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Morte di Renata, Napolitano resta ai domiciliari

ISCHIA. Resta confinato ai domiciliari Raffaele Napolitano, il 39enne coinvolto nelle indagini rivolte a chiarire le circostanze della morte della compagna, Renata Czesniak. Lo ha reso noto ieri il collegio A dell’Ottava sezione penale del Tribunale di Napoli in funzione di Riesame, dinanzi al quale lunedì scorso si è discusso il ricorso di Raffaele Napolitano, sottoposto alla citata misura cautelare disposta dal Gip. Le motivazioni della decisione verranno depositate entro un mese. Come si ricorderà, i legali di fiducia dell’isolano, gli avvocati Francesco Pero e Daniele Trofa, depositarono un documento difensivo che contestava la ricostruzione offerta dall’unico testimone presente sulla scena del drammatico episodio. Soprattutto, veniva messa in dubbio la successione temporale degli eventi nella notte tra il 12 e il 13 gennaio, durante la quale uno dei riferimenti delle testimonianze rese è costituito dalla trasmissione “C’è Posta per te”, in quanto la caduta della donna in terra viene collocata dopo la conclusione del programma. Ebbene, un tabulato fornito da Mediaset e prodotto dalla difesa dimostra che la trasmissione finì verso l’una di notte. In tal modo, visto che l’episodio che coinvolse Renata si verificò dopo quell’ora, e che i soccorsi arrivarono verso l’una e mezzo, verrebbe smentita ogni ipotesi di tardivo soccorso da parte dei presenti nell’appartamento teatro della tragedia. La difesa inoltre aveva ribadito l’insussistenza del pericolo di reiterazione del reato (maltrattamenti) in relazione quale era stata emessa la misura cautelare, sottolineando anche lo stato di alterazione, indotto dal grande consumo di alcol, che sovente era causa di numerose perdite di equilibro per la 43enne di origine polacca, cosa che era accaduta anche quella sera. La tragedia arrivò alla fine di una giornata in cui Napolitano e la compagna avevano avuto diverse occasioni di attrito, esacerbate dal consumo di alcolici. Secondo la Procura, sarebbe stato lo stesso Napolitano, con una spinta, a provocare la caduta della donna, ma spetterà comunque alla relazione autoptica chiarire una volta per tutte se il decesso abbia un legame con la caduta o se quest’ultima sia stata provocata da un malore, che ne ha poi causato la morte. Il collegio medico-peritale dovrebbe depositare la relazione sull’autopsia entro metà del mese.

 

Francesco Ferrandino

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