CULTURA & SOCIETA'

L’omaggio a Giorgio Buchner: ricordato il suo mondo di Archeologo tra scoperte di risonanza mondiale e difficoltà nel proseguire il suo operato per mancanza di fondi

LA DOTT. SSA COSTANZA GIALANELLA HA RICORDATO LA GRANDE INNOVAZIONE PORTATA DA BUCHNER NEL COMPIERE GLI SCAVI CON UN RIGORE SCIENTIFICO, imitato nelle campagne successive e il suo apporto significativo nella ricostruzione del processo di ellenizzazione del Sud Italia. Il suo operato e il valore delle sue scoperte furono riconosciute a livello non solo nazionale ma internazionale e, subito, dai primi ritrovamenti, si capì la necessità di continuare gli scavi per giungere a risultati sorprendenti

Venerdì sera 26 agosto scorso, nella splendida cornice del borgo di Sant’Alessandro, nello spazio antistante la chiesetta dedicata all’omonimo papa martire, si è svolta la serata “omaggio a Giorgio Buchner”. La manifestazione, promossa dall’associazione Pro Sant’Alessandro, ha coinvolto la dr.ssa Costanza Gialanella, ex funzionario Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, area metropolitana di Napoli, la dr.ssa Caterina De Vivo, Centro studi Interdisciplinari Gaiola Onlus, e la dr.ssa Alessia Scotti belli, project manager.

STEFANIA NAPOLEONE, CATERINA DE VIVO E MARIANGELA CATUOGNO

A moderare la dr.ssa Mariangela Catuogno, archeologa. Dopo i saluti istituzionali del presidente della Pro Sant’Alessandro, il dott. Franco Napoleone che ha rimarcato il valore della conoscenza e la necessità di ricordare la figura e l’operato di Buchner alle future generazione, la dr.ssa Catuogno ha introdotto i relatori. . Viene ricordato un tempo dove l’archeologo dovette anche chiedere aiuti a finanziamenti privati per continuare le sue campagne e delle difficoltà incontrate per reperire fondi nel settore pubblico. Segue l’intervento della dr.ssa De Vivo, archeologa con phd alla Normale di Pisa, che testimonia la rinascita di un sito, straordinario quale la Gaiola, affidata dal Comune  di Napoli all’associazione Gaiola per la gestione. Vengono rimarcati: gli ottimi risultati di questo modello di gestione pubblico privato e la necessità di figure professionali di alto profilo che esercitino, ma distinguendo il ruolo delle associazioni dal puro volontariato.

LA DOTT. SSA CATERINA DE VIVO CENTRO STUDI INTERDISCIPLINARI GAIOLA ONLUS

E’ sempre più necessario che i diversi organi, tra pubblico e privato, lavorino in sinergia coinvolgendo anche i singoli cittadini nel processo di riappropriazione del territorio con i valori che esso porta. A tal proposito viene ricordata la Convenzione di Faro che promuove una comprensione più ampia del patrimonio culturale e della sua relazione con la comunità e la società, incoraggiando a riconoscere oggetti e luoghi come importanti per i significati e per gli usi che le persone attribuiscono loro e per i valori che rappresentano. La dr.ssa Belli, euro progettista, ha indicato le opportunità offerte dai fondi nazionali ed europei, le linee del PNNR  e la necessità per i Comuni di fare sistema. Inoltre ha ricordato come spesso le amministrazioni locali, siano già occupate nella gestione ordinaria e non sempre hanno il tempo e le figure professionali adeguate per definire progetti che richiedono profonde strutturazioni in un tempo limitato. Gli interventi del Sindaco di lacco Ameno, Giacomo Pascale, del sindaco Di Serrara Fontana Irene Iacono e dell’assessore al Comune di Ischia, Feliciana Di Meglio hanno concluso la serata. Il sindaco Pascale ha parlato delle difficoltà del PNRR soprattutto nel caso di piccole località, della necessità di legarsi agli altri comuni e di creare un sistema culturale che coinvolga i maggiori siti dell’isola.

La dr.ssa Iacono ha parlato dell’eremo di San Nicola della sua valorizzazione e di quanto si senta legata a tutte le manifestazioni culturali svolte sull’isola e del nostro essere cittadini dell’isola nel suo complesso da cui deriva la necessità di fare sistema. Intervistai Il prof. Giorgio Buchner per Ischia Mondo nella mattina di una tiepida domenica di ottobre del 1973 negli scavi sotto la chiesa di Santa Restituta a Lacco Ameno, presenti anche Don Pietro Monti e il prof. Giovanni Castagna, tutti e tre nel Regno dei cieli. Il prof. Bucnher mi parlava con mitezza e con tanta sapienza. Raccolsi le sue dichiarazioni sulle sue scoperte per uno Speciale che pubblicai la settimana dopo. Questo e altri ricordi mi legano all’esimio archeologo che mai avrebbe immaginato che una scuola prestigiosa di Ischia come il Liceo-Ginnasio Statale isolano un domani avrebbe portato il suo nome. Il tempo fa la storia.

