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Mennella: «La delibera sul contenzioso non vale, deve passare in Consiglio»

Di Francesco Ferrandino

CASAMICCIOLA TERME. Continua il dibattito all’indomani dell’emanazione della delibera di Giunta che intende risolvere il contenzioso legale del Comune attraverso accordi transattivi. L’architetto Luigi Mennella, consigliere d’opposizione,  contesta la strada scelta dalla maggioranza: «Tengo innanzitutto a precisare – afferma l’esponente di “Nuova Casamicciola” – che quando un amministratore viene ingiustamente imputato e poi viene assolto vedendo riconosciuta la propria estraneità in relazione agli addebiti, ha tutto il diritto di richiedere all’ente pubblico il pagamento delle proprie spettanze, come ha legittimamente fatto l’Ing. Manzi tramite l’avv. Piro. Il problema, non solo del caso specifico ma anche degli altri, è piuttosto rappresentato dai modi e dai tempi. Come mai questi debiti non sono mai stati riconosciuti prima, e si sono “trascinati” fino ad oggi?». Per Luigi Mennella, inoltre, il provvedimento emanato dalla Giunta è del tutto insufficiente a supportare le modalità scelte dall’amministrazione per dirimere la massa debitoria del contenzioso legale: «Il deliberato di Giunta della scorsa settimana – continua l’ex sindaco – non ha nessun valore: non è sufficiente emettere un provvedimento di Giunta comunale, ma è necessaria una deliberazione del Consiglio Comunale. Non sono io a dirlo, ma le norme vigenti». Ricordiamo che il provvedimento in questione ha ad oggetto “approvazione criteri per la stipula di accordi transattivi relativi a debiti del contenzioso legale del Comune di Casamicciola Terme”. Di fatto, dal palazzo municipale, considerata anche l’aria di spending review che tira, si è deciso di provare a chiudere una serie di pagamenti cercando di risparmiare, e tracciando una serie di linee guida, quali ad esempio quelle di verificare la giustezza delle parcelle presentate dai professionisti in tempi più o meno passati, per verificare soprattutto che le stesse siano rispondenti a quelli che sono i parametri tariffari. Un provvedimento di cui ieri il sindaco Castagna ha rivendicato l’opportunità, per contribuire a salvare l’ente dall’ombra del dissesto. Mennella non è del tutto d’accordo, anzi: «Il sindaco – attacca – utilizza le leggi della Repubblica a modo suo, senza alcun criterio. La norma prevede che questi sono debiti fuori bilancio. Egli è convinto di poter risolvere il contenzioso con le transazioni. Esse possono  certamente essere effettuate, e saldate tramite il bilancio dell’anno in corso. In realtà una transazione si effettua in caso di difficoltà nel definire la cifra dovuta, con l’eventualità che, tramite un’azione giudiziaria, si possa essere condannati a pagare una cifra maggiore di quella inizialmente ipotizzata. Ecco, in casi del genere la transazione è non soltanto condivisibile, ma dovuta. Inoltre, e questo è un altro punto fondamentale ignorato dal sindaco, essa può essere effettuata solo successivamente a quanto stabilito dal Consiglio Comunale. Qui invece, e prendiamo il caso dell’Ing. Manzi difeso dall’avv. Piro a puro titolo di esempio, stiamo parlando di un processo conclusosi negli anni ’90, chiaramente classificabile come debito fuori bilancio. In base a tale classificazione, si può addivenire a una transazione ma, ripeto, solo dopo che il Consiglio Comunale, esaminata l’istruttoria effettuata dal responsabile dell’ufficio legale e contenziosi, abbia deciso nel merito. Ma se non viene realizzata l’istruttoria, e se manca il parere del civico consesso (che peraltro deve discuterne punto per punto), allora la delibera di giunta è del tutto insufficiente». Per il consigliere d’opposizione, in altri casi, ove invece non vi è ancora  alcuna sentenza definitiva, teoricamente si potrebbe effettuare una transazione come quelle prefigurate dalla delibera di Giunta, ma soltanto in quei casi. «Tra l’altro – aggiunge l’architetto – la legge stabilisce che, prima di effettuare queste transazioni, la Giunta avrebbe dovuto emanare un provvedimento tale da stabilire la cifra per le transazioni, quindi individuare in modo chiaro il costo per  l’Ente. Ma non è certo quello che il Sindaco e la Giunta hanno inteso fare. Essi hanno emanato soltanto un delibera d’intenti, dando disposizioni ai dirigenti e funzionari di portare avanti queste transazioni, che però, lo ribadisco, diventano automaticamente illegali e illecite». La maggioranza comunque afferma di essersi ispirata ad alcune pronunce della Corte dei Conti, prima di deliberare il provvedimento. Anche su questo, Luigi Mennella dissente: «Guardi, ho studiato a fondo la giurisprudenza contabile in merito. La Corte dei Conti, in una serie di sentenze emesse tra il 2007  (sezione Puglia, Basilicata e Piemonte) e il 2015 (Umbria) stabilisce che le transazioni sono un fatto eccezionale, senza dimenticare l’art. 194 del Testo Unico degli Enti Locali (Riconoscimento di legittimità di debiti fuori bilancio), che prevede espressamente che questo tipo di debito passi preventivamente all’esame del Consiglio Comunale. Invece nel caso della delibera emanata la scorsa settimana, l’eccezionalità diventa ordinarietà, ma così viene ad essere totalmente esautorato il Civico Consesso, cosa inammissibile. In quelle sentenze della Corte dei Conti, si parla di circostanze eccezionali nel momento in cui si effettua la transazione, ma quest’ultima deve essere giustificata. È improponibile applicare tale metodo per la totalità dei debiti fuori bilancio». Quale sarebbe il motivo, allora, per cui la Giunta avrebbe voluto evitare il passaggio in Consiglio? «Un’idea precisa io me la sono fatta: la verità è che il Sindaco ha paura di un voto in Consiglio Comunale, perché non otterrebbe la maggioranza su una decisione del genere. C’è chi non “può” votare, e chi non “vuole” votare un tale provvedimento, temendone i chiari profili di illiceità. In pratica, tentano di conferire il compito ai funzionari, bypassando l’organo deputato, cioè il Consiglio». Insomma, per Luigi Mennella, il deliberato di giunta è una sorta di “piccolo golpe” nei confronti delle prerogative dell’Assemblea cittadina: «Hanno stilato un semplice elenco – continua l’esponente dell’opposizione –  senza alcuna istruttoria e nessun esame del Consiglio. Non c’è documentazione su modi e tempi della singola richiesta, non è nemmeno indicata qual è la causa che ha determinato quel debito nei confronti del professionista. Fra l’altro, riguardo la reiterazione della richiesta di pagamento, non soltanto di quella avanzata dall’ing. Manzi  e firmata dall’avv. Piro (che, ripeto, è legittima), ma anche di tutte le altre, andrebbe pure verificato se sia intervenuta un’eventuale prescrizione, visti i tempi così dilatati tra la chiusura del processo e la richiesta di saldo. Ad esempio, in tre anni si prescrivono i diritti dei professionisti per il compenso dell’opera prestata. Quindi si profila la necessità di adeguato approfondimento della relativa documentazione». Non manca, infine, una considerazione sui motivi a base del provvedimento: «Il deliberato di Giunta arriva proprio in questo momento particolare, prima del ricorso contro la “bocciatura” del piano di pre-dissesto, una tempistica – conclude Mennella – che induce a pensare che l’amministrazione voglia dimostrare alla Corte dei Conti la propria “virtuosità”, dando prova di voler ridurre tale tipo di spese».

 

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