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Marco Romano, da Forio alla Serie A

La storia e il racconto del giovane isolano che in occasione della gara Empoli-Genoa ha ricevuto la prima convocazione nella massima serie dal tecnico dei grifoni Gilardino. E che adesso, rimanendo coi piedi ben saldi per terra, sogna l’esordio…

DI ROSSELLA BARBIERI

“Metteva il cuore sul campo e mostrava il suo talento, attento ad ogni appunto dell’allenatore, cresceva col suo pallone, la stoffa del giocatore Un campione coi sogni impressi negli occhi, suo padre là sugli spalti si rivedeva in carriera quando giocava ai suoi tempi, per non deluderlo fece un provino e subito si ritrovò con un contratto in fronte al grande pubblico Vide i suoi sogni realizzati in un lampo Il ragazzino ora un uomo che da’ spettacolo in campo , ed è l’orgoglio del padre e di tutta la famiglia Negli occhi lo stesso fuoco e quando combatte nell’area Mette la voglia, fantasia, altruismo per la sua squadra , mentre ripete a sé stesso cercando la sua vittoria” , il brano “Tu,corri!” cantato dai Gemelli Diversi nel 2002 rappresenta appieno il giovane calciatore foriano Marco Romano , classe 2006. “La mia passione per il calcio è iniziata a soli 3 anni e mezzo ed è nata in modo spontaneo e naturale . Mio padre quand’era giovane è stato un grande calciatore e penso che sia stato lui a trasmettermi l’amore per questo sport, ed infatti anche i miei fratelli hanno sempre giocato a calcio. La mia prima allenatrice è stata Orsola Di Meglio, quando la sua squadra si fuse con il Panza si creò il Real Forio, una squadra composta da ottimi giocatori che poi sono diventati per me dei meravigliosi amici. A 14 anni mi sono trasferito col Genoa, quindi le mie squadre sono state due: il Real Forio e il Genoa. Non è facile andare via da casa così giovani, vivere da solo in una nuova città, con nuovi amici, in una nuova squadra, con nuovi compagni di classe, in un nuovo ambiente. A quell’età non è facile, ma ho sempre creduto in me stesso e ho sempre creduto di potercela fare dimostrando le mie qualità ad ogni allenamento. Tutte queste esperienze ti fanno diventare più responsabile, più determinato, più maturo, più attento alle piccole cose. Sto frequentando il quarto anno di scuola superiore e non è facile conciliare gli allenamenti di calcio con lo studio poiché quest’anno sono impegnato con gli allenamenti della prima squadra, che si svolgono di mattina, della primavera, e della nazionale; quando vado a scuola organizzo un piano per le interrogazioni e compiti con i professori, per studiare tutti gli argomenti spiegati nei giorni in cui sono stato assente. La mia partita del cuore, anche se non ho giocato, è stata l’ultima partita con la prima squadra, Empoli-Genoa, nella quale il Mister Gilardino mi ha convocato per la prima volta. Una partita del cuore sicuramente è stata con il Real Forio , avevo 13 anni , e facemmo uno scontro diretto tra prima e seconda durante il campionato regionale; gli avversari vennero a Forio e vincemmo quattro a tre all’ultimo minuto… feci quattro goal , fu una partita bellissima e la ricordo con grande felicità.

