MOLTO FREDDO, MOLTO SECCO CON LIME
L’incontro con la “Bottana Industriale” dell'Amore. Nessun confine, se non quelli che ci diamo
di Lisa Divina
In un’isola che profuma di mare e 2 novembre, c’è un lato nascosto che pochi conoscono: l’Ischia asociale. In questa dimensione parallela, il Certificato per dimostrare che una Crescita c’è stata, diventa una battaglia irriverente che si combatte nelle menti delle persone fin dalla nascita dell’umano isolato. Mentre i turisti si godono le spiagge e i trattamenti termali, quando ci sono, i residenti di Ischia affrontano una lotta quotidiana per mantenere vivo l’assetto e il costume sociale, un equilibrio tra la perdita delle tradizioni e il non progresso, tra il preservare l’identità dell’isola cambiandole i connotati e l’abbracciare il cambiamento del coma irreversibile. È qui che la “Bottana Industriale” entra in scena, travolgendoci in un insolito destino nell’azzurro mare di Ischia. Chi è questa figura mistica? La “Bottana Industriale” è un’entità che rappresenta il tentativo di modernizzazione e sviluppo di Ischia. Ma cosa succede quando l’amore, che dovrebbe essere senza confini, si scontra con la “Bottana”? La risposta è una guerra mentale che mette alla prova le convinzioni e i valori degli indigeni. Su un fronte ci sono quelli che vedono nella “Bottana Industriale” un’opportunità di crescita economica e miglioramenti infrastrutturali. Per loro, il Certificato di Crescita è simbolo di progresso, di apertura verso il mondo esterno, salvo rinchiudersi nelle proprie fortezze svendendo camere e segreti. Sul lato opposto, ci sono gli altri che temono che l’isola perda la sua propria autenticità o che i suoi tesori naturali siano sacrificati sull’altare del turismo di massa e non sul proprio. In questa guerra mentale, non mancano episodi che tratteggiano la situazione con un tocco di sarcasmo. Gli isolani sono maestri nell’arte dell’autoironia e trovano modi creativi per esprimere le loro opinioni, restando in silenzio.
Mugugni e sguardi obliqui, dalle strade affollate dei centri storici ai caffè rumorosi, le voci si mescolano in un coro di opinioni contrastanti, offrendo uno spaccato unico dell’Ischia asociale che aspetta la partita o si limita a fotografare il deserto nelle strade d’inverno postando scatti su Facebook. Ma, alla fine, si tratta sempre di amore per queste mura recintate dall’acquario, per le tradizioni, per la comunità, per il silenzio. L’umano isolano arriva dove giunge l’amore, senza confini se non quelli che gli diamo. E Ischia, in tutta la sua complessità sociale, non fa eccezione. Forse proprio nell’incontro tra la “Bottana Industriale” e l’amore senza confini, l’isola troverà la sua via di crescita, preservando la propria anima unica, l’unica anima. L’Ischia asociale è una realtà complessa, difficile anche da spiegare, dove una rivoluzione per la crescita si svolge nelle menti della gente, non fuori. Nonostante le sfide e le divergenze di opinione che si muove tra sogno e ipocrisia, c’è un filo comune che la tiene unita: l’amore per la terra e per gli orti. Mentre la guerra continua a scoppiare nelle menti dei suoi abitanti, c’è però una speranza. Che, alla fine, il Certificato di Crescita diventi il simbolo di un’Ischia che abbraccia formalmente il cambiamento senza perdere però quell’identità lapidaria che molti preservano stendendosi sotto un cipresso in attesa che tornerà, un giorno, la bella stagione.