LA DOTT.SSA ARCH. MARIANGELA CATUOGNO CHE HA INTRODOTTO I RELATORI

Sintetizziamo il più possibile la vita e l’opera dell’archeologo Giorgio Buchner del quale si è scritto e detto tanto sui nostri giornali, le riviste culturali, le rassegne culturali e le conferenze in omaggio alla memoria dell’illustre figlio adottivo dell’isola d’Ischia. La collina di S. Alessandro a Porto d’Ischia è stata la località dove ha vissuto per i tanti anni della sua vita fino alla morte avvenuta il 4 febbraio del 2005. Aveva 90 anni. Giorgio Buchner nacque in Baviera da padre tedesco e madre italiana. Il padre Paolo, professore emerito di zoologia, scienziato di fama internazionale e grande studioso di endosimbiosi, era infatti sposato con Massimiliana Coppa, giovane e promettente pittrice veneta da lui conosciuta in Germania. I coniugi Buchner, assidui frequentatori dell’isola d’Ischia, vi si stabilirono definitivamente nel 1943, dopo che Paolo ebbe lasciato la sua cattedra a Lipsia. Il giovane Giorgio compì i suoi primi studi in Germania, al gymnasium di Breslavia, poi a Lipsia, ma, dopo l’ascesa al potere di Hitler, decise di continuare gli studi in Italia, sfruttando la cittadinanza materna.

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L’ARCHEOLOGA COSTANZA GIALANELLA SOPRINTENDENZA BELLE ARTI NAPOLI

Anziché ripercorrere le orme del padre, come questi avrebbe desiderato, Giorgio, ancora studente di liceo, rimase affascinato da uno scritto del 1890 di Julius Beloch: a Lacco Ameno, sul versante settentrionale d’Ischia, erano stati rinvenuti numerosi reperti e nella Valle di San Montano erano state scoperte delle sepolture del V secolo; già Tito Livio raccontava che i Greci dell’Eubea, prima ancora di fondare Cuma si erano stabiliti sull’isola. Al tempo, però, nessun ritrovamento era in grado di dare credito a questa testimonianza: il giovane Buchner sentì questa sfida come un impegno e capì che da quel momento l’archeologia sarebbe stata la sua vita. Di lì la decisione di studiare lettere classiche a Napoli e successivamente a Roma, dove nel 1938 si sarebbe laureato in paletnologia con una tesi sulla preistoria e l’archeologia di Ischia dal titolo “Vita e dimora umana nelle Isole Flegree dalla preistoria ai tempi romani”. Gli anni ’40 e ’50 vedevano i grandi dell’archeologia concentrarsi quasi esclusivamente sui siti di Pompei, Ercolano e Paestum, mentre Ischia – l’antica Pithecusa – era considerata un antico scalo greco, non certo una colonia.

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LA DOTT.SSA ALESSIA SCOTTI BELLI PROJECT MANAGER

Nel 1949 Buchner prese servizio come funzionario della Soprintendenza archeologica di Napoli con delega per Ischia e diede inizio a degli scavi, prima sulla collina del Castiglione, poi nella valle di San Montano a Lacco Ameno, con il ritrovamento della necropoli della colonia greca di Pithecusa, utilizzata dall’VIII secolo a.C. fino all’età romana. Furono rinvenuti corredi con monili (vasi, piccole sculture di terracotta, brocche e coppe, scarabei egizi, lingotti di piombo, attrezzatura da pesca, pesi per telaio, strumenti da lavoro) e, soprattutto, la coppa di Nestore, custodita in una ricca tomba a cremazione, portata alla luce e ricomposta dallo stesso Buchner: Si tratta di una kotyle alta una decina di centimetri e datata al 725 a.C. Faceva parte del ricco corredo funebre appartenuto a un fanciullo di dieci anni. La coppa reca inciso su di un lato in alfabeto euboico in direzione retrograda, come nella consuetudine fenicia, un epigramma formato da tre versi, che allude alla famosa coppa descritta un passo dell’undicesimo libro dell’Iliade di Omero: La coppa rappresenta ancora oggi il più antico riferimento scritto all’Iliade e può essere considerata la prima testimonianza di riferimento per l’alfabeto greco.

IL SINDACO DI SERRARA FONTANA IRENE IACONO E CATERINA DE VIVO

La scoperta di Buchner portò a un’autentica rivoluzione nelle conoscenze riguardanti la Magna Grecia e di conseguenza anche quelle riguardanti la Grecia arcaica da una parte e l’Italia antica dall’altra: si riconobbe Ischia come prima colonia della Magna Grecia, snodo commerciale nevralgico per i traffici con le colonie siciliane, con Cuma, Neapolis e le città etrusche, nonché vivace centro di produzione di ceramiche. Nel 1947 Buchner e il vulcanologo Alfred Rittman crearono un museo, chiamato Museo dell’Isola d’Ischia, che più tardi sarebbe confluito, assieme ai reperti rinvenuti negli scavi successivi, nel Museo Archeologico di Pithecusae. Il museo fu inaugurato ufficialmente il 17 aprile 1999 alla presenza di studiosi di primo piano come sir John Boardman, illustre professore ad Oxford, il conservatore capo del Museo del Louvre, Alain Pasquier; il direttore del Pergamon Museum di Berlino, Wolf Dieter Helmeyer; Gloria Olcese, ricercatrice presso il museo berlinese; Yoannis Tzedakis, direttore generale del Ministero della Cultura della Repubblica Greca; Paul Zanker, decano degli studi sulla Magna Grecia dell’Università di Milano; l’archeologo e docente Piero Orlandini, l’insigne grecista Marcello Gigante, l’archeologo e storico dell’arte Fausto Zevi dell’Università di Roma

Speciale Reportage fotografico Di Giovan Giuseppe Lubrano Fotorepoprter

Co0llaborazione: Stefania Napoleone

antoniolubrano1941@gmail.com

info@ischiamondoblog.com

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