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Enzo spegne gli “inciuci”: «Nessun rimpasto in giunta, la squadra non si tocca»

Si riparte, dopo la pausa estiva caratterizzata anche da un consiglio comunale agostano, da una maggioranza che numeri alla mano (e la matematica non è un’opinione) resta risicata. Dopo un breve periodo di rodaggio posso chiederti quanto però la trovi in prospettiva più stabile e dunque capace di essere duratura?

«Credo che l’assetto politico che caratterizza l’attuale amministrazione sia sufficiente per poter interpretare al meglio il programma di governo da qui alla fine del mandato. Una cosa è certa: il contesto lo trovo più rilassato, più sereno, con tutte le forze politiche presenti nel consiglio comunale che stanno dando quotidianamente dimostrazione di voler accompagnare con maggiore serenità quello è il percorso intrapreso. Insomma, il viatico lo giudico francamente positivo anche se…».

Anche se?

«E’ chiaro che alle volte quello che emerge magari dall’opinione pubblica è anche frutto del voler alimentare un clima politico che a mio avviso deve tendere invece al rasserenamento. Inutile girarci intorno, di questi tempi per lavorare nell’interesse del paese occorre maggiore tranquillità e serenità».

La politica è particolare. Di recente sembra esserci stato almeno un disgelo con i componenti del gruppo Vivere Ischia, manifestatosi chiaramente in un paio di circostanze ed avvalorato da un clima meno cruento e battagliero. Siamo prossimi a un riavvicinamento, è la classica quiete prima della tempesta o la verità sta nel mezzo?

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«A me piace pensare che sia ormai arrivata l’ora di abbandonare vecchi stereotipi: oggi, per il momento particolare che sta attraversando, Ischia ha bisogno di una forte sinergia e grande lavoro per affrontare le tematiche che attanagliano il territorio. Ecco perché io spero che un po’ tutte le forze che siedono nel civico consesso siano convinte e persuase delle difficoltà che ci troviamo dinanzi e che necessariamente devono indurci a cambiare prospettiva e modo di ragionare. Certi aspetti della politica, ormai, sono superati».

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Da qualche parte non viene escluso un rimpasto in giunta. Ipotesi verosimile o fantasiosa?

«Attenzione, qui stiamo parlando di un esecutivo nato nemmeno quattro mesi fa, oggettivamente credo sia giusto dare a ciascuno dei nuovi assessori il tempo per poter lavorare in assoluta serenità. I rimpasti, per quanto mi riguarda, appartengono alle dinamiche che rientrano nella cosiddetta eccezionalità della politica: abbiamo un percorso da affrontare che invece deve tendere all’ordinarietà. L’esecutivo lavora e partorisce atti con cadenza settimanale, alcuni dei quali anche particolarmente significativi: ecco, mi piacerebbe si guardasse con maggiore attenzione a quanto si sta facendo piuttosto che addentrarsi in ragionamenti dl altra natura».

Insomma, se ho ben capito per adesso non si tocca niente e nessuno.

«Assolutamente no».

L’estate stiamo ormai per mettercela alle spalle. Quali sono i più e i meno della stagione e in buona sostanza di cosa è soddisfatto Enzo Ferrandino e cosa invece poteva e doveva girare meglio o diversamente?

«E’ stata senza dubbio un’estate interlocutoria e particolare, non possiamo né dobbiamo dimenticare che è stata la prima vissuta dopo il drammatico terremoto del 21 agosto 2017. Abbiamo sicuramente registrato, specialmente nella parte iniziale della stagione, un calo di presenze, dato che in qualche maniera ci deve far riflettere soprattutto nell’ottica di intraprendere strade e percorsi nuovi. Ovviamente operando in maniera sinergica, con uno sforzo congiunto tra le sei amministrazioni e tutti gli attori protagonisti del territorio: sembra una frase fatta ma, credetemi, arrivarci non è semplice. Però non sono mancati gli aspetti positivi: ad esempio, c’è stata una presenza inferiore di persone “poco gradite”, soprattutto nei picchi di alta stagione, questo grazie anche a un’intensa attività che le forze dell’ordine con il supporto delle amministrazioni hanno portato avanti negli anni passati. Appena qualche lustro fa si parlava di scippi, borseggi ed altri episodi di microdelinquenza, fenomeni che adesso possono dirsi completamente debellati ed appartenenti ormai al passato».

E poi c’è l’eterna questione del traffico.

«C’è poco da fare, vanno adottate misure eccezionali, di rigore, in grado di riuscire finalmente a sensibilizzare i cittadini sull’uso responsabile del proprio veicolo modificando standard abitudinari ormai acquisiti. Implementeremo il servizio di navetta gratuito con una seconda linea per altri cinque mesi, sempre in coordinamento con l’Eav, continuando a collegare i parcheggi decentrati con il resto del paese. Abbiamo poi istituito una commissione per la mobilità, che tenderà a vivere quotidianamente i provvedimenti partoriti per verificare anche quali correttivi eventualmente apportare. Ma nei prossimi anni la sfida sarà questa, ci sarà bisogno di un cambio di mentalità di tutti quanti noi. Siamo persone brave e miti, noi ischitani, ma il nostro rapporto con l’auto è morboso e questo ci porta ad assumere atteggiamenti non più compatibili con il contesto urbano tipico di un’isola. Abbiamo una mentalità un po’ piratesca, che si riflette ad esempio anche nella pessima abitudine di gettare rifiuti in ogni fascia oraria della giornata e senza rispettare la raccolta differenziata».

