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Coronavirus e didattica digitale, così le scuole affrontano l’emergenza

Come sono attrezzati gli Istituti dell’isola d’Ischia? Quali forme alternative di didattica sono possibili e come si riesce a mantenere lo spirito di classe anche da lontano,? La parola ai dirigenti scolastici alla prese con una sfida impegnativa

Per arginare il diffondersi del Coronavirus, l’intera macchina dell’istruzione vive giornate concitate. La sospensione delle lezioni è una ferita profonda al diritto di studio, un grave vulnus per milioni di bambini e ragazzi, ma anche una complicazione, affatto trascurabile, per tante famiglie.

Di fronte a scenari dalla durata imponderabile (il periodo di sospensione è stato prorogato fino al 3 aprile), come garantire l’attività didattica senza tagliare quel filo educativo, che non è solo una trasmissione di conoscenza, ma è connessione interattiva, profonda, fertile tra ragazzi e insegnanti?

Per limitare il danno, la scuola si affida all’insegnamento a distanza. Ripristinare l’attività didattica grazie agli strumenti digitali, scongiurando il rischio che milioni di studenti delle scuole di ogni ordine e grado, perdano le lezioni per un periodo indefinito, producendo un ritardo nella loro preparazione. Adozione di piattaforme gratuite per creare classi digitali, condivisione di contenuti on line, video-lezioni per verificare l’apprendimento. Alla scuola italiana si offre l’opportunità di portare online la didattica, una sfida che – forse – le consentirà di uscire dall’emergenza più robusta di quando vi è entrata.

Ma la scuola isolana è davvero pronta a questa accelerazione nel settore del digitale? Alcune realtà stanno già lavorando facendo un’ottima esperienza di condivisione della conoscenza e della didattica a distanza attraverso la tecnologia. Esperienze modello, pur nella consapevolezza, pressoché unanime, che la didattica a distanza non può sostituirsi all’esperienza diretta, preziosa anche grazie a spunti e osservazioni che i nostri ragazzi colgono gli uni dagli altri, non solo dal rapporto col docente o con il materiale utilizzato. Né si può negare che, anche da un punto di vista quantitativo, l’obiettivo del 30% del monte ore sia comunque insufficiente.

Sono tempi difficili, però. Conviene ingegnarsi e trarre il massimo da ciò abbiamo a disposizione. Come all’Istituto tecnico “Enrico Mattei”, dove già da qualche giorno – assicura il preside Antonio Siciliano – si applicano metodologie di insegnamento alternative già sperimentate in passato, quando di Coronavirus non si sentiva nemmeno parlare.

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«La scorsa settimana ho fatto un briefing con i miei collaboratori», racconta il Dirigente scolastico.

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«Nella nostra scuola già utilizzavamo piattaforme come Classroom, l’app che mette in contatto studenti e docenti e aiuta a fare didattica in remoto. Adesso abbiamo fatto un passo in avanti, ci siamo evoluti verso nuove piattaforme come Zoom che ci fornisce la possibilità di tenere videoconferenze, lezioni online e corsi didattici di ogni genere a distanza. Una piattaforma estremamente versatile, capace di adattarsi alle esigenze più disparate. I nostri insegnanti stanno già effettuando delle lezioni con le classi meno numerose già dalla scorsa settimana, si tratta adesso di estenderle a tutti. Inoltre abbiamo fatto rete con l’Istituto Polo Tecnico Professionale di Venezia guidato dal preside Michelangelo Lamonica per sviluppare e migliorare insieme questa attività di didattica a distanza in questi giorni fondamentale per i ragazzi.»

All’Istituto di via Principessa Margherita è già partita anche una formazione per i docenti attraverso videoconferenze in cui i tutor presentano queste piattaforme nel dettaglio, per aiutare i loro colleghi a risolvere tutti i problemi che eventualmente possono nascere dal loro utilizzo. Presto sarà pronto un calendario con i nuovi orari, con lezioni intervallate da 15 minuti di pausa, in cui tutti gli alunni saranno suddivisi in team. «Ci siamo già accorti – confermano dal Mattei – che la risposta è positiva. Gli studenti si sono presentati puntuali all’orario della lezione, apprezzando la novità della proposta. Presto riusciremo ad assegnare dei compiti anche personalizzati per ogni alunno e fissare una scadenza per l’ora di consegna. Insomma, pur con i suoi limiti, l’insegnamento a distanza permette alla scuola di andare avanti».

Dall’IIS “Cristofaro Mennella di Ischia, la preside Giuseppina di Guida commenta: «Nella situazione emergenziale in cui si trova il nostro Paese ci viene richiesto di rivedere il tradizionale rapporto docenti-discenti, nell’ottica di non interrompere il dialogo educativo e di non pregiudicare ulteriormente la perdita di socialità e di stimoli culturali dovuti alla chiusura delle scuole, dei cinema, dei teatri e dei centri di aggregazione su tutto il territorio nazionale. Per questi motivi, seppur consapevole dell’incertezza del quadro generale, sia quello epidemiologico che normativo, provvedo ad ottemperare a quanto richiesto dalle Autorità di Governo, in stretta collaborazione con il personale docente e ATA alla luce di un principio costituzionale che è per tutti noi prioritario: il diritto all’istruzione.» Nei plessi del “Cristofaro Mennella” già da ieri le attività didattiche sono erogate per tutte le classi e per tutti gli indirizzi di studio (anche per i corsi serali) tramite la piattaforma informatica G-Suite suggerita dal M.I.UR. e dall’INDIRE , una piattaforma in modalità sincrona, libera e gratuita (open sources), attivabile anche tramite app sui dispositivi mobili, secondo l’orario previsto di ciascun docente e per tutte le discipline previste nel piano di studi.

