IL MIRAGGIO DEL COMUNE UNICO E LA SOGNATA CONQUISTA DEL POTERE IN TUTTA L’ISOLA
DI ANTONIO LUBRANO
SI sono prostrati con intimo compiacimento, per deporre nella “sacra” urna la scheda col proprio voto per rinnovare il direttivo dell’Acuii. Una operazione che dovrà riaprire le ostilità fra i nuovi “insigniti” che seguono il miraggio dell’accorpamento delle sei realtà amministrative isolane e tutti coloro che non vogliono il Comue Unico. Per chi non ne avesse coscienza, negli anni ’70, quando nessuno sull’isola parlava di Comune Unico, c’era la frazione di Panza che addirittura voleva staccarsi da Forio per diventare settimo Comune come lo fu Testaccio (1806-1879) in autonomia da Barano, il sottoscritto propose la riduzione dei sei comuni a tre, con i seguenti accorpamenti: Ischia con Barano, Casamicciola con Lacco Ameno e Forio con Serrara Fontana. Praticamente si voleva mettere insieme i Comuni confinanti che si guardavano con maggiore simpatia per dar vita così ad una nuova realtà territoriale, politica, sociale ed amministrativa isolana accettabile, facendo salve le identità storiche e culturali delle popolazioni coinvolte. Il Primo, benevolmente, a darmi del “pazzo” fu la buon’anima dell’avv. Giovanni Di Meglio già sindaco di Barano dal 1946, mio amico in particolare di viaggi intercontinentali, che mi chiese di non tornare più sull’argomento perché “ L’sola, parole sue testuali, si presenta bene come sta…” Quindi non gli piaceva che la sua Barano potesse essere risucchiata dal Comune d’Ischia ed ancora meno dagli altri comuni se si fosse giunti al Comune Unico. Poi accadde che negli anni ’80 lo scomparso Enzo Mazzella rivoltò tutto per primo, e lanciò l’illusoria idea del Comune Unico in toto, perfettamente in linea con le sue idee egemoniche che lo distinguevano. Oggi il Senatore Domenico De Siano con le stesse idee di personaggio politico pigliatutto del fu Mazzella , nello specifico, ha raccolto il testimone, schierandosi per il Comune Unico e avendo per paladina del discutibile progetto, la consigliera regionale di Barano Maria Grazia Di Scala, discendente dei Di Meglio a Barano, il Comune che per altro, insieme a Forio e Serrara Fontana, si è espresso con delibera consiliare per un no secco al Comune Unico. Ma non è finita: un altro importante personaggio della scena politica isolana, Giosi Ferrandino già sindaco di Casamicciola e di Ischia Capoluogo, per altro anche fresco di nomina a deputato al Parlamento Europeo di Bruxelles, pare voglia il Comun e Unico. Qundi la finalità diventa ancora più chiara. Questa lunga, ma opportuna premessa, per approdare all’ultimo fatto del giorno, ossia quello delle avvenute votazioni nella sala teatrale del Polifunzionale di Ischia per il varo del nuovo consiglio direttivo dell’Acuii svoltosi, per così dire in famiglia, cioè fra una buona parte di chi coltiva il sogno di diventare un domani, isolano di un unico Comune. L’ho detto e lo ribadisco: tutta questa voglia matta di ritrovarsi domani cittadini ischitani di un comune unico senza prospettive e nemmeno illustrate, qualora ce ne fossero state, con onestà intellettuale, alla popolazione da chi ci vuol condurre in questo vicolo cieco, non credo sia fra le priorità del momento. In poche parole, il comune unico non è necessario. Anzi non serve. Il comune unico porta all’ingovernabilità dell’isola per l’effetto negativo di alcuni fra i motivi più pratici e palpabili che qui di seguito si elencano: 1) Inevitabile ascesa di un personaggio accentratore difficile da ridimensionare, del tipo di Domenico De Siano e Giosi Ferrandino che con le sue recenti “conquiste politiche, avanza incontrastato. 