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Moriamo di traffico, e continuiamo a far finta di nulla

Sono ahimè – e sarei un ipocrita se lo negassi – uno di quegli ischitani affezionati all’auto. Oddio, un nucleo familiare di cinque persone ed una sola vettura, tutto sommato sarei una mosca bianca se non fosse per il fatto che i pargoli sono tutti minorenni. E che, avendo l’ischiota dna, raggiunta la maggiore età busseranno per poter usufruire dell’auto. Ma l’inizio dell’anno scolastico e la riapertura delle scuole mi danno l’occasione per ritornare ancora una volta su un tema a me caro, quello del traffico ad Ischia. E rimarcare nuovamente che alle volte, o meglio quasi sempre, i rimedi che vengono adottati per cercare di arginare il fenomeno, si rivelano peggiori del male. Andiamo con ordine, perché ieri ho davvero voluto prendere appunti e sperimentare in prima persona. Dovevo raggiungere via Michele Mazzella e nello specifico la scuola media “G. Scotti”. Per farlo, è noto a tutti, bisogna percorrere la sopraelevata essendo il varco di porto d’Ischia attivo dalle 11 alle 13 (e di questi tempi si esce di classe alle 11.30 o alle 12.30, a seconda dei plessi e degli istituti di appartenenza).

Sono le 11.21 quando arrivo all’altezza della galleria della Piaggio ed inizio a percorrere il tratto di strada che mi condurrà a destinazione. Per la cronaca, sono le 12.07 quando mi ritrovo – sempre dopo aver attraversato la superstrada, considerato il blocco esistente a Piazza Antica Reggia – nuovamente all’imbocco della galleria, ma ovviamente nel senso di marcia opposto. Non ci vuole molto a fare due calcoli: signore e signori, 46 minuti 46 per percorrere tra andata e ritorno poco più di due chilometri. E badate che: a) il clima è ancora mite e favorevole e dunque, nonostante le code chilometriche, sono ancora parecchi quelli che si muovono con i mezzi a due ruote (non oso immaginare cosa potrebbe accadere nelle giornate di pioggia); b) la giornata era di quelle semifestive e dunque, tanto per fare un esempio asili e scuole elementari ubicate nel cuore di Ischia erano chiusi.

Insomma, riannodiamo i fili del discorso e ritorniamo a questi benedetti varchi ed alla necessità di liberare il centro dalle auto. Sia ben chiaro, e mi perdono se c’è la necessità di ribadirlo ancora una volta, io la penso esattamente come Enzo Ferrandino, come forse la pensava Giosi Ferrandino e presumibilmente come prima di tutti la pensava Luigi Telese, il quale sognava una “striscia” interamente pedonale che partisse da Ischia Porto ed arrivasse fino ad Ischia Ponte. Il problema, però, è che i veicoli sono talmente tanti che purtroppo il carico non può essere retto dalle zone periferiche, si va davvero nel caos più totale, assurdo,  allucinante, vergognoso. Davvero, credeteci, ci sono momenti in cui il raccordo anulare di Roma a metà pomeriggio è percorribile con un passo decisamente superiore. Il problema rimane lo stesso e quello che sta succedendo in questi giorni lo conferma una volta di più. Prima di adottare soluzioni drastiche a quelli come me, che evidentemente della macchina proprio non sanno farne a meno, bisogna fornire soluzioni alternative ed alibi zero. E allora l’amministrazione comunale di Ischia si renda artefice di un progetto straordinario, innovativo, e per il quale non serve neppure chissà quale scienza.

Chiuda tutto, ma proprio tutto, da porto d’Ischia e fino al Palazzetto, ma nel cuore del paese istituisca una decina di navette che girino 24 ore al giorno, sette giorni su sette, 365 giorni l’anno. Senza soluzione di continuità. A quel punto chiunque abbia la necessità di sbrigare commissioni, prendere i bambini a scuola, fare quattro passi in centro o fare qualsiasi cosa gli passi per la testa, potrebbe farlo senza sentirsi limitato. Agli ischitani e agli isolani un abbonamento a prezzo popolare, se non addirittura gratuito, con la tassa di soggiorno si potrebbe pagare il servizio. Così nessuno potrebbe accampare scuse. Basterebbe poco, ci vorrebbero cinque minuti, ma il problema è che poi si finirebbe col cozzare inesorabilmente contro gli interessi di questa e quella categoria e allora siccome il voto e la logica del consenso sono le prerogative che muovono la politica, ecco che si rimane fermi al palo. Ma io chiudo con un quesito, che estendo a tutti quanti voi: è giusto che per difendere gli interessi di pochi e per il fatto di avere amministratori senza una visione di paese e di domani, mi tocchi rimanere bloccato 46 minuti nel traffico per percorrere due chilometri? Senza contare che i turisti, piaccia o meno, ci sono anche lontano dal centro. E quello che vedono, in tutta sincerità, è uno spettacolo devastante.

gaetanoferrandino@gmail.com

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