LE OPINIONI

Non si ferma la lotta contro i disturbi del comportamento alimentare

Il 15 marzo si celebra la Giornata del Fiocchetto Lilla, dedicata alla lotta contro i disturbi del comportamento alimentare (DCA). L’obiettivo di questa giornata è quello di accrescere la consapevolezza, a livello individuale ed istituzionale, di tali patologie, contribuendo a creare iniziative ed interventi di sostegno rivolti a chi ne soffre e alle loro famiglie.

I DCA comprendono diversi quadri clinici, tra cui l’anoressia, la bulimia e il disturbo dabingeeating. Sebbene si sia parlato molto di DCA negli ultimi decenni, c’è ancora molta confusione in merito. Lo scopo di questo articolo è quello di offrire una panoramica di tali disordini alimentari.

L’anoressia nervosa

L’anoressia nervosa è forse il quadro clinico maggiormente conosciuto. Il disturbo è caratterizzato da una restrizione dell’assunzione delle calorie che ha come conseguenza una riduzione drasticadel peso corporeo. L’intensa paura di ingrassare determina la messa in atto di determinati comportamenti che interferiscono con l’aumento di peso. La persona valuta se stessa dando grandissima importanza al suo aspetto: la sua autostimasarà quindi fortemente influenzata da quel numero sulla bilancia. Perdere chili e resistere alla fame è vissuto come una conquista che dà un senso di euforia, come un segno di grande autodisciplina e controllo. Vedere il proprio corpo sempre più magro dà unasensazione di gratificazione e piacere a cui non si vuole rinunciare. Come è facile immaginare, difficilmente la persona accetterà di ritornare al peso precedente, abbandonando le uniche strategie che ha per sentirsi forte, capace, all’altezza. Ingrassare di nuovo significa rischiare di perdere l’autocontrollo difficilmente conquistato. Tenderà inoltre a negare la gravità della perdita di peso subita e le conseguenze mediche che lo stato di malnutrizione comporta. Raramente una persona anoressica sarà preoccupata dal dimagrimento ottenuto: ad essere allarmati saranno soprattutto i familiari.

La bulimia nervosa

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La bulimia nervosa è caratterizzata da frequenti abbuffate alimentari, durante le quali grandi quantità di cibo vengono ingerite in tempi relativamente brevi. Le abbuffate sono accompagnate dalla sensazione di perdere il controllo e non riuscire a fermarsi. Spesso si scelgono proprio cibi “proibiti”, come i dolci o la frittura. Frequentemente la persona riferisce di sentirsi poco lucida, quasi in trance, durante l’abbuffata, e di fermarsi solo quando inizia a sentirsi male. Successivamentepuò ricorrere a strategie per evitare di aumentare di peso, come procurarsi il vomito, usare lassativi, sottoporsi a digiuno o fare esercizio fisico eccessivo. Anche in questo caso, l’autostima della persona è fortemente influenzata dalla forma corporea e dal peso. I soggetti bulimici provano intense sensazioni di vergogna e tendono a nascondere i propri problemi col cibo.

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Il disturbo da bingeeating

Il disturbo da bingeeating è forse quello meno conosciuto. Il quadro clinico è caratterizzato da frequenti abboffate alimentari in cui si mangiano grandi quantitativi di cibo più rapidamente del normale, fino a sentirsi scoppiare. Generalmente la persona mette in atto questi comportamenti quando è sola (spesso a causa dell’imbarazzo provato) e si sente in colpa, disgustata da se stessa e depressaal termine dell’episodio. L’abbuffata nasce da un’iniziale condizione di disagio: ci si sente tristi, soli, stanchi, arrabbiati o in ansia. Alcuni studi hanno dimostrato l’esistenza di una correlazione tra la tipologia di cibo scelto e l’emozione provata (cibi grassi e salati in caso di ansia, dolci ricchi di cioccolato in caso di tristezza). Per contrastare queste emozioni spiacevoli si inizia a mangiare quasi senza rendersene conto, per poi sentirsi ancora peggio al termine dell’abboffata. Le persone con bingeeating si vergognano enormemente del loro rapporto con il cibo e difficilmente ne parlano.

In conclusione…

I disturbi alimentari, come abbiamo visto, per quanto diversi tra loro, hanno molte caratteristiche in comune. La più importante forse, e anche quella che più spesso si tende a dimenticare, è che sono espressione di un profondo dolore e di una strategia messa in atto nel disperato tentativo di sottrarsi a quella sofferenza. Frequentemente coloro che mostrano sintomi di DCA devono far fronte a condanne, critiche e pregiudizi che non tengono conto del disagio provato. In una società dove siamo più che mai esposti al giudizio altrui, ricevere critiche sul nostro aspetto fisico non fa altro che rendere ancora più fragile la nostra autostima. Il ricorso al controllo alimentare o l’utilizzo del cibo come mezzo per affrontare il dolore nasce anche da questo, e da questo bisogna partire per affrontare il lungo viaggio verso la guarigione.

In questa giornata la speranza è che la consapevolezza dei questi disturbi si diffonda, così da offrire a coloro che ne soffrono e alle loro famiglie una rete di sostegno che possa aiutarli nel percorso verso il ritorno al benessere.

Articolo della dottoressa Tiziana Di Scala (tel. 3208531292)

“Liberamente” è curata da Ilaria Castagna, psicologa, laureata presso l’Università degli Studi de L’Aquila, specializzanda presso la Scuola di Psicoterapia Cognitiva Comportamentale di Caserta A.T. Beck

Tel: 3456260689

Email: castagna.ilaria@yahoo.com

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