Negozi chiusi di domenica, l’isola si interroga
ISCHIA. Negozi chiusi la domenica e nei giorni festivi. La proposta del Governo divide il Paese. C’è chi è a favore, rivendicando il diritto al riposo ed alla famiglia dei lavoratori, e chi, gli imprenditori in particolare, che vorrebbero sempre più aperture. Mentre prosegue l’iter dell’esecutivo per disciplinare le aperture degli esercizi commerciali e superare le liberalizzazioni nate con la norma inserita dal governo Monti nel Salva Italia, montano anche le proteste. Un tema ostico, che coinvolge imprenditori, esercenti, consumatori e lavoratori. Come si può trovare una soluzione che metta d’accordo tutte le parti in gioco? Il Governo al momento sta valutando cinque diverse soluzioni per regolare le aperture domenicali: alle proposte di Lega, M5s e Pd, si sono aggiunte quella della Regione Marche e una di iniziativa popolare.
Andiamo a vedere in cosa consistono e quali sono le differenze tra loro. La proposta di legge più ‘drastica’ e restrittiva è quella della Lega firmata da Barbara Saltamartini, che prevede la reintroduzione della chiusura obbligatoria la domenica e nei festivi, con delle possibili deroghe limitate soltanto ai piccoli esercizi commerciali nelle città turistiche. L’idea presentata dalla Lega prevede anche un tetto di otto aperture straordinarie: le quattro domeniche di dicembre più altre quattro da scegliere nel resto dell’anno (presumibilmente in concomitanza con alcune festività quali la festa della mamma, del papà, carnevale e Pasqua). Più soft, invece, la proposta di legge del Movimento 5 stelle. Nella versione avanzata dal deputato Davide Crippa, dovrebbero essere le Regioni a stabilire delle nuove regole, con una sorta di turnazione tra i negozi, che avrebbero la possibilità di restare aperti non più di una domenica ogni mese. Anche in questa proposta, come in quella della Lega, esistono delle deroghe per le località turistiche. All’esame delle Camere anche la proposta del Partito Democratico con Gianluca Benamati. L’idea è quella di imporre la chiusura in 12 giorni festivi nell’arco dell’anno. Tra le idee al vaglio dell’esecutivo c’è anche la proposta di iniziativa popolare depositata da una delegazione di Confesercenti alla Camera dei deputati il 14 maggio 2013. Oltre 150mila firme per proteggere i piccoli rivenditori con una legge che tolga di mezzo le liberalizzazioni del Salva Italia e rimetta in mano alle Regioni la competenza di regolamentare gli orari e i giorni di apertura e chiusura dei negozi.
E le proposte aprono a possibili deroghe che riguardano da vicino le realtà turistiche, come Ischia. La Lega ha previsto una sola deroga: per le città che hanno una vocazione turistica. Dispone “l’obbligo della chiusura domenicale e festiva dell’esercizio”. E, si legge nel testo, “sono individuati i giorni e le zone del territorio nei quali gli esercenti possono derogare. Tali giorni comprendono le domeniche del mese di dicembre, nonché ulteriori quattro domeniche o festività nel corso degli altri mesi dell’anno”.
“Siamo ancora in una fase iniziale – ha detto Francesco Pezzullo, presidente zonale della Confesercenti di Ischia- Al momento non è ancora chiaro il provvedimento che sarà varato. Una cosa è certa: si possono chiudere gli esercizi commerciali ed i centri di grande distribuzione sia la domenica che nei giorni festivi, ma non certo in località turistiche come Ischia. Le attività commerciali presenti sull’isola, di fatto, vivono solo sei mesi l’anno e non certo possiamo pensare che in quei sei mesi debbano restare anche chiuse in determinati giorni”. E continua: “C’è poi da considerare che il commercio fa vivere la città. Immaginate, ad esempio, il corso di Forio o corso Colonna a Ischia con le attività commerciali chiuse le domeniche di agosto o a Ferragosto. Non sarebbe certo la stessa cosa. Anche il commercio rende la nostra isola ancor più turistica e non certo possiamo relegarlo solo a determinati giorni dell’anno”.
Giovanna Ferrara