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«Noi, tassisti amici dei turisti», il turismo dell’isola raccontato da Gianni Messina

di Isabella Puca
Ischia – «Il turismo a Ischia, sta cambiando, il punto di vista umano è sempre lo stesso, ma la ricezione dell’isola è diversa. Se prima era un’isola a 4 stelle ora è alla portata di tutti». È Gianni Messina a parlare, da dieci anni alla guida del suo taxi per accompagnare i nostri turisti in giro sulla nostra isola, raccontando loro le bellezze e le storie che fanno di Ischia una perla del golfo di Napoli. «Faccio il tassista da dieci anni, – ci racconta – mio padre aveva una licenza di taxi e quando mi sono sposato e sono nati i figli, per non fare l’emigrante, e stare in Svizzera in inverno, ho deciso di fare questo lavoro per stare vicino alla mia famiglia». È questa una categoria spesso bistrattata eppure c’è buona parte di loro che compie il proprio lavoro con passione e cura per l’altro andando a costruire un rapporto di amicizia con i propri clienti. «Non sono solo io – tiene a specificare Gianni – siamo almeno l’80% della categoria ad accudire le persone andandole a prendere all’aeroporto invece che alla stazione, a stare con i disabili; a settembre ad esempio, portiamo un gruppo di loro in giro per l’isola, solo che spesso fuoriescono solo le cose negative. Non amo apparire, ma ci tengo a dire che su 300 taxi a Ischia sono più di 200 quelli che si relazionano in questo modo con il turista. Il tassista di Ischia non è quello di Napoli, il confronto va fatto con i tassisti delle altre località turistiche come Capri, Positano; qui si fa un lavoro prettamente turistico». Sono loro ad accompagnare tantissimi turisti che scelgono la nostra isola per la loro vacanza di relax e spesso l’abitacolo dell’autovettura diventa un vero e proprio “confessionale”, durante il tragitto ci si racconta come se davanti ci fosse un vero amico. «Abbiamo una platea di persone anziane con più di 80 anni che sono ormai amici, ci sentiamo a Natale e a Pasqua, per gli auguri. Amiamo la nostra isola e li portiamo in giro, li accudiamo e diventiamo così una famiglia. Ho un gruppo di persone da Venezia che vengono qui da 8 anni e vengono a cena a casa mia e, quando posso, vado io a Venezia da loro, ma non sono l’unico a comportarmi così. Su 110 taxi a Ischia Porto me ne immagino una cinquantina che svolgono il lavoro con la stessa passione. Con alcuni si vengono a creare dei veri e propri rapporti d’amicizia, sono loro che cercano te alla fine, spesso, ti raccontano i loro problemi come se fossi un amico, si entra nella sfera della confidenza». La percezione del turismo che cambia con il passare degli anni è avvertita anche da questa categoria che, ogni giorno, mese per mese, lavora a stretto contatto con il turista raccogliendo in modo diretto impressioni negative e positive. «Negli ultimi dieci anni, abbiamo perso il turismo del mese di giugno, c’è un grosso problema perché i nonni, che erano quelli che venivano a giugno dal Piemonte, Veneto e Lombardia, hanno oggi un ruolo fondamentale nelle famiglie, sostituiscono i genitori devono stare con i nipoti. Ecco, dovremmo far qualcosa in più per convincerli a fare le cure termali, un’ idea di Rizzoli degli anni ’60, che però potrebbe essere vincente. Settembre e ottobre restano mesi ottimi mentre nei mesi invernali c’è più movimento nella zona di Ischia Porto e a Forio che ha molte strutture aperte d’inverno. C’è movimento, ma non economia, parliamo di persone che non possono spendere più di un caffè oltre l’albergo». A loro il compito di raccontare la nostra isola, consigliare un ristorante e regalare il primo sorriso del turista che, per la prima volta, mette piede sul nostro territorio, «i turisti che porto in giro restano, spesso, sorpresi della storia più antica dell’isola come quella raccontata dalla Coppa di Nestore, o quella dei Romani, dei greci, dell’antica Aenaria. Spesso si tratta di gente di cultura, professionisti che non conoscono queste storie. La sorpresa è trovare l’inglese o il tedesco che le conosce e magari, l’italiano istruito allo stesso livello non ne sa nulla. Spesso i primi scelgono Ischia come un ripiego e poi restano ammaliati da un’isola meravigliosa».

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