Gianluca Castagna | Forio – I nostri antenati, così come tanti europei a partire dalla prima metà dell’Ottocento fino agli anni ’60 del XX secolo, hanno solcato l’Oceano Atlantico verso il Nuovo Mondo a bordo di navi che spesso erano come quelle raccontate da Francesco De Gregori nella sua canzone “Titanic”. In condizioni difficili, all’inizio disumane, con tratte che duravano settimane e, il più delle volte, senza la minima idea di cosa significasse geograficamente l’impresa in cui si erano imbattuti.
Già nel dopoguerra l’epopea dei grandi transatlantici che solcavano gli oceani era destinata a lasciare il posto all’aereo, mezzo veloce ma senza il fascino, anche mitologico, della grande traversata per mare. Le lunghe distese d’acqua, i cieli stellati, l’apparizione della statua della Libertà e, subito dopo, i maestosi grattacieli di New York a distanza ravvicinata.
Una prova per misurarsi nelle procedure più delicate, a partire dalle manovre di entrata e uscita dai porti, e tutte le operazioni anticollisione per la sicurezza della navigazione e la salvaguardia dell’ambiente marino.
Grande è l’entusiasmo degli allievi delle quinte A e C, del corso Capitani, brillantemente preparati dai professori Salvati, Pantaleo, Cerbino, Lamonica, Sica e Cerbone, nella simulazione di questa traversata.
E’ lo studente Francesco Impagliazzo della quinta A a illustrare tutte le operazioni ma soprattutto raccontare la fase preparatoria di questo progetto. Il tracciato delle rotte sulle carte nautiche ortodromiche, le spezzate, i way point, le rotte alternative, l’utilizzo degli apparecchi radio, quelli satellitari, il sistema di assistenza marittima VTS (Vessel Traffic Service), la conoscenza e lo studio di un porto, come quello di New York, assolutamente inedito per gli studenti del Mennella e – come prevedibile – tra i più trafficati al mondo.
«Il progetto è arrivato alla terza annualità» ha spiegato la D.S. Prof.ssa Giuseppina Di Guida, che non voluto mancare alla esercitazione. «Dopo il Mediterraneo, Gibilterra e Lisbona, stavolta abbiamo deciso di fare il grande balzo verso il Nuovo Mondo: gli Stati Uniti e il porto di New York. Ci teniamo tantissimo – continua la preside – perché si tratta di un’esperienza concreta di competenze fondamentali per il lavoro che svolgeranno, ma soprattutto è un progetto di Alternanza scuola lavoro che si svolge all’interno del Laboratorio di Navigazione dell’Istituto “C.Mennella”. Siamo consapevoli che questa è la strada maestra per educare e insegnare ai ragazzi tutte le competenze che servono per le professioni del mare».
«E’ una prova appassionante» ammette Salvatore Costagliola della quinta C. «Tratta tutti gli strumenti che stanno in plancia, permette di pianificare una rotta, ti insegna a come comportarsi di fronte alle diverse situazioni che possono presentarsi in mare e nei porti. Per l’indirizzo di studi che ho scelto 5 anni fa è l’aspetto che più mi interessa, quello più appropriato e congeniale ai miei progetti professionali. Ho deciso di mostrare ai professori in sede di esame che cosa ho imparato con gli strumenti del laboratorio e gli insegnamenti dei docenti. Insomma, la simulazione è un banco di prova molto concreto per uno studente, meglio questo che altre discipline che ci girano intorno».
La partenza dal porto di New York è quella più suggestiva. Le difficoltà, come si vede bene dalla carta ma anche dalle postazioni video degli studenti, sono tante: il canale è stretto, le distanze ravvicinate, il traffico sostenuto. Pazienza, cautela, nervi saldi, ma anche il piacere di affrontare il mare. Quando a dritta appare la sagoma della Statua della Libertà, con tutto il carico immaginifico e simbolico che rappresenta, il primo ostacolo sembra passato. Ora li attende la sfida del mare aperto.