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No agli autovelox, monta la rabbia dei familiari delle vittime

La petizione lanciata su change.org, che ieri ha raggiunto 150 firme, ha scatenato le reazioni di gran parte dell’isola, contraria all’iniziativa e favorevole all’installazione delle apparecchiature di rilevazione

Ha raggiunto circa 150 firme, almeno fino a ieri, la contestata petizione lanciata dall’avvocato isolano Vito Mazzella e diretta a ottenere l’abolizione degli autovelox sulle nostre strade. Contestata, perché sono state tantissime le voci che si sono levate contro l’iniziativa del professionista, a partire dall’indignazione della mamma di Manuel Calise, il giovane che quasi un anno fa è scomparso in un tragico incidente sulla litoranea, laddove è poi entrato in funzione il primo autovelox sull’isola. «Se pensi di ottenere tanta fama, mettendoti in prima linea con una petizione del genere – ha scritto la signora Grazia Bianco, rivolgendosi direttamente all’avvocato Mazzella – spero e ti auguro di non passare mai quello che stiamo vivendo (il 2 dicembre mi hanno strappato il cuore dal petto, mi hanno strappato un figlio con mille progetti, una vita davanti, la gioia di organizzare la sua festa per i 18 anni, un libro lasciato sulla scrivania (studiava per il compito di fisica).

La mamma di Manuel Calise e il papà di Francesco Taliercio hanno espresso indignazione per la petizione, mentre nelle ultime ore è stata lanciata una iniziativa di segno opposto: una raccolta di firme a favore della diffusione dei controlli stradali e degli stessi autovelox sul territorio

Quel libro è ancora lì dopo un anno… in pochi attimi il mio Manuel non c’è più. E lo vuoi proprio sapere perché… sei un avvocato e non penso che te lo debba spiegare io». E diverse centinaia di cittadini hanno espresso il proprio favore verso gli autovelox, pur con qualche distinguo circa il limite di velocità in alcuni punti dell’anello stradale, ritenuto talvolta troppo basso. Sostanzialmente, dunque, per ora sono stati ben pochi coloro che hanno aderito all’iniziativa della petizione, contro cui si è scagliato anche Leonardo Taliercio, il papà di Francesco, strappato alla vita da un altro incidente a Ischia, oltre tre anni fa: «Quando è stato ucciso Francesco – scrive Leonardo – pur essendo un semplice cittadino ho dato la colpa anche a me stesso per non aver mai fatto nulla per ciò che accade sulle nostre strade che era ed è sotto gli occhi di tutti. Dinanzi a un giudice dopo aver prima chiesto il patteggiamento (con quello si presume un’ ammissione di colpa se non erro…) che dai giudici fu rifiutato si può dire con scherno, poi passò al rito abbreviato (anche con quello non ci si professa innocenti se non erro), e mai andati al processo ( dove ognuno “si gioca la sua” se non erro) c’era un avvocato al quale davo anche la mano finché non proferì queste parole in un’ udienza del rito abbreviato (non processo) “chiediamo l’assoluzione perché il fatto non sussiste “. Con quello stesso avvocato al ritorno di udienze precedenti sul traghetto ci parlavamo, e una volta gli dissi: “Quella stessa persona che ora difendiamo e che magari vogliamo che non solo non faccia un minuto di galera ma che ritorni quanto prima a guidare può far piangere noi stessi che lo abbiamo difeso, difendendo l’indifendibile “». Il signor Taliercio si è poi rivolto all’avvocato Mazzella, dapprima indirettamente, poi direttamente: «Ora passando a un altro avvocato (che forse vuole e ha bisogno di farsi conoscere), io ora non posso darmi più colpe, da semplice cittadino do il massimo di me stesso, e lo dico prendendo in considerazione le parole che la mamma dei miei figli qualche tempo fa mi disse, e non per nulla ma mi sono reso conto che il suo giudizio per me vale più di qualunque altro al mondo: “L’ unico che ora non può darsi colpe dinanzi alle tragedie sei soltanto tu, su quest’ isola sei l’unico che veramente fa qualcosa “. Avvocato, sicuramente molto spesso i miei modi non saranno condivisibili, ma molto spesso non sono condivisibili perché tornarsene a casa senza un figlio (ucciso come Cristo in croce), da quello stesso ospedale dove diciassette anni prima eri andato a prenderlo per portarlo a casa con te, non è cosa (fortunatamente) che accade a tutti, tutti i giorni (anche se meno di ogni annetto ci “siamo riusciti”). Avvocato, gli autovelox sono stati installati perché tanti genitori che se non sono tornati a casa senza un figlio, è stato soltanto perché qualcun altro è andato a casa loro a dire che il figlio non sarebbe mai più tornato, e io so che significa. Avvocato: là c’è il sangue di troppa gente! Avvocato, (se tieni gli attributi) io la petizione per togliere l’autovelox la firmo ma devi venire al cimitero di Montevico davanti a due ragazzi di 17 anni e fai venire anche la mamma dei tuoi figli, così se un giorno dovreste essere voi a piangere un figlio ucciso a quasi 70 kmh dove c’è (da sempre) un limite di 40 km ti direbbe: “L’unico che deve darsi la colpa di questa tragedia sei soltanto tu, su quest’isola sei l’unico che ha fatto “veramente” qualcosa”. Avvocato, io la notte nonostante tutto, dormo, che ho l’anima di mio figlio che mi accarezza giorno e notte. Avvocato non so se riesci a dormire ma una cosa è sicura: Qui i morti sono troppi. E tu l’anima non ce l’hai. Ma la notte se ti svegli, pensa: “E se fosse proprio mio figlio?”». E sono state moltissime le manifestazioni di solidarietà verso il punto di vista dei familiari delle tante vittime della strada, anzi, nelle ultime ore ha preso quota un’iniziativa di segno opposto a quella dell’avvocato Mazzella: è stata infatti lanciata una petizione a favore della diffusione degli autovelox.

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Gli autovelox non sono utili, sono indispensabili. Bisogna però capire se la legge permette tali posizionamenti, ma nessuno si preoccupa di pubblicare a quale normativa fa riferimento tutto ciò. Non dobbiamo dimenticare che tutto è soggetto al rispetto delle leggi, ma se le istituzioni non rispettano prima loro i codici non possono pretendere che il cittadino si adegui al rispetto delle leggi. Per convincere gli irriducibili, pubblicate la normativa che permette l’istallazione degli autovelox fissi cosi tutto si sgonfia e tutti si convincono

Gennaro Palamaro

Gli autovelox sono semplicemente inutili per il motivo che tracciano la velocità in quel punto. Se vai a 70 km lasci l’accelleratore 50 metri prima e passi sotto i 50 o 40 km orari, poi via col vento. Si evita solo che uno parta all’inizio della sopraelevata e la faccia tutta a 150 all’ora così come a Casamicciola parti dal porto e fino all’ospedale vai a cento per poi dopo la curva rallentare…, di che stiamo parlando… più utile i tutor se vi interessa ve lo spiego!

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ottimo il tutor che rileva la velocità media cosi chi vuole correre deve prima fare due conti per non trovarsi fuori dal limite

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