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«Il mio obiettivo resta Strasburgo. Casamicciola? Non ci penso ma… mai dire mai»

Come stai vivendo questo insolito periodo di riposo? In fondo è la prima volta, dopo quindici anni passati ininterrottamente a fare il sindaco…

«Mah, è tutto come mi aspettavo. In primis sono contento per l’esito delle elezioni, in caso di risultato negativo l’umore sarebbe stato diverso. E’ chiaro che sono più rilassato ed alleggerito dai carichi di lavoro e dalle responsabilità che una carica istituzionale comportano, un po’ di riposo non potrà che giovarmi».

Primo significativo indizio: hai detto “un po’” di riposo…

«Mi sembra ovvio che politicamente non appenda le scarpe al chiodo, cercherò di fare qualcosa lontano dall’isola e molto dipenderà anche dalla sentenza del processo CPL che dovrebbe arrivare in autunno e che io sono certo sarà favorevole. A quel punto si apriranno nuovi scenari, ancora più ambiziosi».

Avrai notato che ormai oltre al processo si segue con estrema attenzione tutto quanto ruota attorno a determinati personaggi, su tutti il capitano Scafarto?

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«Guarda, io ho maturato un’idea chiara: stanno venendo fuori in maniera prepotente i miei convincimenti. Ci troviamo davanti ad un vero e proprio “metodo”, che oggi emerge perché magari si sono toccati punti ed obiettivi un po’ più sensibili.  Spero che un tribunale possa sancire la mia più assoluta estraneità ai fatti contestati mettendo la parola fine ad una vicenda che mi ha visto tristemente protagonista».

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Te l’ho già chiesto una volta ma lo faccio di nuovo, visto che è passato del tempo. Hai mai pensato che quella inchiesta fosse partita per mirare in alto e poi alla fine si sia dovuta “accontentare” del sindaco d’Ischia?

«E’ una chiave di lettura possibile, vediamo se viene sancita da un epilogo giudiziario. Certo furono toccati sia pure di striscio alte cariche dello Stato tra cui il presidente della Repubblica e l’ex presidente del Consiglio, ma anche Generali della guardia di finanza ed altri. Insomma, di certo io rappresentavo l’anello debole».

Le elezioni amministrative di Ischia. Dove ha vinto Enzo Ferrandino e dove ha perso Gianluca Trani?

«Enzo Ferrandino ha vinto perché l’elettorato lo ha ritenuto più credibile e capace di amministrare il paese per i prossimi cinque anni. E la gente lo ha scelto non scommettendo su promesse o ipotesi ma su quello che hanno visto fare alla sua ed alla mia amministrazione negli ultimi dieci anni. Hanno premiato l’uomo, certo, ma anche un percorso virtuoso al quale hanno lavorato e contribuito tutti. Checché ne possano dire in tanti, soprattutto coloro che si divertono ad infamare e diffamare sui social, evidentemente c’erano più luci che ombre negli ultimi due lustri e soprattutto abbiamo portato a casa buoni risultati per il paese. Gianluca Trani? Ha perso in primo luogo quando credeva che da solo potesse conquistare il Comune di Ischia, senza avere un curriculum ben definito alle spalle ma soltanto un numero di consensi collezionato alle amministrative del 2012. Poi, quando ha capito che la sua fuga in avanti era velleitaria, ha ben pensato di imbarcare tutto e tutti e quindi ne è venuta fuori una coalizione piena zeppa di contraddizioni che per questo motivo è stata clamorosamente bocciata dall’elettorato. Basti pensare che gli esponenti di maggior spicco non sono stati neanche eletti, seppure tra le fila della minoranza: questa credo sia la testimonianza della bocciatura più sonora. Il popolo, badate bene, ha bocciato anche un certo modo di fare politica, quello basato sulla denuncia e sul contrasto ad ogni costo».

A proposito, già che siamo in tema: ma come è nata l’idea del manifesto “Strike”?

«E’ successo tutto in maniera molto semplice. C’erano delle figure che in vista delle elezioni amministrative stavano ragionando con noi, poi all’improvviso finirono contro perché ce le trovammo dall’altra parte della barricata. In quel momento tutti pensavano che potessimo perdere le elezioni ma io risposi a tanti che forse non tutti i mali venissero per nuocere: li avevamo come avversari, quale migliore occasione per fare strike, eliminarli tutti con un colpo solo. Questo è successo, ed ho voluto mantenere la promessa che avevo fatto a me stesso e dunque far preparare il manifesto. Ho visto che in tanti hanno reagito in modo arrabbiato e stizzito (e questo vuol dire che ho raggiunto il mio scopo) ma il mio in realtà voleva soltanto essere un modo goliardico di scherzare su quanto accaduto negli ultimi mesi. E in tutto questo vorrei far notare che il sottoscritto, per quanto non candidato, è stato oggetto di ripetuti attacchi da palchi, comunicati stampa e social. Il minimo che potessi fare era scherzarci un po’ sopra togliendomi qualche sassolino dalla scarpa. E poi mi chiedo…».

Ti chiedi…?

