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Mete turistiche a rischio, Ischia può farcela da sola

ISCHIA. Il recente disastro aereo in Egitto riporta l’attenzione del mondo occidentale sulle zone calde del pianeta, anche e soprattutto perché colpisce civili estranei ai conflitti in corso, in questo caso turisti russi che tornavano da una vacanza a Sharm el Sheik, meta da decenni divenuta popolarissima anche tra gli italiani, ischitani compresi. Non si conosce ancora l’esatta causa della tragedia, e si moltiplicano le ipotesi: bomba a bordo? Terrorismo? Missili? Le indagini sono ancora lontane dal concludersi, ma nel frattempo  diverse fonti sembrano accreditare la pista dell’attentato, perpetrato mediante un ordigno occultato tra i bagagli. Di certo, dopo gli atti terroristici che nei mesi scorsi hanno colpito altre mete turistiche molto frequentate dagli europei, come il museo del Bardo e la spiaggia di Susa, entrambe in Tunisia, anche la recente tragedia aerea egiziana con ogni probabilità avrà pesanti ripercussioni sulla geografia del turismo mondiale, ridisegnando le abitudini di milioni di viaggiatori. Il Ministero degli Esteri per ora non ha ufficialmente inserito l’Egitto tra le mete “sconsigliate”, tuttavia, gettando uno sguardo anche oltre i paesi nordafricani, si evince come anche altre destinazioni siano a rischio. La Turchia, dopo la strage dello scorso 10 ottobre nei pressi della stazione di Ankara e le tensioni della recente consultazione elettorale, è una meta sconsigliata, così come anche le Maldive, una destinazione di vacanza scelta da molti italiani per godere di alcuni giorni di clima estivo in piena stagione invernale, viene indicata come luogo a rischio per le tensioni politiche che si vivono nell’atollo asiatico. Altre mete turistiche, invece, soffrono a causa di disastri naturali, come il Nepal, colpito dal terremoto, o l’Indonesia, oggetto di gravissimi incendi che stanno distruggendo gran parte delle foreste del Borneo. In un siffatto panorama mondiale, i turisti italiani e quelli europei, come già accaduto in passato, potrebbero optare per mete turistiche più “domestiche” per comprensibili ragioni di sicurezza. Alcuni analisti si sono spinti a ipotizzare che il sud della Penisola, con la sua ricchezza di siti culturali, avrebbe la possibilità di “intercettare” gran parte del flusso turistico proveniente dall’Italia settentrionale e dal resto d’Europa. Ovviamente, in questo contesto, l’isola d’Ischia è una delle destinazioni che  avrebbe tutte le potenzialità per essere scelta come località dove trascorrere una vacanza in grado di rispondere alle molteplici esigenze di diversi tipi di turismo. Le acque termali, i sentieri naturalistici, la ricchezza delle tradizioni enogastronomiche, la Storia e l’architettura che testimoniano la stratificazione di diverse culture, sono tutti elementi in grado di soddisfare differenti richieste. Tuttavia, la nostra isola potrebbe riuscirci ugualmente senza dover ogni volta attendere fortuiti aiuti da circostanze peraltro così tragiche. È quello che ribadisce Ermando Mennella, Presidente di Federalberghi, il cui primo pensiero è quello di solidarizzare con i parenti delle povere vittime, oltre a un augurio alla cittadina di Sharm: «Inviamo piena solidarietà anche alle aziende turistiche di Sharm el Sheik, che rappresentano un’eccellenza che ha il diritto di continuare a operare senza dover risentire di conseguenze negative per quanto accaduto: se di terrorismo si è trattato, auspichiamo che la cooperazione internazionale possa limitare se non annullare tali atti orribilmente criminali. Sul mercato turistico si deve competere ad armi pari, senza dover aspettare eventi imprevisti. Una siffatta deplorevole attitudine è sinonimo di mancanza di progettualità e quindi di competitività. In riferimento a quanto accaduto, ricordo che già durante la prima Primavera araba, in seguito ad alcuni eventi drammatici, furono altre le località turistiche ad avvantaggiarsene, più che Ischia, anche perché dobbiamo sempre distinguere il tipo di domanda turistica: se si ambisce a una vacanza di mare, beh, allora l’isola nel periodo invernale non è tra le prime scelte a livello internazionale. Se invece ci si riferisce a un turismo termale, storico-culturale, ecco che Ischia ha tutto per rispondere alla sfida di tante altre mete, anche a livello mondiale. Tuttavia, se si vuole vincere tale sfida, bisogna intervenire sui punti ben noti: oltre ai servizi offerti dalle aziende alberghiere, bisogna potenziare la comunicazione e i trasporti. Nel Golfo c’è necessità di un miglioramento generale del trasporto marittimo, che rappresenta il primo impatto del turista con la nostra isola, e dell’accoglienza: investire nella promozione di Ischia  a livello internazionale è una priorità spesso disattesa. Ovvio che, tenendo conto delle stagioni, da certi eventi può derivare un beneficio per una certa località a danno di un’altra, ma di certo bisogna smetterla di sperare nel “Marquez” di turno, usando una metafora sportiva in voga in questi giorni. Ischia può e deve farcela con le sue forze e le sue capacità».    

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