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Montevico e la frana di Natale, è corsa contro il tempo

Ricercatori e tecnici al lavoro per monitorare il versante montano lacchese oggetto del cedimento: ieri mattina il sopralluogo dei rocciatori specializzati che avrebbero individuato diversi punti di criticità

27 Persone hanno dovuto lasciare la propria abitazione, la tutela della popolazione di Lacco Ameno, prima di tutto. E’ più o meno questo l’assunto che muove il lavoro istituzionale intessuto all’indomani della tragedia sfiorata in quel di Montevico. Un grosso masso staccatosi dalla montagna omonima con un processo franoso ancora in atto, ha reso necessario, alla Vigilia di Natale, sfollare 9 nuclei familiari (per un totale di 27 persone) in via precauzionale. 2 anziane restano da sistemare. Inizialmente si era creduto che potesse trattarsi, semplicemente di un intralcio alla “viabilità”, ma man mano che passano le ore e le indagini tecnico-amministrative si approfondiscono, il bilancio smembra potersi aggravare sempre di più. Un’attenta e rapida attività di verifica e monitoraggio, la rimozione del macigno franato sulla Via Nuova Montevico – SP 512, non ha consentire, come auspicato nelle imminenze dei fatti l’immediato rientro in casa in sicurezza.

Dopo il sopralluogo dei rocciatori specializzati avvenuto ieri in mattinata, la condizione del versante sembra potere essere “peggiorativa” per l’abitato sottostante. Sono stati individuati diversi punti di criticità e possibile aree di distacco (almeno 3 o 4). Tali da meritare ulteriori approfondimenti. Verifiche ad approfondimenti anche sul costone sovrastante il popoloso rione dell’Ortola. Per il momento non saranno riviste le 9 ordinanze di sgombero. Rivederle, trapela da fonti ufficiali, potrebbe significare, inasprire le misure già adottate tra la Vigilia di Natale e Natale, quando solo il caso ha voluto che non accadesse il peggio. Una roulette russa ormai che si gioca sulla pelle della popolazione.

Intanto la Città Metropolitana rivela che il tratto di strada che conduce sulla vetta di Montevico era “off limits” già dal 2015. Da predisporre gli interventi urgenti per la messa in sicurezza, anche il commissario Giovanni Legnini ha effettuato un sopralluogo in loco

Mentre vanno avanti le verifiche inizia anche il rimpallo di competente e di responsabilità tra enti. La strada che conduce sulla vetta di Montevico è di fatto la Via Nuova Montevico o SP 512. La via provinciale di fatto era già interdetta dal 2015 a seguito di una incursione dei tecnici provinciali Lucia Vitelli e Lusciano e, ad oggi, lo resterà fino a quando non verranno realizzati gli interventi di messa in sicurezza. Saranno ora i passaggi burocratici conseguenti a definire la spinosa questione. Come mai la strada di pertinenza dell Città Metropolitana era aperta e liberamente percorribile nonché abitata. Non è la prima volta che la scarsa comunicazione istituzionale tra Enti e uffici, le omissioni ed il mancato rispetto delle regole ha generato caos e la paralisi della strada dove sorge un popoloso abitato, diverse attività ricettive, il rinomato hotel San Montano e primariamente al Cimitero comunale. Il caso dei rischi emersi nel lontano 2015 sul “Pericolo Crolli” e la installazione addirittura di palificate e reti di interdizione rappresentano l’emblema del disastro italiano che nella notte di Natale poteva causare una strage su di una strada che a rigor di atti dovrebbe essere chiusa al transito ed interdetta (ordinanza Città Metropolitana 2015) a causa del pericolo caduta massi. Al punto che anche il transito pedonale è limitato a fasce di rispetto specifiche. La sparizione della segnaletica verticale non dovrebbe far testo, il pericolo c’è! La vicenda ovviamente meriterà gli opportuni accorgimenti. Per ora è solo il solito rimpallo tra chi, comune e città metropolitana, mira solo a pararsi il fondo schiena.

Anche il delegato Giovanni Legnini ha effettuato un sopralluogo in zona. L’occasione per concordare i primi provvedimenti con gli enti, il Comune di Lacco Ameno, la città metropolitana per stabilire chi e come dovrà essere indicato come Ente attuatore degli interventi urgenti a farsi e per i quali dovranno essere destinati specifici stanziamenti.Tutto da predisporsi ancora, ovviamente, e che dovranno tenere conto delle ulteriori criticità emerse al termine delle verifiche di esperti, geologi, ingegneri della Protezione Civile.L’allerta e la paura resta alta sull’isola. L’inerzia, la lentezza con cui muove la pachidermica macchina dell’Emergenza alluvione in atto non aiuta.

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