CULTURA & SOCIETA'

Memoria ed emozione nei ricordi del carcere di Procida

Fascino del grande retaggio nei volumi del medico Giacomo Retaggio

L’esemplare eredità dello Scrittore Giacomo Retaggio al doveroso centro di questa pagina di Fede. L’isola di Procida è più piccola (come Capri) dell’isola d’Ischia, ma la terra di Graziella ha trovato nel suo edificante figlio medico, storico e fecondo Scrittore Giacomo Retaggio l’eredità spirituale del suo essere in prossimità del 2022, che è l’anno dedicato a Procida “Capitale della Cultura”: la prima volta che una scelta del Governo nazionale caduta su un’ isola e per giunta tanto piccola. La terra di Procida -contadini, pescatori e coraggiosi naviganti- attraverso le numerose e dense pubblicazioni del medico dr. Retaggio ha assunto, infatti, una dimensione che supera senza dubbio i suggestivi confini insulari, per assurgere a insigne memoria ed emozione nazionale: nei suoi libri vive, infatti, l’umanità intera nelle gioie e nei suoi inevitabili dolori, nelle speranze e nelle lacrime nelle prove del divenire, nella fatica dell’approdo alla Fede. Insomma la metafora dell’uomo. Ne parlai molto in classe, allorché docente di Materie Letterarie e Latino al Liceo Scientifico Statale “A. Einstein” d’Ischia nella trattazione delle vicende della Repubblica Partenopea all’uscita e omaggio di Retaggio di quel magnifico volume dal titolo “U’ viso, u’ viso” ambientato a Procida sulla storica Piazza dei Martiri.

I cari Allievi rimasero colpiti e motivati nello studio di quell’epoca storico-letteraria: la circostanza a conferma della verità didattica che l’esperienza dei fatti vicini al proprio piccolo alimentano l’interesse e l’esplorazione didattica più ampia, scolpendo meglio nella memoria le discipline di studio. Sulle opere di Retaggio abbiamo il dovere di soffermarci -con l’aiuto di Dio- a lungo in una sorta divulgativa di un nuovo ruolo didattico (sono ormai in pensione dal settembre 2009: iniziai a insegnare incaricato nell’ottobre 1971 a Lanusei, Nuoro, nella cara Sardegna), di costante tensione sintesi a priori di essere verso l’assiologìa del dover-essere, il “sein” proiettato verso l’etico “sollen”, che genera la consapevole moralità dello spirito umano, in un’epoca di grave eclissi di Valori. Quanta Passione nel volume “Carcere di Procida/ tra memoria e sofferenza”- ove il Retaggio è stato Medico per 25 anni – e l’altro “L’isola nell’isola/ una vita nel carcere di Procida” (attivo dal 1830 al 1971) col protagonista Cuono, un nome che m’è parso derivare dal greco “kùon, kunòs”, cioè cane come legato alla catena; nelle Costellazioni troviamo “il cane di Orione – kuon Orìonos” oppure “il cane di Zeus – kuon Diòs”. Cuono, laureando in giurisprudenza, coniugato con figlia, è condannato al guinzaglio dell’ergastolo, poi abbreviato a trent’anni, e il lettore vive il dramma intimo di questo giovane attraverso lo stile semplice e chiaro dello Scrittore che affisa con immediatezza i vari e segreti percorsi soprattutto interiori e ne ricava tristi e condivisibili riflessioni. L’art. 27 della Costituzione italiana stabilisce che…”le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”. E Gesù Cristo asserisce sul “programma” del Giudizio Finale richiesto dai Discepoli: …”ero carcerato e siete venuti a trovarmi…In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a Me!”. Stupendo e grazie, dr. Retaggio ! (continua)

*Pasquale Baldino – Responsabile diocesano Cenacoli Mariani MSM; docente Liceo; poeta; emerito ANC – Ass Naz Carabinieri (e-mail: prof.pasqualebaldino@libero.it)

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