LE OPINIONI

IL COMMENTO Perché i distretti turistici possono essere una rivoluzione

DI BENEDETTO VALENTINO

La prima conferenza programmatica sui distretti turistici, organizzata dal coordinatore regionale Vincenzo Marrazzo è stata sicuramente un momento più politico che di riflessione tecnica, come ho avuto anche modo di sottolineare nel mio intervento a Salerno. E’ naturale che il clima preelettorale che investe la Regione Campania in vista del voto della prossima primavera influenzi il dibattito, ma la questione dei distretti turistici è trasversale ai partiti. Per cui, chi come me, non ha bandiere di partito e non è un “tifoso” di parte faccia una riflessione “tecnica” e non politica. E’ grande merito del dott. Vincenzo Marrazzo quello di aver fatto inserire i distretti turistici nella programmazione 2020- 2027 della Comunità europea, grazie all’On. Andrea Cozzolino. Nello specifico i distretti saranno destinatari dei fondi Fesr. Questo è il primo aspetto del distretto.

L’acronimo “Fesr”, tradotto, altro non è che il Fondo europeo di sviluppo regionale. La sua azione mira a ridurre i problemi economici, ambientali e sociali che affliggono le aree urbane, investendo principalmente nello sviluppo urbano sostenibile. Almeno il 5 % delle risorse FESR è destinato alle specificità territoriali mediante le «azioni integrate» gestite dalle città.

Nell’agenda della Regione Campania i fondi della precedente programmazione sono stati indirizzati in tre linee di intervento:

  • sviluppo dell’innovazione con azioni di rafforzamento del sistema pubblico/privato di ricerca e sostegno della competitività attraverso il superamento dei fattori critici dello sviluppo imprenditoriale;
  • cambiamento dei sistemi energetico, agricolo, dei trasporti e delle attività marittime, oltre ad un diverso assetto paesaggistico sia in termini di rivalutazione sia in termini di cura;
  •  costituzione di un sistema di welfare orientato all’inclusione e alla partecipazione, innalzando il livello della qualità della vita attraverso il riordino e la riorganizzazione del sistema sanitario, lo sviluppo e la promozione dei servizi alla persona, le azioni che promuovono l’occupazione, l’inclusione sociale e il livello di istruzione.

Praticamente è un’asse che riguarda il partenariato pubblico-privato soprattutto per quanto riguarderà le imprese che vogliono innovare e i comuni che vogliono rendersi più smart. La differenza è che dal prossimo anno i comuni e le imprese potranno ottenere finanziamenti per aree omogenee, cioè per le aree in cui opera il distretto. Detto in maniera molto semplice: i comuni dell’isola potranno presentare preliminarmente un progetto unitario dell’isola d’Ischia per trasporti e raccolta NU o altra innovazione. Fino ad ora i fondi fesr “piovevano” sul territorio senza alcuna programmazione. E’ chiaro ce questo presuppone che sindaci e amministrazioni devono organizzare uno staff di progettisti in modo che il pino corrisponda ai reali fabbisogni del territorio. Non come ora che tutti i fondi vengono calati sul territorio senza alcun progetto di base. Parimenti potranno fare tutte le imprese inserite nel territorio del distretto per quanto riguarda i progetti privati, Riusciranno i nostri sindaci e i nostri imprenditori a sfruttare questa opportunità?

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Secondo aspetto. L’ufficio di governo. Nei prossimi giorni insieme al coordinatore Marrazzo ci recheremo a Roma dal sottosegretario al Turismo, Lorenza Bonaccini, per chiedere l’attuazione dell’ufficio di governo sul territorio campano. Che cos’è l’Ufficio di governo? E’l’istituzione che prevede la legge 106/2011, cioè la burocrazia zero. Attuarlo non costa niente: non c’è un capitolo di spesa da trovare. C’è solo bisogno della volontà politica di attuarlo. In pratica il prefetto, su “input del ministero”, deve chiamare il direttore dell’agenzia delle entrate, dell’INPS e di tutti gli organi preposti ai controlli per dar vita a quello che nelle altre realtà europee è già attivo da anni: lo sportello unico per le imprese. Cioè detto sempre in parole povere un imprenditore che apre un’azienda o che già ha una azienda ha la possibilità di fare un’unica pratica che comprende tutte le altre, in modo da avere in 20 giorni tutti i permessi e le autorizzazioni. Così come avviene in tutta Europa. Riuscirà finalmente il governo ad attuare questa “rivoluzione” ? non lo so ma essendo una legge già approvata e vigente non ci resta che chiederne l’applicazione concreta.

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Noi stiamo lavorando su queste cose. E’ chiaro e lampante che rispetto a queste finalità l’infopoint, le varie “altre” questioni passano in secondo ordine anche se hanno rappresentato comunque una fase di avvio del processo. Tutto questo, purtroppo, avviene con il mio solo personale impegno! Senza che nessun sindaco, amministratore o imprenditore riesca a capire che questa impostazione rappresenterà una rivoluzione sia nella ripartizione dei fondi europei che nella vita delle singole aziende.

Qualcosa si sta muovendo, ma certamente la finalizzazione non dipenderà né da me, né dal coordinamento regionale. Dipenderà dalla volontà politica dell’assessore regionale che dovrà fare i bandi e predisporre i piani distrettuali, dalla capacità dei sindaci e degli amministratori comunali, dalla capacità delle imprese di fare progettualità. E dipenderà, chiaramente, dal ministro e dal governo attuare quella che è una legge dello STATO che finora è rimasta sulla carta. Fino ad ora, il sottoscritto – è bene precisarlo- ha affrontato con soldi personali tutte le innumerevoli spese di trasferta, e la gestione dell’infopoint è fatta da ragazzi che volontari, senza un euro, stanno lavorando tutti i giorni. Il resto o ha fatto polemiche o è stato in silenzio, un po’ perché non capisce di che stiamo parlando, un po’ perché ognuno vuole soltanto gestire i piccoli finanziamenti che arrivano ai municipi senza capire che un piano articolato e finanziato da fondi Fesr sull’intera isola rappresenterebbe quel volano di sviluppo e di innovazione che serve realmente alla nostra comunità.

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