CRONACA

FOLLIA DEMANIO, UNA CASERMA NEL CAPRICHO

La direzione regionale scrive al Comune di Casamicciola intimando lo stop alla demolizione del manufatto in Piazza Marina, rivendicandone la proprietà e spiegando di dover destinare l’immobile a uffici della locale Guardia Costiera. Tuona Giosi Ferrandino: «Il cespite è del Comune, e comunque non consentiremo mai che sia eretta una caserma»

Una nota che di fatto significa l’inizio di una battaglia, o meglio di una guerra. Una guerra che dovrà vedere protagonisti tutti – indipendentemente dalle simpatie e dal colore politico – perché non sta assolutamente né in cielo né in terra che un ente possa decidere cosa fare di una struttura che si trova nel pieno centro del paese. Possiamo discutere se il Capricho vada abbattuto e definitivamente cancellato, se vada demolito per essere ricostruito, quale potrebbe essere la potenziale destinazione d’uso considerato che ci troviamo in una località turistica. Insomma, va bene tutto ma pensare che nel cuore di Casamicciola Terme possa sorgere la nuova caserma della Guardia Costiera non esiste proprio. E, si badi bene, questo lo diciamo nel più assoluto rispetto per le forze dell’ordine e per uomini e donne della capitaneria di porto che quotidianamente si impegnano e lavorano con serietà e professionalità in una realtà complessa come l’isola d’Ischia.

Un concetto, questo, che non sembra essere molto chiaro alla Direzione Regionale Campana dell’Agenzia del Demanio che ha trasmesso una nota perentoria indirizzata alla Capitaneria di Porto di Napoli, al Provveditorato Opere Pubbliche, al Comune di Casamicciola ed al commissario straordinario per emergenza e ricostruzione Giovanni Legnini oltre che per conoscenza all’ufficio locale marittimo della Guardia Costiera in Casamicciola Terme. L’oggetto è abbastanza esplicito: Demanio dello Stato ramo Marina Mercantile, Casamicciola – Manufatto denominato Capricho”. Ecco come esordisce la nota del direttore regionale Marco Parlagreco: “Come appreso dagli organi di stampa il Commissario Straordinario per la Ricostruzione nei territori dell’isola d’Ischia interessati dal sisma del 21 agosto 2017 con ordinanza speciale n. 7 del 28 dicembre 2023, tra i vari interventi incardinati nell’ambito del completamento del piano fanghi, ha previsto, all’art. 7 della stessa, anche la presentazione di un progetto di demolizione del detto stabile Capricho. Come noto il manufatto suddetto, utilizzato fino a pochi mesi fa come sede comunale, sito nel Comune di Casamicciola Terme, appartiene ab origine al Pubblico Demanio Marittimo e pertanto allo Stato e vista il regime giuridico dello stesso ne consegue una differente gestione secondo quanto previsto dalla normativa vigente in materia”.

Insomma, avete capito bene: dopo averlo lasciato per decenni nel più assoluto degrado, una mattina l’Agenzia del Demanio si sveglia e si arroga il diritto di decidere cosa fare del Capricho. Roba da ridere se non fosse che qui c’è soltanto da piangere. Nel passaggio successivo della nota Parlagreco aggiunge: “Tra l’altro, stanti le necessità logistiche dell’Autorità Marittima locale, quest’ultima con nota acquisita al protocollo al n. 17181 del 20 novembre 2023 ha rappresentato l’esigenza di reperire beni demaniali da adibire a uffici, caserme o alloggi di servizio per il personale, individuando proprio la potenziale idoneità del suddetto fabbricato al soddisfacimento delle proprie necessità istituzionali manifestando la disponibilità di fondi per la riqualificazione dello stesso”. Tranquilli, non solo avete letto benissimo ma avete capito pure meglio: questi signori vorrebbero far sorgere una caserma nel pieno centro del paese, una roba da fare accapponare la pelle al solo pensiero. E che le intenzioni siano chiari ed inequivocabili lo si evince anche dalla parte finale della nota nella quale il direttore regionale dell’Agenzia del Demanio scrive: “Pertanto l’ipotesi di demolizione del manufatto, che ai sensi dell’art. 298 del codice della navigazione rientra con effetto automatico tra le pertinenze del demanio marittimo, contrasterebbe con il soddisfacimento degli interessi pubblici legati al mantenimento e riqualificazione dello stesso, considerata la suddetta manifestazione d’interesse da parte dell’autorità marittima, a cui si aggiungerebbe la tutela del valore storico-artistico del bene, come di recente segnalato al Ministro della Cultura da associazioni private. Alla luce di quanto sopra, nel segnalare l’urgenza al fine di tutelare gli interessi erariali, si invita codesta capitaneria di porto a voler convocare l’apposita Commissione deputata alla formale acquisizione del cespite tra le pertinenze di cui all’art. 49 del codice della navigazione. In attesa di sollecito riscontro si resta a disposizione per quant’altro possa occorrere”.

In questo ultimo stralcio della nota c’è un passaggio significativo, quando il direttore Parlagreco riferisce di valore storico artistico “segnalato da associazioni private”. E siccome a Casamicciola vale il famoso motto dei “fanatici e fessi”, la realtà è che qui rischiamo di ritrovarci una caserma in Piazza Marina giusto perché qualche buontempone ha voluto regalarsi un quarto d’ora di gloria che adesso rischia di affossare un paese intero. Nel pomeriggio di ieri abbiamo contattato il sindaco Giosi Ferrandino che nonostante la “sfogliatella” ricevuta al protocollo non è sembrato assolutamente scosso, anzi: «Mi preme precisare in primo luogo una volta di più – spiega il primo cittadino casamicciolese – che il cespite è di proprietà del Comune e non come erroneamente sottolineato del Demanio. Così come è falsa la “teoria” del vincolo storico. E poi su una cosa voglio essere chiaro: non consentiremo mai che sia eretta una caserma nella piazza principale del paese, i cittadini possono stare tranquilli». Poi conclude con una stoccata: «Certo che adesso davvero mi piacerebbe conoscere il parere dei nostalgici del Calise che fu…». Insomma, la battaglia è pronta a cominciare. Qui si tratta – e lo ripetiamo, al netto delle simpatie e delle appartenenze politiche – di evitare uno scempio. Costi quel che costi.

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