Quanto infastidisce Enzo Ferrandino il luogo comune secondo il quale ci sarebbe un rapporto strettissimo con Barano o come sostiene addirittura qualcuno che il Comune collinare e i suoi amministratori influenzino e dettino i tempi anche della politica ischitana?

«Queste sono maldicenze che uno deve lasciarsi scorrere addosso. Non posso negare di avere un rapporto particolare di amicizia col sindaco Dionigi Gaudioso, sono stato anche padrino del suo primogenito. C’è un rapporto dunque anche familiare, ma da qui a dire che le dinamiche amministrative di Ischia siano dettate, condizionate o influenzate, beh davvero ce ne corre. Poi lancio una sfida a chi sostiene queste cose: individuassero gli atti amministrativi o politici che potrebbero andare anche vagamente in questa direzione. Personalmente tendo a tutelare gli interessi del popolo ischitano nella maniera migliore possibile: ma è chiaro che mi piace alimentare la dialettica con gli altri Comuni isolani, Barano compreso».

Antonello Sorrentino e Antonio Mazzella sono finiti sulla graticola e oggetto di “sventagliate di mitra” dopo il passaggio in maggioranza. Inevitabile, succede sempre quando si porta a compimento il classico salto della quaglia. In molti hanno pensato a semplici questioni di “bottega”, qual è il tuo pensiero?

«Credo che ogni consigliere comunale che si trova ad essere votato dall’elettorato, viene eletto perché possa dare un contributo alla risoluzione dei problemi del paese. Antonello Sorrentino e Antonio Mazzella hanno deciso di assumersi una fetta di responsabilità ne decidere di affrontare e diventare riferimento per determinate questioni. Rispetto alla posizione agnostica di dire sempre “no” e limitarsi a ripetere che certe cose sul territorio non funzionano, hanno deciso di metterci la faccia e dare una mano a disegnare un progetto politico e amministrativo. Non giustifico le sventagliate di mitra nei loro confronti, credo che questo appartenga a un modo di interpretare la politica ormai anacronistico. Penso che un aspirante amministratore che si presenti all’elettorato e venga investito di un suffragio, deve dare dimostrazione di saper affrontare i problemi e trovare opportune soluzioni. L’assunzione di responsabilità deve essere il suo parametro di valutazione, la politica delle chiacchiere e degli annunci è diventata superata. Basta guardare quello che sta succedendo su scala nazionale, se sono letteralmente esplosi fenomeni come Lega e soprattutto 5 stelle lo si deve al fatto che fino a un recente passato l’aspetto “chiacchierologico” aveva ormai preso il sopravvento. La gente è stanca di contrapposizioni, vuol risposte: queste due persone, Antonello ed Antonio, hanno deciso di intraprendere questo nuovo percorso e per questo motivo vanno apprezzati, non certo messi alla gogna».

In questa estate strana, tra l’altro, sono saltate la Festa di Sant’Alessandro e quella del Porto. Non proprio il massimo della vita…

«Sant’Alessandro è saltata per difficoltà oggettive riscontrate da parte del comitato organizzatore. Qualcuno ha messo in giro la voce dell’assenza di budget ma questo non corrisponde al vero: anzi, quest’anno il Comune aveva cercato di garantire anche una disponibilità maggiore di fondi, ma non c’erano i tempi tecnici per garantire l’immediata  disponibilità degli stessi. Ma è chiaro che bisogna cominciare a pensare a soggetti anche del mondo associazionistico che supportino il dottor Franco Napoleone e la Pro Loco Sant’Alessandro in questa straordinaria manifestazione. Lo ribadisco, di fronte a un’iniziativa  privata il Comune continuerà a fare sempre la sua parte: io sono vicino a questa realtà, ricordo che la mia famiglia proviene proprio da Sant’Alessandro, conosco il comitato e la passione che profonde per organizzare la festa. Il prossimo anno si partirà con nuovo entusiasmo ed energia».

E la Festa del Porto?

«Abbiamo riscontrato difficoltà manifestate dalla Regione Campania oltre che fare i conti con le problematiche connesse allo svuotamento del porto per alcune ore, che avrebbe fatto sorgere una serie di oneri a carico di vari soggetti che operano nello specchio d’acqua. Tutto questo senza dimenticare i disagi patiti dalle compagnie di navigazione. Insomma, non c’erano i presupposti per organizzarla quest’anno: ma questa manifestazione una volta si svolgeva ogni dieci e poi ogni cinque anni, ripeterla ogni dodici mesi diventa qualcosa di più sofferto» .

Gaetano ferrandino

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