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Nitrodi, lo sfogo di una cittadina residente

di Sara Mattera

 

BARANO. Situata a circa 300 metri dal livello del mare della frazione di Buonopane e considerata quasi miracolosa per le sue proprietà terapeutiche tali da ammaliare gli antichi greci che ne attribuirono le virtù al potere divino delle Ninfee, la Fonte di Nitrodi è, certamente, una delle sorgenti termali più conosciute e rinomate sulla nostra isola e non solo. Tanti sono coloro, infatti, che, ogni anno, arrivano da lontano per poter godere delle proprietà terapeutiche della sorgente termale, utilizzata, soprattutto, per curare problemi di natura dermatologica.  Una ricchezza inestimabile che, oggi, però si sta trasformando sempre più da bene pubblico in privato con enormi conseguenze sui cittadini isolani.  Nel 2012, infatti, ricordiamo, la Sorgente di Nitrodi è stata affidata dal Comune di Barano alla società Ischia Spae, la cui gestione è stata, spesso e volentieri, al vaglio delle proteste cittadine di vario genere tra docce non sempre fruibili in tranquillità, lavori edilizi vari e prezzi non proprio accessibili a tutti. Basti pensare che, mentre i non residenti pagano 12 euro, i cittadini isolani, per avere accesso alla Fonte, pagano 8 euro, cioè solo 4 euro in meno a chi non è dell’isola. Senza contare poi che vi è un’ulteriore scrematura di prezzi tra gli stessi residenti di Ischia. Un residente di  Barano che vuole accedere alla Fonte, deve pagare, infatti, 2 euro, previo, però, deposito presso la cassa di un proprio documento di riconoscimento.  E se, malauguratamente   dimentica di portare con sé  la propria carta di identità, può anche capitare che non abbia accesso alla Sorgente. Proprio come è accaduto, in queste ore, ad una cittadina isolana che, sprovvista di carta di identità non ha potuto usufruire delle acque termali di Nitrodi. La ragazza, una cittadina residente del Comune di Barano e che abita a pochi passi dalla Fonte, nella giornata di ieri, infatti, si era recata allo stabilimento per fare la sua doccia abituale con le acque curative della Sorgente. Un volto, quindi, certamente noto al gestore della Fonte, ma nonostante ciò,  la donna si è vista comunque chiudere le porte in faccia senza alcun se né ma.

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