«Avevamo già sperimentato la didattica a distanza con i corsi serali» ci spiega il prof. Giuseppe Iacono. «Da diversi giorni, weekend incluso, abbiamo organizzato il lavoro per la nostra comunità che si occupa dell’educazione di circa 600 ragazzi. Attraverso G-Suite di Google faremo video lezioni con i ragazzi, lezioni registrate e contenuti video per garantire almeno un 30% del monte ore per ogni insegnante. D’altro canto non possiamo tenere sei ore ragazzi davanti a uno schermo. Se non ci sono problemi in ordine alle e verifiche orali, stiamo studiando un sistema che permetta la migliore valutazione possibile per lo scritto. Anche tra docenti il lavoro è continuo: è il quarto anno che mi occupo della formazione digitale dei colleghi, aiutando a conoscere tutti gli strumenti della didattica digitale anche per chi ha poca familiarità con la rete e il web. La sinergia deve essere totale, avremo sicuramente una richiesta di assistenza da parte delle famiglie. Ricordiamoci che tutti hanno un cellulare, ma non tutti hanno un collegamento a internet che permetta di essere sempre collegati. Altro aspetto di cui stiamo tenendo conto riguarda quella fascia di ragazzi speciali che non vanno lasciati indietro: con gli insegnanti di sostegno stiamo valutando di instaurare un rapporto più personale. Il contatto tra scuola e studenti non va interrotto per nessuno».

Dopo le riunioni preventive con uno staff individuato ad hoc, anche per Giovanna Battista Costigliola, Dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo “Ibsen” di Casamicciola, è tempo di partire con la scuola 2.0. «Utilizzeremo al meglio quanto già abbiamo: registro elettronico, upgrade dei moduli che ci consentiranno sia download che upload, mentre per quanto riguarda la didattica a distanza ci stiamo organizzando in via sperimentale con video lezioni per le classi delle medie e spero anche per le elementari. Certo gli ostacoli esistono: non tutti i genitori hanno la possibilità di approcciarsi al digitale, alcuni sono in ritardo, bisogna considerare l’utenza disagiata (penso, ad esempio, ai bambini seguiti dai servizi sociali) e quelli più piccoli, abituati al digitale con la Lim, ma che quando sono a casa, lo utilizzano per giocare, far fare qualcos’altro è un po’ più complicato. C’è molto lavoro da fare. Per la scuola è una grande opportunità, la questione del Coronavirus e la sospensione delle attività didattiche in classe ci impongono di affrontare questa sfida. Bisognerà soprattutto cercare un contatto e mantenerlo al fine di seguire un percorso che in qualche modo possa essere valutato. Sono gli obiettivi che ci proponiamo. E’ un’occasione per un’accelerazione di qualità e in fondo mi sento ottimista. Sull’isola c’è molta sinergia tra i dirigenti scolastici, uno scambio di buone pratiche che sicuramente ci aiuterà.»

Per Assunta Barbieri, preside dell’Istituto comprensivo “Vincenzo Mennella” di Lacco Ameno «questo periodo di sospensione delle attività didattiche è chiaramente diverso da quelli che solitamente la scuola vive, ma il personale è tutto regolarmente in servizio e deve assicurare la sua reperibilità. Con la prof.ssa Annalisa Agnese e con il suo Staff, stiamo lavorando per implementare al più presto la piattaforma e qualsiasi altra strumentazione utile per attivare velocemente la didattica a distanza, atteso anche che, ad oggi, non è possibile prevedere l’evolversi della situazione di emergenza sanitaria e che la sospensione delle attività didattiche potrebbe anche protrarsi ulteriormente. Ecco, è necessario farsi trovare pronti in ogni caso, perché non possiamo assolutamente interrompere il percorso formativo dei nostri studenti. Sono certa che non faremo mancare la nostra vicinanza nemmeno ai genitori con i quali si chiede collaborazione e intesa, così come previsto dal “Patto di corresponsabilità educativo” che tutti abbiamo sottoscritto. L’ IC “V. Mennella” – continua la Dirigente – e la comunità di Lacco Ameno sono abituati a fare fronte alle emergenze e alle difficoltà; anche questa volta riusciremo a cavarcela e i professionisti del nostro istituto riusciranno a trasformare questo difficile momento in un’opportunità per migliorare le metodologie didattiche e la qualità della nostra scuola, senza mai perdere di vista la nostra “mission”: assicurare il successo scolastico e formativo di ogni allieva e di ogni allievo, favorendone la crescita umana, lo sviluppo delle potenzialità e delle competenze sociali e culturali».

Partita la didattica a distanza anche al Liceo Statale Ischia, guidato d Gianpietro Calise, e all’IPS “V. Telese” diretto da Mario Sironi. E’ proprio il preside dell’Alberghiero a manifestare tutte le perplessità verso questa soluzione adottata in emergenza. «Siamo partiti anche noi con sobrietà e con la consapevolezza che la didattica a distanza, in queste circostanze, è un palliativo. Esistono tante questioni non facilmente risolvibili: penso, ad esempio, alle attività laboratoriali, decisive per un istituto tecnico professionale; alle criticità relative all’inclusione; alle misure dispensative e gli strumenti compensativi per i BES; la validazione delle valutazioni». «E’ giusto mantenere il contatto con i ragazzi – continua il Dirigente scolastico – i nostri studenti ricevono istruzioni quotidianamente attraverso il registro elettronico e le piattaforme on line, ma la didattica a distanza presenta limiti innegabili. L’insegnamento è legato al confronto e all’incontro. Per non parlare, poi, di molte famiglie con figli che frequentano istituti diversi, non sempre dotati di più di un computer. Stiamo cercando di superare queste criticità con impegno e molta fantasia, ma la scuola è un’altra cosa».

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