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Tentata estorsione, fissata l’udienza al Riesame per Carannante

Lunedì 25 gennaio si discuterà il ricorso contro la misura cautelare per il professionista procidano che ricopriva la carica di assessore

Si svolgerà il 25 gennaio l’udienza dinanzi al Tribunale di Napoli in funzione di Riesame per discutere il ricorso dell’assessore del Comune di Procida, Antonio Carannante, accusato di tentata estorsione aggravata e posto agli arresti domiciliari dopo che i carabinieri gli avevano notificato un’ordinanza emessa al termine di una attività di indagine dei carabinieri della Compagnia di Ischia su delega della Procura della Repubblica di Napoli. Assistito dall’avvocato Luigi Tuccillo, il professionista procidano punta a veder revocata la misura cautelare applicata dal Gip D’Auria.

L’accusa contro l’avvocato Carannante delinea un presunto avvertimento indirizzato al titolare del fondo confinante con quello di una sua assistita, relativamente a una possibile denuncia su alcuni abusi edilizi qualora questi non avesse consegnato la somma di 20.000 euro alla sua cliente. Secondo i Carabinieri, nel corso dell’indagine “è altresì emerso che l’indagato, approfittando della sua qualità di pubblico ufficiale, sollecitava e esercitava pressioni sui rappresentanti degli uffici comunali competenti per l’edilizia in relazione a pratiche di alcuni suoi clienti”. Circostanza che complicherebbe la posizione dell’indagato, vista la carica pubblica ricoperta. L’avvocato Carannante, come è noto, ha poi rassegnato le dimissioni in attesa di chiarire la vicenda.

Verosimilmente, la difesa cercherà di chiarire che quella di Carannante, legale della signora Giaquinto, non era affatto un’attività estorsiva, in quanto il confinante della sua assistita stava eseguendo una costruzione sul suo fondo violando i diritti della Giaquinto. A quel punto era iniziata una trattativa tra i titolari dei due fondi confinanti: sul tavolo la signora poneva la possibilità di rinunciare ai suoi diritti dietro una contropartita economica. In sostanza, il signor Costagliola avrebbe potuto costruire in violazione delle distanze prescritte dalla legge, ma pagando una congrua cifra alla titolare del fondo confinante, anche per compensarla, fra l’altro, del danneggiamento della recinzione. Quindi nessun fine estorsivo, bensì una negoziazione tra privati. Lunedì dunque la discussione del ricorso.

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