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«Mio figlio nascerà qui a Parigi e sono tranquillissima»

«Io e mio marito eravamo in casa, abitiamo dall’altro lato della città rispetto a dove sono avvenuti gli attentati. Non ci è stato chiesto di restare in casa, ma consigliano di non andare in zona. In queste situazioni, così come era già successo per il caso Charlie Hebdo, c’ é molta più sicurezza che negli altri giorni. Le linee della metropolitana che passano per la zona del teatro sono state interdette, ma la gente è in giro e i più curiosi vanno anche sul posto. Abbiamo appreso degli attentati dalla televisione, ma non abbiamo avuto paura perché siamo lontani da quella zona e siamo sicuri in casa; c’è il timore di non sapere  se tra la gente coinvolta  c’ era qualcuno che conoscevamo, colleghi, amici italiani. É successo di venerdì e in molti escono per  un “verre”, un bicchiere, un aperitivo. Potevano colpire zone molto più affollate, tipo il Marais ma certo, chi abita lì o era in zona, avrà tremato. E ora, si vive come tutti i giorni. Come abbiamo fatto a gennaio. La métro la si deve prendere per andare a lavoro. Purtroppo questi fatti non sono prevedibili, ma la paura non serve e poi la città é talmente piena di arabi  che se avessimo paura sarebbe impossibile pure uscire di casa. A breve partorisco, sono in congedo maternità. Come mi sento a far nascere mio figlio a Parigi? Tranquillissima, gli ho chiesto solo di non fare scherzi in questi giorni. Nonostante tutto viviamo tranquilli, la città ci dà talmente tanto che non fuggiremo davanti a questi pazzi».

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