CRONACAPRIMO PIANO

Concessioni demaniali: il governo trova la quadra, ma i balneari non ci stanno

La maggioranza trova l’accordo per la bozza del ddl concorrenza: indennizzi, da quantificare, per chi perde la concessione dopo la messa a gara nel 2024, ma restano le perplessità e le resistenze nel settore

Il nodo delle concessioni balneari continua a tenere banco. Ieri, con fatica, si è arrivati a un accordo nella maggioranza di governo, per superare gli ostacoli verso l’approvazione del disegno di legge sulla concorrenza. Dopo la sentenza del Consiglio di Stato lo scorso novembre, che aveva dichiarato illegittime le proroghe delle concessioni balneari già rilasciate con durata fino al 2033, in accordo con la nota direttiva europea Bolkestein, stabilendo l’obbligo di metterle a gara entro la fine del 2023, l’intero settore è in fibrillazione. Dopo giorni di tensioni, ieri in commissione al Senato il provvedimento è stato approvato e all’inizio della prossima settimana sarà messo ai voti in aula in prima lettura. A fare pressioni per la sollecita approvazione è soprattutto il presidente del Consiglio Mario Draghi.

Secondo tale provvedimento, le concessioni dovranno essere messe a gara tra poco più di un anno, mentre il governo definirà i criteri degli indennizzi da riconoscere agli imprenditori che non dovessero riuscire a ottenere il rinnovo delle concessioni. Non tutti sono rimasti soddisfatti dal rinvio di un così importante punto: toccherà al ministero del turismo l’elaborazione dei decreti delegati con la definizione di criteri uniformi per la quantificazione dell’indennizzo da riconoscere al concessionario uscente, indennizzo che dovrà essere pagato dal concessionario subentrante.

Ma a parte questo, resta comunque “caldo” il punto focale della nuova disciplina, con le concessioni che dovranno essere messe a gara entro il 31 dicembre 2023 , anche se viene previsto che “in presenza di ragioni oggettive che impediscono la conclusione della procedura selettiva”, oppure a causa della “pendenza di un contenzioso” o ancora per “difficoltà oggettive legate all’espletamento della procedura stessa”, si potrà “con atto motivato” rinviare i termini “per il tempo strettamente necessario alla conclusione della procedura e, comunque, non oltre il 31 dicembre 2024”. In pratica, viene concesso un anno di tempo per gli attuali gestori.

Paolo Fulceri Camerini: «Non riesco a capire come si farà ad organizzare le gare in un anno e mezzo. L’unica certezza è che di fatto si intende svendere le nostre spiagge al miglior offerente, aprendo il mercato a tutta l’Europa: come se io potessi andare a organizzare uno stabilimento in Danimarca»

A parziale contropartita per la cancellazione della lunga proroga al 2033 in cui tutti speravano, i concessionari attuali potranno far valere qualche titolo di favore costituito dalla valorizzazione e considerazione “dell’esperienza tecnica e professionale già acquisita in relazione all’attività oggetto di concessione”, e tenendo conto “della posizione dei soggetti che, nei cinque anni antecedenti l’avvio della procedura selettiva, hanno utilizzato una concessione quale prevalente fonte di reddito per sé e per il proprio nucleo familiare”.

Ads

«Attendiamo i testi definitivi del provvedimento prima di fare approfondite considerazioni – commenta Paolo Fulceri Camerini, patron del noto parco termale Negombo di Lacco Ameno – anche se l’orientamento del governo è ormai chiaro. Di certo, non riesco a capire come si farà, con la proverbiale lentezza della burocrazia italiana, ad organizzare le gare in un anno e mezzo. È tutto molto pittoresco. L’unica certezza è che di fatto si intende svendere le nostre spiagge al miglior offerente, aprendo il mercato a tutta l’Europa: come se io potessi andare a organizzare uno stabilimento in Danimarca. Noi ci siamo adeguati a quelle che erano le regole. Il governo adesso vuole cambiare queste regole? Bene, ma almeno si eviti di parlare di “concorrenza europea”, visto che io non posso certo andare in Nord Europa ad aprire uno stabilimento. L’attività balneare è una caratteristica italiana, l’Italia dovrebbe essere sovrana sul suo territorio, invece l’Europa ci impone questa concorrenza che, ripeto, è solo formale. E il nostro governo ci pone davanti alla scelta: o facciamo così, oppure le concessioni ci verranno semplicemente sottratte, a causa del discutibile Pnrr. In ogni caso, ci vorranno ancora i decreti attuativi, poi entreranno in ballo le Regioni coi piani di utilizzo delle aree demaniali, e i Comuni con i piani attuativi di utilizzazione. Mi chiedo poi che cosa faranno i gestori che dai propri stabilimenti hanno tratto il sostentamento per la propria famiglia da alcuni decenni, dopo aver perduto la concessione. Un’altra anomalia è che in Italia a volte la legge viene fatta dai giudici, mentre in realtà dovrebbe essere il Parlamento a legiferare».

Ads

Giuseppe La Franca: «Siamo pronti a una lunghissima battaglia per evitare che le spiagge finiscano in mano a multinazionali o a società di dubbia regolarità, col rischio di infiltrazioni malavitose»

All’amara ironia di Fulceri, si affianca l’irriducibile determinazione di Giuseppe La Franca, responsabile isolano e provinciale della Fiba Confesercenti: «Il governo si è impuntato su questa faccenda, soprattutto i Cinque Stelle. Ora vedremo i testi del disegno di legge e ci regoleremo di conseguenza. Non capisco come si possa revocare le nostre concessioni che sono state rinnovate fino al 2033. In ogni caso daremo battaglia in sede legale: non vogliamo che le nostre spiagge finiscano in mano a grandi multinazionali o a società di dubbia regolarità, col rischio di infiltrazioni malavitose. Faremo vari ricorsi e ci vorranno anni per definirli, anzi decenni. Alcuni imprenditori stanno già istruendo pratiche di risarcimento. Le regioni hanno rinnovato le concessioni termali agli alberghi fino al 2033, quindi anche noi abbiamo diritto a tale proroga. Sappiamo che sarà una battaglia lunga, ma siamo piuttosto ottimisti». Dalle parole dei due addetti ai lavori, si evince che quello delle concessioni sarà un fronte non solo caldo, ma anche duraturo: del resto tra governo e balneari le trincee sono già scavate da tempo.

Articoli Correlati

0 0 voti
Article Rating
Sottoscrivi
Notificami
guest

0 Commenti
Inline Feedbacks
Visualizza tutti i commenti
Pulsante per tornare all'inizio
0
Mi piacerebbe avere i vostri pensieri, per favore commentatex