che consentiranno alle strutture di poter riprendere l’attività in un momento difficile, con la stagione che non si è aperta nel migliore nei modi. Adesso però, come stiamo già sollecitando da mesi, bisogna senz’altro procedere all’istituzione di una conferenza di servizi con la Sovrintendenza dei Beni Ambientali per realizzare un piano paesaggistico di tutto il litorale dei Maronti, in cui dovrà tenere conto della recente legislazione in materia. Finora non abbiamo ricevuto riscontri, ma la necessità resta, per risolvere definitivamente le criticità emerse ma soprattutto per prevenirle in prospettiva futura, dando respiro alle attività del litorale senza più la spada di Damocle di eventuali sequestri che comprometterebbero la stagione lavorativa da cui tante famiglie traggono sostentamento».

Francesco Ferrandino

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