LE OPINIONI

IL PUNTO Il parcheggio della Siena, la caduta di stile e la corsa alle scuse

Avevamo notato quel commento particolarmente offensivo da parte del Comitato Salviamo Ischia Ponte, sulla propria pagina fb. Finendo anche col prendere atto del fatto che il sindaco d’Ischia Enzo Ferrandino non abbia smesso la pessima abitudine di ribattere alle provocazioni. Lo fa spesso, e onestamente se da consigliere comunale la cosa poteva anche essere marginale, da primo cittadino finisce col diventare eccessiva e inopportuna.  Lungi da noi volerci permettere neppure lontanamente di sognare che un qualsiasi soggetto associazionistico possa essere politicizzato, ma avevamo subito intuito che la battuta peraltro anche molto poco comica sarebbe tornata utile per aizzare un nuovo caso mediatico. Ormai dalle nostre parti funziona così, tutto o quasi è pianificato a tavolino e la finzione ha finito non per superare ma addirittura surclassare la realtà. Invitare il sindaco Enzo Ferrandino a fare un bagno antistante nelle acque del costruendo parcheggio de La Siena e parlare di assenza di ciambelle di salvataggio XXL ironizzando sui chili in più del sindaco d’Ischia è stato un autogol clamoroso. Forse quelli del comitato – evidentemente mal consigliati, e speriamo che l’ispiratore non sia sempre lo stesso, perché ultimamente non ne prende una – pensavano di far breccia nella comunità ischiapontese, ischitana e isolana in genere accaparrandosi le loro simpatie. Di questi tempi, è noto, sparare sul palazzo rende sempre e comunque, insomma vai alla cassa che è una bellezza. Ma finalmente anche ad Ischia c’è stato un moto d’orgoglio e non è mancato chi di fronte a un messaggio profondamente offensivo (e lo dice chi vuole comunque premettere che quest’amministrazione avrebbe dovuto essere più pressante con la Turistica Villa Maramare) ha inteso dire “basta”, parandosi contro la macchina del fango che su quest’isola sembra ormai essere diventata un marchio di fabbrica, un’epidemia di tali proporzioni da far impallidire quella legata alla peste bubbonica.

Un’offesa evidentemente confezionata “a tavolino” contro il sindaco Ferrandino viene però palesemente “bocciata” dal mondo virtuale. E così il comitato Salviamo Ischia Ponte è costretto al dietro front. Ma la vicenda dello sversamento a mare di acqua e fango poteva e doveva essere gestito meglio, sotto tutti i punti di vista

Non è un caso che già nella mattinata di ieri sul profilo Facebook del Comitato, è arrivato un messaggio chiaro ed inequivocabile: “Il Comitato nella figura del suo presidente chiede ufficialmente scusa per aver offeso e leso l’immagine del primo cittadino. Chiediamo però che l’amministrazione chieda ufficialmente scusa alla popolazione di Ischia Ponte per tutti gli anni che è stata assente, non accorgendosi del degrado in cui versa”. Ops, abbiamo detto inequivocabile e forse sbagliamo. Perché la verità, cari signori del comitato, è che le vostre scuse debbano esserci a prescindere. Che poi l’amministrazione presente e quella passata possano avere avuto le loro “pecche”, questo è fuori luogo ma resta la caduta di stile che francamente è un qualcosa che non ci saremmo mai aspettati. Anche perché, e il particolare è tutt’altro che trascurabile, non arriva certo da un singolo cittadino quanto da un soggetto giuridico che si è legittimamente costituito per difendere e rappresentare al meglio le istanze di una comunità. E siamo sicuri che quella comunità, nella sua interezza, fosse d’accordo nell’ironizzare sul “peso forma” del sindaco d’Ischia? Crediamo di no, poi siamo pronti ad essere smentiti. Poi potremmo dire che la ripresa è stata debitamente data in pasto al popolo senza pensare nemmeno a censurare l’operato di chi ha scritto un messaggio chiaramente offensivo, ma su questo ormai c’è ben poco da meravigliarsi: il culto della “gogna” abita qui e a turno un po’ tutti sono mandanti o vittime dello stesso.

Forse qualcuno pensava che la “gag comica” sortisse ben altro effetto ma le cose sono andate diversamente. Sul profilo del comitato c’è ad esempio chi ha fatto notare, scrivendolo, come “passare alle offese mi sembra davvero un comportamento poco intelligente. Qui oltre ad offendere la persona si offende l’istituzione. Il comitato dovrebbe prendere le giuste distanze da persone che assumono comportamenti del genere”. Non è una voce fuori dal coro, assolutamente, al punto che un altro commento ribadisce e rafforza il concetto: “Posso dire che trovo questo post davvero di cattivo gusto? Sarebbe più corretto che venisse firmato perché in questo modo da cadere molto in basso tutto il comitato il cui intento dovrebbe essere scevro da offese personali e di basso livello”.

Osservazione che ci sta tutta, e forse tirare fuori il nome del responsabile sarebbe stata cosa e buona e giusta. Ancora c’è chi dice senza mezzi termini che “Va bene la contestazione ma le offese personali no”,  e chi rimarca come ci si trovi dinanzi a “un post completamente irrispettoso e fuori luogo. Concentriamoci sulle problematiche concrete evitando chiacchiere inutili ma soprattutto offese personali”. Immancabile una chiosa: “La madre degli imbecilli è sempre incinta e partorisce in continuazione”, che sarà pure un elogio della banalità ma alla fine funziona sempre.

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E poi ci sono le penne monumentali, quelle che lasciano sempre il segno. E’ il caso di Paolo Chariello, giornalista, scrittore nonché innamorato di Ischia e di Ischia Ponte in particolare. Il suo commento è una “sentenza” degna del Premio Pulitzer: “Caro sindaco sarà stata una entità mononeuronale che ha partorito l'”idea” nel corso di una sinapsi abortiva. Purtroppo, come ci insegna la legge mondiale sulla gerarchiologia e la comitatologia ischitana, la pratica dei comitati è l’arte di arrivare a una discussione senza effettivamente comprendere una parola di ciò che stanno dicendo gli altri. Per farla più breve e più semplice, soprattutto per il mononeurone, c’è qualche pezzo grosso del Comitato che non mira a chiudere quel capitolo penoso del parcheggio eterno ma ha, a sua insaputa, l’obiettivo di perpetuarlo ancora per qualche anno. Basta una piccola inchiestuccia, un magistrato che non ci capisce una mazza subito e sequestra tutto e tra inchieste, corsi e ricorsi invece del parcheggio a Ischia Ponte ci ritroveremo il lago della Siena.

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Non si scoraggi sindaco, a Ischia Ponte non ci sono solo i comitatanti e non tutti i comitati sono come il cafone che le ha dedicato il suo ‘aborto’. Disgustoso”. Chapeau a chiusura del cerchio ci sia permesso anche un appunto a Enzo, perché bisogna dare a Cesare quel che è di Cesare sotto ogni punto di vista. La prossima volta, di grazia, di fronte ad uno scempio come quello accaduto nelle acque di Ischia Ponte, eviti di andare in tv a minimizzare e spiegare che quasi quasi non è accaduto niente. L’offesa non esiste, ma il paradosso neppure. Intelligenti pauca…

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