CRONACA

Nafta nel porto e l’alta marea insozza la Riva Destra

Non c’è pace per la strada della movida ischitana. Il mix di acqua alta e sporcizia nel porto creano una miscela di disagio intollerabile

Se c’è qualcosa di peggio dell’acqua alta che sommerge la strada del passeggio della Riva Destra è constatare che quelle acque che periodicamente lambiscono i ristoranti e i locali notturni meta del divertimento estivo, ma anche invernale, siano profondamente inquinate. Bastava dare un occhio ieri mattina all’acqua stagnante del porto di Ischia per rendersi conto delle cattive condizioni dello specchio d’acqua da dove partono e arrivano ogni giorno i traghetti e gli aliscafi che garantiscono i collegamenti tra Ischia e la terraferma. L’immagine immortalata da un passeggero all’esterno del traghetto in partenza per Napoli è inequivocabile: si vede una lunga scia di sporcizia galleggiare a pelo d’acqua a pochi metri dalle imbarcazioni. A pochi metri un rifiuto di plastica galleggia a completare il quadro di degrado.

Davvero un pessimo spettacolo. E in questi giorni in cui l’alta marea, causata dalle cattive condizioni meteo, dal forte vento di Scirocco che spira senza sosta e dai livelli delle acque del porto innalzate anche dal cattivo stato in cui versa il porto, tutta questa sporcizia finisce inevitabilmente con inondare i ristoranti e i locali della Riva Destra. Punti di ritrovo che, nonostante l’alta stagione sia ormai passata, sono sempre molto frequentati anche in questo periodo dell’anno. A parte in questi ultimi giorni in cui la maggior parte degli esercenti ha gettato la spugna, anzi lo straccio per asciugare tutta l’acqua che continua a invadere i locali, e si è concessa delle ferie. Vacanze forzate per acqua alta. Impossibile lavorare così. Eppure quando la situazione si stabilizzerà, bisognerà fare i conti anche con i rimasugli di nafta che galleggiano bellamente nel porto.

Intanto, mentre il Comune di Ischia chiede il riconoscimento dello stato di calamità naturale per fronteggiare i danni evidenti per far fronte ai danni derivati dalla sferzata di maltempo ci si interroga su quali attività svolgere per fronteggiare una volta per tutte la periodica invasione di acqua che ormai con una certa regolarità invade le zone più sensibili al fenomeno, dando una concreta e preoccupante anticipazione di quanto le preoccupanti previsioni sui cambiamenti climatici stanno diffondendo.

Dobbiamo forse abituarci all’idea di vedere scomparire, come novelle città sommerse di Aenaria, il ridente piazzale delle Alghe di Ischia Ponte? Dobbiamo forse rassegnarci all’idea che il pontile che conduce verso il Castello Aragonese debba diventare come l’istmo che conduce verso Mont Saint-Michel in Francia, periodicamente sommerso dalle acque? E che dire della riva destra dove i fenomeni di allagamento si fanno sempre più frequenti, tanto d’estate quanto d’inverno.

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