CULTURA & SOCIETA'

Note a margine del Pesce d’Aprile ed il rischio serio di abboccare all’amo

Con la Pasqua alle porte, cioccolato e dolci vari sono letteralmente sulla bocca di tutti. Ma oggi è il giorno degli scherzi, il giorno dei folli, il giorno in cui si rischia di abboccare all’amo di qualche burlone e sentirci dire “Pesce d’Aprile!” Ammettetelo: la tentazione di fare qualche burla è davvero irresistibile. Il buonumore scarica la tensione, libera endorfine e aiuta a scacciare i demoni del vivere comune.Ma perché ad Aprile? E perché il pesce e non, ad esempio, il macaco, il colibrì o lo scoiattolo volante? Dài, questa del pesce è facile: è semplicemente l’animale che abbocca all’amo, quindi per analogia l’amico “boccalone” è quello che abbocca alle burle, ingenuo come un pesce! Ne conosciamo tutti almeno uno ed è grazie a lui se continuiamo a credere in un mondo ancora un po’ innocente. C’è anche la leggenda secondo cui Cleopatra durante una gara di pesca con Marco Antonio fece attaccare all’amo di lui – il quale stava tentando di burlare lei simulando risultati improbabili – un gigantesco pesce finto rivestito di pelle di coccodrillo. Ma cosa possiamo dire del mese di Aprile? Appare ovvio che debba esserci una ragione storico – tradizionalista. Aprile è, nel nostro calendario, il quarto mese dell’anno poiché indichiamo il capodanno con il primo giorno di gennaio. Ma non è sempre stato così: infatti quello che teniamo appeso in cucina con mille segni a matita, o che consultiamo sullo smartphone è il cosiddetto calendario gregoriano, introdotto da Papa Gregorio XIII nel 1582, per correggere il tiro del calendario giuliano, a sua volta una revisione del calendario nilotico. (Non ci allarghiamo, ché oggi conviene stare di animo leggero! Ebbene: secondo il calendario giuliano il capodanno corrispondeva all’equinozio di primavera, ovvero una data che oscillava tra il 25 marzo e il 1^ aprileGregorio XIII però ha voluto essere pignolo e stabilire regole scientifiche per recuperare anche i giorni persi nel correre dei secoli e così, ha anticipato di dieci giorni rispetto al 1^ aprile i festeggiamenti per l’equinozio. Insomma: i pettegolezzi corron veloci, ma le notizie utili spesso vanno a passo di lumaca; sta di fatto che non a tutti era giunta notizia di questo cambio di programma e qualcuno si ritrovò a festeggiare il 1° Aprile una festa che di fatto era già avvenuta. Poveri sprovveduti: tonti come pesci! Letteralmente: quel qualcuno era un “Pesce d’Aprile”! Era facile, dunque, organizzare scherzi ad hoc per questi “boccaloni”! Il Pesce d’Aprile: una tradizione napoletana. La burla di Boccaccio Tre sono le cose che a Napoli sono eterne e sacre:  la tradizione, le leggende e il cibo. Poteva mai mancare la leggenda tutta napoletana sul Pesce d’Aprile? Si dice che Boccaccio nel suo soggiorno a Napoli, per immedesimarsi nelle usanze partenopee, abbia ordinato in una bottega cioccolatiera dei pesci di cioccolato molto realistici per dimensioni e colore, per poterli rivendere e fare concorrenza al pescivendolo di una banchina davanti a Castel dell’Ovo proprio il giorno del 1^ aprile. Il goloso bancone di Boccaccio fece letteralmente impazzire i viandanti che, vedendo la disfatta del pescivendolo, rimasto a bocca aperta e con gli occhi umidi come uno dei suoi pesci in vendita, lo soprannominarono“Pesce d’Aprile”. Se quindi oggi qualcuno decide di coprirvi di scherzi consolatevi con un bel pesce di cioccolato, che potete trovare sicuramente nelle golose cioccolaterie della città e, mentre lo mangiate,  pensate a noi di Corriere di Napoli che abbiamo deciso di farvi abboccare all’amo con qualche burla qua e là in questo articolo. Buon Pesce d’Aprile!

michelelubrano@yaholo.it

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