2) Difficoltà a dir poco insuperabili per la formazione della maxigiunta, tenendo conto delle pretese, sempre al rialzo, degli altri comuni, ridotti per effetto del comune unico a semplici e rissose contrade o circoscrizioni che dir si voglia. 3) Guerra fratricida fra le varie “contrade”, ossia i comuni declassati, per la composizione delle varie commissioni: da quella del commercio a quella edilizia, dai beni ambientali alle spiagge, dalla sanità alla scuola e via enumerando. Ciascuno vorrà una fetta di potere, perché, nel caso del comune unico, la “torta” da dividersi diventa più grande. 4) I comuni cittadini si sentiranno sempre più lontani dal rapporto diretto col sindaco, perchè questa figura, divenuta più importante per l’accresciuto spazio di potere e di impegni, sarà sempre più inarrivabile. Sarà sempre un “delegato sindaco” a dare le risposte. 5) La distribuzione dei servizi municipali e paramunicipali, inevitabilmente cadrà nel caos, perché, la loro gestione non riuscirà a mettere d’accordo gli addetti ai lavori delle varie “contrade”. La patata più bollente che poco si vorrà maneggiare, sarà il servizio pubblico dei taxi e microtaxi che dalle altre “contrade” dell’isola, vorranno “fare servizio pubblico” tutti a Ischia-centrale per diritto acquisito. Ne conseguiranno giornaliere risse di piazza fra taxisti di Ischia e loro colleghi delle altre contrade dell’isola davanti ai turisti in fuga. 6) Acquedotto e rifiuti saranno la causa che può mettere in crisi il governo centrale dell’isola, non preparato a sufficienza per frenare i bollenti spiriti di quei cittadini degli altri comuni, tipo Forio ad esempio, e politici più o meno impegnati, che ritenendosi di serie B, ossia fuori dalla stanza dei bottoni del Comune al comando, che sicuramente sarà Ischia, faranno di tutto per boicottare quelle iniziative che non appaiono di proprio gradimento. 7) I capitoli di spesa saranno un’altra dolente nota nella conduzione del paese a gestione unitaria. Saranno tanti i voti contrari in giunta ed in consiglio comunale, per manifesto spirito campanilistico, a bloccare proposte di intervento e progetti sul territorio, perché, favorirebbero le esigenze dei casamicciolesi piùtosto che quelli dei lacchesi o dei foriani o anche degli ischitani. 8) Difficilmente panzesi, foriani, lacchesi e casamicciolesi vorrebbero vedere i loro comuni, dall’aspetto amministrativo, ridotti a semplici circoscrizioni affidate a delegati che non decidono niente. 9) I finanziamenti a stanziamento unitario saranno il grande pomo della discordia fra i comuni accorpati, per il semplice motivo, che nessuno vorrà rinunciare a buona parte delle erogazioni di fondi a beneficio proprio e non della “contrada” concorrente. 10) fra tanto casino, spunterebbe inevitabilmente lo spettro del commissario prefettizio, che una volta materializzatosi, prenderebbe il posto del sindaco, della giunta e del consiglio comunale. E si potrebbe continuare. Pertanto, preferisco che l’isola d’Ischia migliori con i suoi storici sei comuni, con le sue identità amministrative consolidate, con la sua voglia di rinnovarsi nelle aspirazioni possibili che conducono verso obiettivi certi e concreti. Non appartengo al gruppo di quelle persone che cambiano per il solo gusto di cambiare, specie se all’orizzonte non si intravede chiarezza. Questa è la mia e di tantissimi altri, visione dell’argomento. Spero non si commetta l’errore di trasformare l’isola d”Ischia in comune unico. Sarebbe davvero, oggi devastante, una pazzia! Che potrebbe costare molto caro. P.S.: Vallo a dire ai cittadini di Forio, Casamicciola, Lacco Ameno, Serrara Fontana, Barano che dovranno portare in soffitta o buttare nella discarica più vicina il glorioso Gonfalone del proprio Comune di appartenenza…
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