«Avessero vinto loro, sono certo che almeno sarebbero venuti a sfilare fuori all’albergo di famiglia o avrebbero sparato i fuochi d’artificio all’esterno del bar La Dolce Sosta. Sarebbe stato anche quello uno sfottò, magari anche più rumoroso, appariscente e fastidioso. Loro sono convinto che lo avrebbero fatto, io ho utilizzato un modo più sottile ed elegante sottoscrivendo un manifesto. Volevo scherzare un po’, mi spiace se qualcuno se la sia presa a male ma a me andava di farlo».

Dai, prendiamola un po’ a ridere: che senso di invidia provi nei confronti del tuo successore che non si ritroverà più in consiglio comunale un oppositore come Carmine Bernardo?

«Non avendo questo ed altri personaggi in minoranza, il compito di Enzo sarà certo più agevole. Amministrare un paese comunque non è mai facile, ma lui ha l’esperienza giusta per superare le difficoltà che incontrerà lungo il cammino. Non provo invidia, quanto piuttosto soddisfazione: è come se avessi coronato il mio decennio da sindaco portando a compimento quest’ultima missione, lasciando alla mia squadra il Comune con un civico consesso nuovo e composto da tanti uomini e donne che hanno voglia di fare».

Dalla domanda scherzosa a quella maliziosa: cosa rispondi a chi sostiene che Enzo Ferrandino non sarebbe il “tuo” sindaco?

«Infatti non è il mio sindaco, è il primo cittadino di chi lo ha votato, di tutto il popolo di Ischia, di un’amministrazione  che sicuramente farà bene per il paese. Rispetto alla tua domanda, vorrei sottolineare che Enzo è stato scelto da me come vicesindaco e quella scelta fu anche dolorosa perché comportò un’ulteriore scissione all’interno della maggioranza. Io di lui contavo sia dal punto di vista della fiducia che in prospettiva futura: non importa se sia o meno il mio sindaco, importa la storia. Ed è quella che ho sintetizzato nell’ultimo concetto. In fondo abbiamo vinto le elezioni col vicesindaco uscente che è diventato sindaco: più continuità di così credo proprio che non potesse esserci…».

Per il futuro più Europa, più… Casamicciola o qualche terza via?

«Il futuro, specie in politica, non è mai facile da prevedere o programmare. Ricordo che solo l’anno prima che diventassi sindaco di Casamicciola non avrei scommesso un soldo bucato sulla mia elezione. Non solo, non avrei mai immaginato che a distanza di cinque anni mi sarei poi ritrovato a Ischia. Quello che mi aspetta può essere tanto o poco. Ma ho già detto che il mio futuro politico è legato inevitabilmente all’esito della mia vicenda giudiziaria, soltanto dopo potrò cominciare a programmare e pianificare il domani. Ovviamente, l’obiettivo di approdare a Bruxelles ed all’Europarlamento prima del 2019 rimane un obiettivo molto concreto e verosimilmente potrà anche concretizzarsi. Se così fosse, è chiaro che ci troviamo davanti ad una priorità  oltre che ad una proiezione per il futuro».

E nel frattempo?

«Nel frattempo mi dedicherò al partito, sia a livello nazionale che a livello regionale».

Qualcuno invece sostiene che potrebbe esserci un ritorno al passato, là dove tutto cominciò, e cioè a Casamicciola.

«L’ho sentito dire anche io. Sono sincero, hanno messo in giro questa voce, e tra questi anche alcuni attuali amministratori della cittadina termale. Mi sollecitano in tanti, perché evidentemente ho lasciato un buon ricordo nei miei cinque anni di governo. Oggi, ripeto, non è nelle mie priorità nemmeno pensarlo ma in politica ho imparato che vale il motto “mai dire mai”. Da qui al 2019 c’è tempo. Ma voglio dire una cosa: Giovan Battista Castagna è un amico, con lui ho un ottimo rapporto, è stato anche assessore ai tempi della mia sindacatura. E’ chiaro che laddove dovessero maturare le condizioni perché lui sia di nuovo il sindaco di Casamicciola, difficilmente sarà possibile pensare ad una mia discesa in campo».

Il “più” e il “meno” di quindici anni da sindaco vissuti tra Casamicciola e Ischia.

«Su Casamicciola i momenti di piacere sono stati tantissimi, fummo artefici di un’amministrazione brillantissima che trasformò letteralmente il paese in quattro anni strappandolo dal rango di cenerentola dell’isola d’Ischia. Lì mi risulta davvero difficile ricordare un episodio specifico negativo. Ad Ischia un episodio importante fu quando proposero ricorso contro la mia elezione ma io lo vinsi in due diversi round giudiziari. Provarono ad abbattermi subito senza riuscirci, ricordo quel momento con una gioia maggiore rispetto a quella della stessa elezione. Passammo un anno a doverci difendere, d’altronde il mio arrivo ad Ischia ruppe tutti gli schemi ed andò a stravolgere interessi molto pesanti. Mi resta nel cuore anche il risultato conseguito con il Polifunzionale e la gioia di tanti studenti per avere di nuovo una scuola. La parentesi più nera resta la vicenda giudiziaria, ma spero sia arrivata l’ora di poter cancellare anche quella macchia…».

Gaetano Ferrandino

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