Poi il suo racconto continua: “Devo ringraziare tutti i mister con il quale ho condiviso tutti questi anni in cui ho giocato a pallone, ma quelli a cui sono veramente legato ancora oggi sono: il mister Gioacchino Lombardi, mister Diego Grieco e mister Citarelli. Mister Gioacchino Lombardi è stato il primo a scoprirmi, avevo 4 anni ed io giocavo a calcio con i miei coetanei, ma prese la decisione di iniziare a farmi giocare con i 2004; al di là di ciò ho condiviso la mia infanzia con i suoi figli, gli voglio veramente un bene dell’anima, è sempre sincero con me, mi dice sempre le cose giuste al momento giusto, ha sempre creduto in me ed anche se non ci sentiamo spesso è come se ci sentissimo tutti i giorni. Mister Diego ha creduto in me fin da subito, ed ogni estate, ogni volta che torno a casa, lo chiamo ed andiamo ad allenarci; gli chiedevo e gli chiedo ancora oggi consigli, veramente gli voglio tanto bene e tutto quello che faccio lo faccio anche per lui. Il mister Citarelli, arrivato dopo, ma subito mi ha fatto capire quanto bene mi volesse e quanto ci tenesse a me. Ci sentiamo spesso, mi manda video sul calcio e sui goal più iconici della storia del calcio, scrivendomi frasi che mi danno carica, che mi fanno continuare a migliorare e ad andare avanti ogni giorno sempre di più. Anche a lui voglio un mondo di bene. Mi sento molto fortunato ad avere queste persone al mio fianco. Dedico questa bellissima soddisfazione (la prima convocazione in serie A, ndr) in primis alla mia famiglia: a mio padre, a mia madre, ai miei due fratelli, a tutti i miei zii, a mia nonna…. a tutta la mia famiglia, alla quale dedico ogni giorno il mio allenamento perché senza di loro non sarei qui. Fin da quando ero bambino i miei genitori mi hanno sempre appoggiato, infatti la forza di andare avanti la trovo dalle persone che credono ed hanno sempre creduto in me. Dedico tutto ciò ai miei nonni che purtroppo non ho avuto la fortuna di conoscere, e spero che possano vedere e seguire il mio percorso dall’alto. I miei idoli calcistici sono Ronaldo e Messi: mi ispiro a Messi per quanto riguarda le sue tecniche di gioco, e a Ronaldo per la sua mentalità, dedizione e determinazione negli allenamenti.

Non c’è solo il calcio tra gli amori sportivi di Marco Romano: “Sono appassionato anche di tanti altri sport come lo sci, il basket, infatti sono fan di LeBron James, ed ogni estate gioco sempre a tennis, seguo Federer, Djokovic e Sinner. Prima di ogni partita ascolto remix di canzoni motivazionali per caricarmi appieno ed essere pronto al massimo. In campo non ho un ruolo preferito, mi piace poter sempre variare per essere libero di esprimermi al meglio. Quando il mister Gilardino mi ha convocato è stata una sorpresa inaspettata, ho subito riferito la notizia alla mia famiglia ed è stata veramente un’emozione bellissima. Non vedo l’ora di vivere tante altre bellissime esperienze e di essere di nuovo convocato per esordire. Diventare calciatori è il sogno di tanti bambini, ma per molti resterà solo un sogno e per pochi diventerà realtà. La strada è lunga, ma molto lunga e i sacrifici sono la parte fondamentale del percorso. Da quando ho iniziato questa vita i sacrifici sono stati tanti, non è tutto rose e fiori, credetemi è ardua, impegnativa, solo con tanto sudore, con la paura di fallire, con la paura di deludere le aspettative, con la paura di deludere le persone che hanno sempre creduto in te, ti fanno credere ancora di più in ciò che fai. Possono sembrare cose banali, ma alla fine sono quelle che ti fanno fare la differenza, non solo nel calcio, ma nella vita. Ho imparato tutto sulla vita con un pallone tra i piedi. Ogni cosa nella vita ha il suo lato negativo e positivo; bisogna essere bravi ad imparare da quello negativo, trarre dal lato positivo tutta la forza per andare avanti. È tutta un’esperienza personale che ti fa crescere sia a livello umano sia fisico”.

Poi un consiglio a tanti giovani atleti che come lui sognano di far diventare il calcio una professione: “Ai ragazzini vorrei soltanto dirgli che bisogna divertirsi e godersi ogni momento. Io sono un ragazzo che non si accontenta mai, ma devo dire di essere soddisfatto del mio percorso fino ad oggi, ed altrettanto consapevole del fatto che sono solo all’inizio e che la strada sarà molto, ma molto lunga. Il punto d’arrivo diventerà il punto di partenza per puntare sempre più in alto verso nuovi obiettivi.” Marco è un ragazzo molto determinato verso i propri obiettivi e per costruire il suo sogno fin da quando era bambino ha fatto tanti sacrifici, allontanandosi da casa e lasciando l’isola a soli 14 anni. Attendiamo nuovi aggiornamenti dal nostro Marco, e siamo certi che i suoi progetti futuri saranno un successo, proprio come canta Tommaso Paradiso “tanto comunque andrà sarà un successo”.

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