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Morte post partum dal gip arriva il “no” all’archiviazione

Il dott. Giovanni De Angelis ha respinto la richiesta avanzata dal pubblico ministero nell’ambito del procedimento relativo alla morte di Sara Castigliola, deceduta nell’ottobre 2021 all’ospedale Rizzoli dopo aver partorito la sua prima figlia. La decisione è giunta dopo un mese e mezzo dalla camera di consiglio

No all’archiviazione. Il Gip del Tribunale di Napoli dottor Giovanni De Angelis ha rigettato la richiesta di archiviazione avanzata dal pubblico ministero nell’ambito del procedimento relativo alla morte della 31enne, Sara Castigliola, deceduta nell’ottobre 2021 all’ospedale Rizzoli dopo aver partorito il suo primo figlio. Una tragedia per la quale sono risultate indagate sei persone: Francesco Rando, Domenico Loffredo, Mariantonia Galano, Silvia Galletti, Marcella Marino e Roberto Buonanno. La decisione del magistrato arriva a un mese e mezzo di distanza dalla camera di consiglio a seguito di opposizione delle parti civili all’archiviazione del procedimento.

Come si ricorderà, la donna intorno alle 7.30 del 30 ottobre 2021 aveva partorito una bambina presso l’ospedale Rizzoli di Lacco Ameno, ma purtroppo si verificarono subito delle complicazioni. Era venuta al mondo una bellissima bambina, eppure qualcosa non andò per il verso giusto. Si disse che la paziente sarebbe stata colpita da una atonia post partum che le avrebbe provocato una grave emorragia. Di fatto l’atonia uterina (altrimenti detta ipotonia uterina) è la perdita patologica di tono muscolare dell’utero che rende impossibile la contrazione dopo il parto. Si tratta di una condizione seria e grave, perché può creare problemi durante il parto e aumentare il rischio di emorragie post parto, come verosimilmente accaduto nel caso di specie. Sara fu trasferita nel reparto di rianimazione ma purtroppo la morte sopravvenne nel pomeriggio dopo che tutti i tentativi per strapparla ad un atroce destino erano risultati vani.

Per la tragedia risultano indagate sei persone, tutte in servizio presso il nosocomio lacchese: Francesco Rando, Domenico Loffredo, Mariantonia Galano, Silvia Galletti, Marcella Marino e Roberto Buonanno

Un mese e mezzo fa la camera di consiglio vide gli opponenti, rappresentati dall’avvocato Francesco Pero, produrre alcuni elementi su cui il penalista sollecitò una accurata indagine,chiedendo inoltre l’acquisizione della cartella neonatologica per conoscere l’indice di massa corporea della nascitura, e producendo una chat tra la povera Sara e la madre. In quella occasione, a tali posizioni si era accodato anche l’altro difensore opponente, l’avvocato Giuliano Di Meglio, mentre il pubblico ministero si era riportato ancora una volta alla richiesta di archiviazione del suo ufficio. Poi era toccato agli avvocati discutere delle singole posizioni dei propri assistiti: dapprima Rondino per Rando (che difendeva insieme al collega Massimo Stilla), poi ai difensori di Marino e delle due ginecologhe e poi all’avvocato Francesco Benetello che rappresentava Buonanno e di Antonio De Girolamo e Mitty De Girolamo codifensori della Galano. I legali avevano chiesto il rigetto dell’opposizione ritenendola infondata anche perché oggetto di un caso che era già stato sviscerato ed esaminato in ogni suo dettaglio. L’avvocato Antonio De Girolamo in particolare, produsse gli esiti di un audit ministeriale conseguenza di un’ispezione disposta presso l’ospedale Rizzoli dal ministero competente, che indicava una serie di prescrizione su emorragie post partum rilevando come ad Ischia tra l’altro mancava una banca del sangue e come in caso di urgenze bisognasse rivolgersi all’ospedale Cardarelli di Napoli. Tra l’altro il penalista ribadì che soltanto a marzo 2023 (e dunque davvero recentissimamente, se si considera che la predetta ispezione è avvenuta a novembre 2021 per essere notificata alle parti interessate a febbraio 2022) era stata votata una delibera di giunta regionale che ottempera alle prescrizioni citate. 

Il Gip ha quindi di fatto accolto le ragioni degli opponenti, e ha così disposto la restituzione degli atti al pubblico ministero affinché “nel termine di cinque mesi (tenuto conto dell’approssimarsi del periodo feriale), compia le indagini indicate in motivazione avvalendosi di diverso medico-legale (se del caso ricorrendo a collegio peritale)”.

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Corry54

Li Voglio vedere in Galera. medici incapaci di assolvere ad un Parto. Assassini pagati

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Mi piacerebbe avere i vostri pensieri, per favore commentatex