MOLTO FREDDO, MOLTO SECCO CON LIME Il Solito Anno Nuovo…
di Lisa Divina
Benvenuto Nuovo Anno, o anche no. Tu che ogni dodici mesi resetti le nostre memorie, impadronendoti del nostro tempo mascherandoti da “Nuovo”. La tua realtà è un’altra: ogni anno sei lo stesso anno che si ripete nel suo ciclo implacabile di eventi, errori e inganni del passato. Non sei affatto nuovo per chi sa osservare oltre le apparenze. Tu che ci consumi la vita (e non solo) nell’inconsapevolezza del danno che ci auto procuriamo… Diciamoci la verità, non sei Tu, siamo Noi il problema. O meglio, lo è la nostra convinzione che pronunciare la parola “Nuovo” o festeggiare il “Nuovo” basti a far sì che tutto sia diverso. E in cosa sarebbe diverso? Ogni anno si spende e spande senza mai espandere. Dovremmo mettere in piedi un piano ben congegnato per lo sviluppo sociale, territoriale e turistico. Magari renderlo pubblico in anticipo, permettendo alla gente di poter dire la propria e contribuire con le competenze giuste (quelle vere, non i soliti “idioti” parcheggiati come “interfaccia”). Invece no, ci troviamo con “personaggiucoli” negli uffici amministrativi con le mani lerce. Davvero imbarazzante! E mi fermo qui.
La percezione degli eventi viene distorta per perpetuare l’illusione che tutto vada a meraviglia solo perché ho ballato, mi sono ubriacato e ho postato sui social. Questo è il modo in cui “chi detiene il potere” mantiene il controllo, come già visto in passato. Le amministrazioni distribuiscono zuccherini? E la folla applaude. Benvenuti nel paese dei balocchi. Non dovremmo accettare di erigere altari ai “politici” per proclamarli re della movida ischitana, dovremmo volere Amministratori impegnati in veri Progetti di Sviluppo e Piani Strategici sensati. Invece, si applicano cerotti colorati come se il domani non esistesse e, in effetti, a questo ritmo, un domani non ci sarà. Sperare che i problemi si risolvano da soli è come aspettare che la Luna interrompa il suo moto. Alla fine dell’anno possiamo solo prendere atto che se ci attendiamo il Nuovo, questo lo dobbiamo mettere noi. Le soluzioni richiedono il Nostro intervento consapevole, il coraggio di affrontare le avversità e la saggezza di trovare il giusto percorso oltre l’euforia dell’evento. Il paese va amministrato trecentosessantacinque giorni all’anno e non solo sui palchi di piazza come soubrette al vento (come già evidenziato innumerevoli volte). In alternativa, se proprio non ci arriviamo, possiamo sempre augurarci Buon Solito Anno Nuovo! E anche quest’anno penseremo allo sviluppo l’anno prossimo.