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«Mio padre è vivo grazie al personale del Gaetanina Scotto di Perrottolo»

 

di Francesco Castaldi

PROCIDA – È oramai noto a tutti il caso del pronto soccorso del “Gaetanina Scotto di Perrottolo” – unico presidio sanitario dell’isola di Procida – che rischia la chiusura a causa del nuovo piano ospedaliero della Regione Campania. Al momento, nonostante le promesse del commissario alla Sanità Joseph Polimeni (che si recherà a Procida il prossimo 21 luglio), la comunità procidana non ha ancora ricevuto garanzie che possano effettivamente scongiurare la soppressione del pronto soccorso. Intanto, il presidio ospedaliero procidano continua a lavorare e, aspetto di non poco conto, a salvare vite umane. Nelle scorse settimane vi abbiamo puntualmente riferito che il personale sanitario che opera presso il “Gaetanina Scotto di Perrottolo”, anche nel recente passato, ha strappato alla morte diverse persone. L’ultimo paziente ad essere sopravvissuto grazie al repentino intervento dei medici dell’ospedale dell’isola di Arturo è stato il padre della signora Paola Adamo, una turista napoletana che da anni si reca a Procida per trascorrere le vacanze estive in compagnia della propria famiglia.

Paola, nel pomeriggio di ieri, ha voluto raccontarci la disavventura occorsa al padre, un arzillo 73enne che fortunatamente ha superato il proprio malessere e adesso gode di ottima salute. «Mio padre – esordisce Paola – ha accusato un malore domenica sera mentre eravamo a cena in una pizzeria, e ha perso coscienza per una quarantina di secondi. Prima di svenire aveva avuto una forte sudorazione e un fastidioso senso di nausea. Quando mi sono resa conto di questi sintomi, mi sono subito mobilitata per far chiamare un’ambulanza, che arrivata poco dopo. I medici sono intervenuti con una flebo per ristabilire la pressione arteriosa, perché hanno riscontrato che quest’ultima era alta. Successivamente mio padre è stato ricoverato presso il “Gaetanina Scotto di Perrottolo”, dove lo hanno sottoposto a tutti gli accertamenti del caso. Noi parenti sospettavamo che gli fosse venuto un infarto o un’ischemia, e quindi il personale sanitario ha provveduto a fargli una tac, un encefalogramma, un elettrocardiogramma e i prelievi del sangue».

«Mio padre – prosegue la turista – è stato visitato anche dal cardiologo che aveva il turno la mattina successiva al malore, e fortunatamente non gli è stato riscontrato nulla. Aver avuto tutta questa assistenza su un’isola così piccola ci ha davvero rincuorato, perché abbiamo avuto la possibilità di lasciare mio padre in una struttura quantomeno attrezzata per il pronto intervento. Questo aspetto, tutt’altro che trascurabile, ci ha decisamente tranquillizzati. Nonostante la tragedia sfiorata per un pelo – pensavamo infatti che papà fosse andato via per sempre – il repentino intervento del personale medico dell’ospedale di Procida ha evitato che si verificasse il peggio».

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«Vengo a Procida da quando sono nata – ci racconta Paola – e mia mamma e mio padre la scelgono per trascorrervi le vacanze estive da ben quarant’anni, ragion per cui loro in passato hanno avvertito la mancanza di un pronto intervento. In alcuni casi se la sono vista davvero brutta quando ci sono stati degli incidenti e sul posto c’era una semplice guardia medica. Se un domani volessero trasferirsi sull’isola, avere un pronto soccorso sarebbe importantissimo, anche perché sono a conoscenza del fatto che l’ospedale di Procida, nei casi di emergenza, ha anche la possibilità di effettuare il servizio di eliambulanza, mediante il quale si possono trasferire le persone presso “La Schiana” di Pozzuoli».

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«Papà è stato colto dal malore verso le undici di sera – ci spiega Paola – e con il senno di poi penso: “se non ci fosse stato il pronto intervento, come avremmo fatto?” Mio padre si è ripreso da solo, ma in caso contrario dove lo avremmo dovuto portare? Quale traghetto o aliscafo avrei potuto prendere a quell’ora per raggiungere la città? Alla luce della difficile situazione che sta vivendo in questi mesi la comunità procidana, ho pensato che fosse giusto spendere qualche parola sull’ottimo servizio che offre l’ospedale di Procida. Vanno sicuramente ottimizzate le risorse ed evitati gli sprechi – conclude Paola – però fare dei tagli così indiscriminati non lo trovo corretto, perché bisogna garantire un’assistenza diffusa».

Quella del padre della signora Paola, come sottolineato nell’incipit di questo articolo, è una delle tante vicende che per fortuna si sono concluse con un lieto fine, ma che senza un presidio efficiente come quello che si trova a Procida probabilmente avrebbe avuto un triste epilogo. La salute è un diritto non barattabile, e crediamo che sia la Regione sia il Ministero debbano rivedere le proprie posizioni e riscrivere il piano ospedaliero, concedendo anche a Procida un’opportuna deroga. La comunità procidana e gli ospiti dell’isola di Graziella devono essere tutelati dalle istituzioni, che hanno l’onere di garantire un servizio sanitario che sia adeguato alle esigenze della popolazione che risiede sul territorio isolano e di coloro che decidono di trascorrevi le proprie vacanze. Speriamo che il commissario alla Sanità Joseph Polimeni, di concerto con il presidente regionale Vincenzo De Luca e il ministro Beatrice Lorenzin, accolga le istanze portate avanti con coraggio e determinazione dai procidani che, in caso contrario, hanno annunciato negli scorsi giorni di essere pronti a scendere in piazza per rivendicare con forza il diritto alla salute sancito dalla Costituzione.

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